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Filippine: in 3 mesi distribuito cibo a 200.000 persone e 30.000 kit per costruire rifugi temporanei, fornita assistenza sanitaria a 9.000 persone attraverso cliniche mobili e allestiti 46 Spazi a Misura di Bambino

Filippine: Save the Children, in 3 mesi distribuito cibo a 200.000 persone e 30.000 kit per costruire rifugi temporanei, fornita assistenza sanitaria a 9.000 persone attraverso cliniche mobili e allestiti 46 Spazi a Misura di Bambino, per supportare psicologicamente i minori colpiti dal Tifone Hayan

L’Organizzazione lancia un nuovo rapporto in cui sono protagonisti i bambini che raccontano come hanno vissuto la catastrofe naturale, sin dai momenti dell’allerta, e fanno precise richieste al governo del proprio paese.

A tre mesi del terribile tifone Hayan, che ha ucciso più di 6.000 persone e lasciato altre 500.000 senza tetto nelle Filippine, Save the Children continua ad operare nelle aree colpite. L’Organizzazione, tra le prime ad intervenire sui luoghi della catastrofe, ha distribuito 100 tonnellate di aiuti solo nella prima settimana, compresi anche kit igienici. Ad oggi, ha fornito alla popolazione 30.000 kit per costruire rifugi temporanei e, grazie al supporto del proprio partner Merlin – che ora fa parte di Save the Children – ha fornito assistenza sanitaria a 9.000 persone attraverso cliniche mobili, concentrandosi sulle mamme e i bambini. Inoltre,  ha distribuito cibo a 200.000 persone e sta supportando le famiglie di pescatori per riparare il loro equipaggiamento. Inoltre, ha allestito 39 scuole temporanee per consentire a 3.000 bambini di proseguire i loro percorsi di apprendimento, nonché 46 Spazi a Misura di Bambino, per supportare psicologicamente i minori colpiti dal tifone.

Secondo un nuovo rapporto di Save the Children, a tre mesi da Haiyan, a Tacloban ci sono ancora circa 5.000 sfollati e molti bambini non hanno ancora potuto riprendere la scuola (a Tacloban il 29% dei bambini della scuola secondaria  non sono rientrati a scuola a gennaio dopo le vacanze, mentre nelle aree di North Cebu e Estancia, la maggior parte dei bimbi frequentano le lezioni di mattina e nel pomeriggio aiutano gli adulti pulendo e riparando gli edifici scolastici).

Circa 1000 donne hanno dato o daranno alla luce un bimbo nei primi 3 mesi del 2014 ed è necessaria una specifica assistenza per evitare che le partorienti e i neonati si ammalino.

I bambini sono tuttora esposti a molti rischi, dal dover spostarsi nei centri più grandi alla ricerca di un lavoro, alla violenza sessuale e di genere, o ancora la perdita di opportunità legata alla mancanza di educazione, e vivono quotidianamente tutti quei disturbi post traumatici, che vanno dalla paura, alla depressione, all’ansia di ritornare a scuola.

Sono proprio le voci dei bambini le protagoniste del nuovo rapporto di Save the Children “Guardami, chiedimi, ascoltami: consigli dei bambini tre mesi dopo il Tifone Haiyan" . L’organizzazione, insieme ad altre ONG, ha consultato 174 bambini e giovani colpiti dal tifone, che raccontano proprio come questi ultimi hanno vissuto la catastrofe naturale, sin dai momenti dell’allerta, spiegano le loro preoccupazioni e fanno precise richieste al governo del proprio paese.

Il rapporto rileva che i bambini vogliono essere preparati meglio prima della prossima emergenza, si dicono confusi dai segnali di allerta e che non si aspettavano onde così grandi quando il tifone Haiyan si è abbattuto sulle Filippine.

