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Visita del Papa alla Repubblica Centrafricana

Invitiamo la comunità internazionale a seguire l'esempio di Papa Francesco, che visiterà la Repubblica Centrafricana il 29 novembre, per contribuire a trovare una soluzione al conflitto che attanaglia il paese dallo scoppio della guerra civile nel dicembre del 2012.

"La visita di Papa Francesco è un forte messaggio al mondo. Ci ricorda che non dobbiamo abbandonare il Paese in questo momento cruciale", spiega Natasha Kofoworola Quist, Direttore Regionale di Save the Children in Africa occidentale e centrale. "Il Papa potrebbe essere reale promotore della pace nella Repubblica Centrafricana".

Il conflitto armato che devasta il paese ha avuto conseguenze drammatiche sui bambini. Dei 339.000 sfollati, l'80 per cento sono donne e minori. Tra 8.000 e 10.000 bambini e bambine sono già stati reclutati dai gruppi armati e alcuni di loro sono diventati vittime di abusi e sfruttamento sessuale.

La situazione della sicurezza nella Repubblica Centrafricana si è fortemente deteriorata negli ultimi mesi, con un’intensificazione di scontri intercomunitari nella capitale Bangui e in diverse altre aree del paese.

"Durante i recenti scontri a Bangui, e nell'interno del paese, molte organizzazioni umanitarie sono state vittime di attacchi e saccheggi”, racconta Alassane Cissé, responsabile di Save the Children per la Repubblica Centrafricana. “La maggior parte di queste, compresa la nostra, sono state costrette a evacuare il personale, il che riduce notevolmente la capacità di fornire aiuti agli sfollati".

In occasione della visita del Papa, Save the Children esorta quindi la comunità internazionale a non dimenticare la crisi nella Repubblica Centrafricana e a rafforzare l’assistenza alla popolazione e gli impegni finanziari a lungo termine.

Le forze di pace devono garantire sicurezza e protezione ai civili e alle organizzazioni umanitarie per consentire a queste ultime di fornire assistenza agli sfollati.

Inoltre, la Francia e le Nazioni Unite devono rispondere delle accuse di sfruttamento sessuale e di abuso ai danni dei bambini da parte dei loro militari per ripristinare la fiducia dei cittadini nei confronti delle forze internazionali dispiegate nella Repubblica Centrafricana.

Note per l’editore

Save the Children lavora nella Repubblica Centrafricana dall’aprile 2013, in risposta alle emergenze causate dal conflitto. Gli operatori si trovano a Bangui, Kemo, Nana-Gribizi, Ouaka, Nana-Membere, Basse-Kotto e Haut-Mbomou, e si occupano dell'istruzione, salute e nutrizione, protezione dei minori.

Salute L’organizzazione ha raggiunto finora 281.473 persone, fornendo assistenza sanitaria in sei aree. Le attività sul campo hanno puntato ad aumentare la disponibilità, l'accesso e l'utilizzo dei servizi sanitari primari e secondari e la fornitura di interventi salvavita, curativi e preventivi. Inoltre, Save the Children ha ristrutturato ed equipaggiato strutture sanitarie attrezzate.

Nutrizione

Save the Children ha raggiunto un totale di 91.445 persone, di cui 89.859 bambini, con interventi di nutrizione. Inoltre ha focalizzato le attività sul trattamento dei bambini di età compresa tra i 0-5 anni affetti da malnutrizione acuta e grave e con complicazioni mediche.

Istruzione

Save the Children ha avviato programmi di istruzione nella Repubblica Centrafricana nel mese di agosto 2014 consentendo a 19.737 bambini di frequentare 46 scuole. Attraverso una forte collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, l’Organizzazione ha implementato con successo un programma di istruzione attraverso la fornitura di supporto tecnico, logistico e finanziario.

Protezione

Save the Children ha fornito un sostegno fondamentale per la protezione di 87.319 bambini e adolescenti, di cui 47.738 ragazzi e 39.581 ragazze, in sei aree: Bangui, Kemo, Nana Gribizi, Nana Mambere, Ouaka e Haut Mbomou.

L’Ong ha evidenziato nel rapporto Caught in a Combat Zone  la necessità urgente di sottrarre i bambini ai gruppi armati nella Repubblica Centrafricana. La relazione offre un quadro della situazione dei bambini nel paese e formula raccomandazioni ai soggetti chiave: il governo della Repubblica Centrafricana, le Nazioni Unite, altri governi, organizzazioni non governative.

Nel mese di maggio 2015, Save the Children ha prodotto anche una relazione di valutazione dell'impatto psicologico del conflitto nella Repubblica Centrafricana sui bambini in età scolare.

Per le interviste, si prega di contattare:

  • Samba Badji, Africa occidentale e centrale Regional Media Manager, samba.badji@savethechildren.org o chiamare il 221 77 538 71 75.
  • Per ulteriori informazioni:
    Ufficio stampa Save the Children Italia
    06-48070023-81-63; Mob.: + 340.2296072;+39 388.1061308; +39 345 5508132
    www.savethechildren.it
    ufficiostampa@savethechildren.org