Progetto Doti: come le doti educative aiutano i ragazzi
Le doti educative sono interventi di sostegno personalizzati rivolti a minori in difficoltà socio-economica. La dote educativa permette di fornire beni o servizi ai minori che si trovano in condizioni certificate di fragilità e vulnerabilità socio-economica. Grazie alla dote educativa molti ragazzi e ragazze, bambini e bambine coinvolti nei nostri programmi possono seguire le loro aspirazioni e far fiorire i loro talenti.
La storia di Sofia, che ha potuto dedicarsi allo studio e coltivare la sua curiosità, è un esempio della differenza che questo progetto può fare sul futuro di ragazzi e ragazze in difficoltà.
Come le doti educative aiutano i ragazzi: la storia di Sofia
Sofia frequenta il terzo anno dell’Istituto alberghiero. A causa delle condizioni socio-economiche precarie della sua famiglia in passato è stata seguita dal Servizio Minori della sua città. Nonostante il disagio familiare, Sofia ha sempre dimostrato una gran voglia di mettersi in gioco, di impegnarsi nello studio e diplomarsi.
Questo suo desiderio, però, si è scontrato negli anni con l’impossibilità del suo nucleo familiare di acquistare per lei tutto il necessario per la scuola, dai libri ai materiali per le attività previste nel suo istituto.
Gli assistenti sociali che seguono Sofia hanno proposto per lei l’attivazione di una dote educativa per l’acquisto dei libri scolastici, per permettere alla ragazza di proseguire gli studi e di coltivare la sua passione per la lettura.
Così, grazie alla collaborazione tra i servizi sociali e l’associazione Get Up che a Udine implementa DOTi: Diritti e Opportunità per Tutte e tutti, un nostro progetto sostenuto dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai grazie ai fondi dell’8x1000, la ragazza ha potuto acquistare i testi scolasticiper il nuovo anno.
Ad oggi il percorso scolastico di Sofia prosegue molto bene, non solo continua a frequentare con entusiasmo la scuola, ma è anche iscritta ad attività di perfezionamento pomeridiane: tecniche di decorazione alimentare e cioccolateria.
La ragazza ha iniziato anche a frequentare il Punto Luce e, essendo ormai maggiorenne, le è stato proposto di fare volontariato e diventare una Peer Educator nel percorso di Promozione della Lettura per i bambini e le bambine tra i 6 e gli 11 anni, attività che la entusiasma tanto e che le permette di coltivare la sua passione per i libri.
Un progetto che lavora in rete
Sofia è solo un esempio delle centinaia di bambini e bambine e adolescenti che negli ultimi tre anni ha intercettato il progetto DOTi in diverse città d’Italia, anche grazie a un lavoro di rete attivato sui territori di intervento. L’erogazione di una dote, infatti, prevede l’attivazione e collaborazione tra diversi attori territoriali, dai servizi sociali alle scuole, dalle associazioni sportive a quelle culturali, fino ad arrivare a enti istituzionali – che essendo a conoscenza del nostro progetto, indirizzano ai nostri partner territoriali ragazzi e ragazze, bambini e bambine che potrebbero accedere alla dote educativa. Per ognuno si stipula un patto di corresponsabilità che implica un accordo formale tra i diversi enti territoriali coinvolti, il/la minore e la sua famiglia che insieme si impegnano per la buona riuscita del percorso avviato.
Le doti educative: una buona pratica anche per gli enti pubblici
Le doti educative sono diventate nel corso degli anni una “buona pratica” che, grazie all’intervento di Save the Children, è stata estesa e adottata direttamente dagli enti istituzionali che hanno fatto proprio lo strumento, inserendolo negli interventi pubblici a favore dei minori. È il caso del comune di Potenza dove le doti educative sono state inserite nel Piano di Zona 2023-2024 come strumento di contrasto alla povertà educativa, ma anche il caso de L’Aquila dove le doti sono state adottate dall’USMM, Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni, che ha sostenuto direttamente alcuni interventi. A Udine, invece, sì è creata una forte sinergia con gli Assistenti Sociali del Friuli Centrale che ha permesso di estendere la metodologia delle doti educative oltre il territorio cittadino e di promuovere un percorso di empowerment dei servizi sociali per la gestione dei casi di minori fragili.
In generale, su tutti i territori coinvolti (10 città in 8 regioni) è stata avviata una buona collaborazione tra le realtà associative partner del progetto e i servizi sociali di zona, che a diversi livelli e con interventi mirati, hanno favorito la diffusione dello strumento della dote educativa per rispondere ai bisogni emergenti di bambini/e ragazzi/e.
È grazie a questo lavoro di rete, che ingaggia l’intera comunità educante, che ragazzi/e come Sofia hanno potuto e potranno coltivare le proprie aspirazioni, senza rinunciare, a causa di condizioni socio-economiche poco favorevoli, ai loro sogni e ai loro desideri.
“I risultati della dote attivata per Sofia superano largamente le aspettative. La voglia di imparare della ragazza e la sua spinta ad impegnarsi nello studio le hanno permesso di fare grandi passi avanti sia nel percorso d’istruzione che nella sua vita sociale. La dote è stata così un importante sostegno per favorire il suo diritto all’istruzione e per sostenere la sua curiosità e la sua apertura verso il mondo”: hanno commentato gli operatori dell’associazione Get Up.