"I bambini ci hanno detto in modo insistente che vogliono avere un ruolo attivo nella preparazione dei futuri piani di emergenza, e che hanno bisogno di strumenti migliori per gestire questi eventi", ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

"I bambini più grandi ci hanno detto che vorrebbero seguire corsi su tecniche di sopravvivenza, come il modo di costruire rifugi. Vorrebbero che ci fossero maggiori spazi a misura di bambino, dove poter condividere i propri sentimenti, ma anche essere spensierati. Vorrebbero che gli adulti e le autorità parlassero con loro e gli spiegassero esattamente cosa accade e come comportarsi in caso disastri naturali.", continua Valerio Neri.

Una ragazza di 15 anni, Sofia, di Estancia, ha detto ad un operatore umanitario di Save the Children, "Abbiamo bisogno di aiuto per la ricostruzione e per risollevarci da questo disastro. Abbiamo bisogno di formazione, in modo da essere pronti quando le catastrofi arrivano nel nostro paese. Non vogliamo solo fondi e aiuti. Abbiamo bisogno che ci aiutiate a rimetterci in piedi".

"In questo momento si sta discutendo e decidendo la modalità di risposta alle emergenze di questo tipo nelle Filippine in futuro, e queste decisioni si rifletteranno sui bambini", conclude Valerio Neri. "Il processo di ricostruzione non può fermarsi solo alla fornitura di aiuti alle comunità interessate, ma bisogna impegnarsi affinchè possano ricostruire al meglio, e le informazioni date dai bambini sono preziosissime e fondamentali."

Ricostruire meglio vuol dire anche garantire che le comunità colpite dal Tifone Haiyan siano più preparate per il prossimo disastro. Si tratta di investire in sistemi di pre-allarme gestiti dalle comunità, che prevedano ad esempio allerta scolastici, sms, sistematici avvisi porta a porta. Al contempo, è cruciale affrontare la povertà e le disuguaglianze, a causa delle quali alcune persone sono più vulnerabili durante le emergenze.

"Guardami, chiedimi, ascoltami" raccomanda che il Governo delle Filippine, in collaborazione con le agenzie di aiuti umanitari:

  1. Sviluppi un linguaggio di allerta comprensibile ai bambini, che descriva parole come 'ondata', 'raffiche' e 'grandezza', e altri termini meteorologici, affinchè anche i bambini possano capire, immaginare ed essere preparati su come comportarsi.
  2. Progetti centri di evacuazione a misura di bambino, che garantiscano che il diritto di tutti i bambini alla privacy, ma soprattutto delle ragazze, sia rispettato.
  3. Implementi strategie per garantire che il 100 per cento dei bambini in età scolare nelle zone colpite siano in grado di tornare a frequentare le lezioni il più presto possibile.
  4. Garantisca maggiori investimenti nei servizi sociali, non solo nelle infrastrutture, soprattutto nella fase di ricostruzione.

Save the Children sta implementando un piano d’intervento di tre anni con un impiego di 100 milioni di dollari, attraverso il quale raggiungerà un milione e 100.000 persone, tra cui 800.000 bambini. Tra gli obiettivi, quello di supportare gli specialisti locali che lavorano sulla riduzione del rischio e la risposta alle emergenze, nonché apportare rivoluzionari cambiamenti in un accesso equo ai servizi di base per i bambini più vulnerabili e aiutarli nell’aumentare la consapevolezza su come mitigare il rischio.

Fino ad oggi, in Italia, Save the Children ha raccolto oltre 640.000 euro di fondi destinati al sostegno della popolazione colpita dal tifone Haiyan, grazie al supporto dei donatori - i singoli individui e le aziende (Deborah, Deloitte, Moncler, OVS, Versace, Banca Akros  e Franco Vago e i dipendenti di AC Fiorentina, H3G, RCS, UBS), nonché i media che hanno veicolato gli appelli di raccolta fondi dell’organizzazione (La 7 e Sky). 

Per supportare le attività di Save the Children nelle Filippine: www.savethechildren.it/filippine    

Per ulteriori informazioni:
tel. 06 48070023-81-63-71
Alessia Maida 328 9214843
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it