Giornata mondiale infanzia: Save the Children, necessario migliorare il sistema di accoglienza per i minori migranti. I loro diritti non siano pregiudicati da questioni di ordine pubblico, lotta alla criminalità o controllo dei flussi migratori

“Il fenomeno migratorio coinvolge sempre più minori e non può essere più affrontato in Italia con un approccio di tipo emergenziale. Solo attraverso il coordinamento tra i soggetti istituzionali che sono a vario titolo incaricati dell’accoglienza dei minori a livello nazionale e a livello locale, ovvero il Ministero dell’Interno, le Regioni e gli Enti Locali, si può risolvere la criticità del sistema di accoglienza italiano.”
Lo ha affermato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia, nel corso dell’evento di celebrazione della Giornata Nazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, “Crescere insieme:
accoglienza ed integrazione dei minori stranieri in Italia”, organizzata dalla Commissione Parlamentare per l’Infanzia d’intesa con il Governo, in occasione del 19°anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
La mancanza di coordinamento tra i citati soggetti istituzionali si traduce spesso nella incapacità di garantire un percorso di accoglienza, lineare e sicuro, ai minori stranieri in Italia. Tale percorso rappresenta l’attuazione dei diritti contemplati dalla Convenzione Onu che devono essere assicurati dagli Stati che l’hanno ratificata a tutti i minori presenti sul territorio, senza distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di provenienza.
“Lo Stato italiano, pertanto, è tenuto a garantire ai minori stranieri tutti questi diritti, fin dal momento del loro arrivo in italia, pena l’invisibilità di questi minori, il rischio di abbandonarli all’illegalità, allo sfruttamento e alla violenza o il pericolo di rimpatriarli nei paesi di origine senza valutare le prospettive per il loro futuro”, ha continuato Claudio Tesauro.
Un adeguato sistema di accoglienza, secondo Save the Children, deve disporre di un numero di posti commisurato alle reali esigenze del territorio: per arrivare a tale situazione, però, è indispensabile un’appropriata procedura di pianificazione delle necessità in rapporto al numero di arrivi.
Tuttavia, questo elemento non è sufficiente. Altre criticità del sistema emergono soprattutto se si considera un dato esemplificativo: da un monitoraggio effettuato da Save the Children nelle comunità di accoglienza nella sola Sicilia, emerge che negli ultimi mesi , su 1117 minori stranieri non accompagnati ospitati nelle comunità alloggio a loro destinate nella regione e quasi tutti sbarcati a Lampedusa (1095 sul totale), ben 333 sono scappati quasi subito dalle case-famiglia, mentre solo per 181 risulta sia stata aperta la tutela con la nomina di un tutore loro responsabile. Tra le principali motivazioni delle fughe, una carente informazione legale sulle opportunità che la legge italiana assicura ai minori migranti non accompagnati, lo scarso utilizzo della mediazione culturale, il mancato avvio dei percorsi di tutela e rilascio del permesso di soggiorno, nonché le condizioni generali di accoglienza nelle strutture contribuiscono certamente al verificarsi delle fughe e, di conseguenza, a far crescere i rischi di sfruttamento e di inserimento dei minori in circuiti illegali.
“L’alto numero di fughe dalle comunità di accoglienza appare il segnale più evidente di una carenza del sistema nell’offrire prospettive e risposte adeguate ai giovani migranti che arrivano quotidianamente sul territorio italiano. È per questo che occorre impegnarsi maggiormente in termini di coordinamento, di informazione e mediazione culturale, di offerta concreta di prospettive di formazione e lavoro per questi ragazzi”, ha concluso Claudio Tesauro.
A tale scopo Save the Children raccomanda che:
- venga garantito un maggior coordinamento tra i livelli istituzionali nazionale e locale;
- sia stabilito un piano di accoglienza nazionale che tenga conto delle presenze dei minori migranti, ma anche degli arrivi prevedibile e abbia le risorse finanziarie necessarie;
- siano rispettati gli standard di accoglienza previsti dalla normativa nazionale e internazionale, attraverso adeguati meccanismi di controllo;
- venga introdotta una distinzione fra comunità di prima e seconda accoglienza, in base alla durata del collocamento e ai termini per la definizione e l’avvio del percorso di tutela e di inserimento del minore, fermi restando gli standard di accoglienza già fissati dalla normativa;
- si chiarisca a livello normativo che l’onere finanziario dell’accoglienza va fatto ricadere sul comune di residenza del minore, garantendo le risorse finanziare necessarie.
L’Organizzazione inoltre ha espresso la propria preoccupazione relativamente ad alcuni provvedimenti all’esame del parlamento, come ad esempio il Ddl 733, pregiudicherebbe il diritto del minore straniero a non essere allontanato in modo forzato dal territorio italiano.
A tale proposito, l’Organizzazione ha raccomandato che:
- i minori siano consultati preventivamente per poter esprimere la propria opinione sull’opportunità o meno di ritornare nel paese di origine,
- venga effettuata un’accurata valutazione caso per caso, sulla base di un’indagine della situazione familiare, sociale ed economica nel Paese di origine, condotta da organizzazioni/enti esperti ed indipendenti, tenendo in dovuta considerazione anche l’opinione del minore
- sia accertato che, nel Paese di origine, ci siano condizioni familiari, economiche e sociali tali da garantire al minore protezione e sviluppo


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