Giornata dell’educazione non violenta: eliminare le punizioni corporali

In occasione della Giornata internazionale dell’educazione non violenta, pubblichiamo la nostra analisi sulle punizioni corporali, che riporta un dato preoccupante: al ritmo attuale, occorrono 60 anni per raggiungere l'obiettivo del divieto globale di punizione corporali e di protezione dei bambini fissato per il 2030. 

In questo articolo, cerchiamo di comprendere le forme di punizione corporale, a che punto siamo per raggiungere l'obiettivo 2030 di eliminare le punizioni corporali e proteggere completamente i bambini dalla violenza.

Punizioni corporali: cosa sono

Le punizioni corporali rappresentano la forma più comune di violenza contro le bambine e i bambini in tutto il mondo: ogni anno circa 4 minori su 5 di età compresa tra i 2 e i 14 anni subiscono punizioni corporali nel contesto domestico.

Le punizioni corporali sono una violazione dei diritti dei bambini e la loro diffusa accettazione sociale normalizza un livello di violenza durante l'infanzia che può portare ad altre forme di violenza e maltrattamento.

Le punizioni corporali possono assumere diverse forme:

  • schiaffi,
  • calci,
  • bruciature
  • la costrizione a stare in posizioni scomode.
  • Includono anche trattamenti umilianti non fisici, che sminuiscono il bambino.

Nel mondo ogni anno, le punizioni fisiche e mentali inflitte ai più piccoli da genitori, insegnanti e caregivers, causano la morte di migliaia di bambini e molte altre lesioni gravi. Inoltre, le punizioni provocano una diminuzione del benessere psicosociale e hanno un profondo impatto sul loro sviluppo.

Eliminare le punizioni corporali: a che punto siamo

Gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno concordato un obiettivo per il 2030 sul divieto universale delle punizioni corporali come parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), firmati nel 2015 per affrontare la povertà e la disuguaglianza. Tuttavia, i progressi sono stati lenti: circa due Paesi all'anno hanno emanato un divieto, lasciando il resto del mondo molto indietro rispetto agli obiettivi.

Oggi solo il 15% dei minori nel mondo, circa 320 milioni di bambini, è pienamente protetto dalla legge, con circa 66 dei 193 Stati che vietano le punizioni corporali in tutti i contesti. Solo in 20 Paesi sono state vietate le punizioni violente nei nove anni successivi all'adozione degli SDGs, rispetto ai 30 Paesi nei nove anni precedenti al 2015.  

Secondo la nostra analisi, pubblicata per la Giornata internazionale dell’educazione non violenta, ci vorranno altri 60 anni per raggiungere l'obiettivo globale di eliminare tutte le forme di punizioni corporali, a meno che non si acceleri l'attuale ritmo di avanzamento. 

Accelerare i progressi per la protezione dei bambini 

Circa la metà dei Paesi ad alto reddito non ha ancora implementato una protezione legale completa, rispetto a circa il 70% dei Paesi a medio reddito e a più del 90% dei Paesi a basso reddito .

È tempo di accelerare i progressi per la protezione dei bambini dalle punizioni violente.

"Con l'obiettivo di un divieto globale entro il 2030, abbiamo 6 anni, non 60,  per proteggere completamente i bambini dalle punizioni violente”, ha dichiarato Steve Miller, Direttore globale di Save the Children per la protezione dell'infanzia.

Chiediamo a tutti i Paesi di vietare ogni forma di punizione corporale contro i minori e di ascoltare i più piccoli per attuare un reale cambiamento.

“Con la prima conferenza ministeriale per porre fine alla violenza contro i bambini, che si terrà nel corso dell'anno, abbiamo l'opportunità di compiere uno sforzo per raggiungere l'obiettivo del 2030. Tutti i Paesi che vietano le punizioni corporali inviano un chiaro messaggio ai bambini. La proibizione chiarisce che i diritti dei minori sono rispettati e che non c'è nulla di accettabile nel sottoporre i bambini ad abusi fisici o mentali in casa o altrove", conclude Steve Miller.

Il nostro intervento per eliminare le punizioni corporali:

Il nostro programma "Famiglie sicure" aiuta i genitori a cambiare il rapporto con i figli, aiutandoli a passare da un rapporto di potere e controllo a uno di comprensione reciproca e risoluzione dei problemi. Realizziamo sessioni di formazione parallele per genitori e figli e lavora sulla costruzione di famiglie più forti.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa