Minori e social network: il 73% dei giovani utenti di Internet li ha frequentati almeno 1 volta. Il 66,7% vi ha aperto un profilo. E il 24,8% ha stabilito contatti con adulti
All’interno del pianeta Internet, cresce il successo fra i teenager italiani dei social network : il 73% dei giovani utenti della rete è entrato almeno una volta in una community, un programma di instant messaging o in un social network.. Di essi, il 66,7% vi ha aperto almeno un profilo e dunque li utilizza regolarmente: per comunicare con gli amici e per conoscerne di nuovi, nella gran parte dei casi. Ma c’è anche chi – il 24,8% dei teen iscritti a un social network – è entrato in contatto con adulti o ha vissuto esperienze non piacevoli quali imbattersi in materiale pornografico (il 15%), sentirsi chiedere immagini provocanti (il 9%) o sesso online (7%).
Al punto che, in moltissimi – l’86% dei giovani iscritti ai social media - chiedono ai gestori di queste grandi comunità virtuali, di metterli al riparo e proteggerli da tali situazioni.
Sono alcuni dei dati salienti della ricerca di Save the Children “Profili da sballo. Gli adolescenti italiani e i social network”, realizzata dalla Doxa per conto di Save the Children e presentata alla vigilia del Safer Internet Day (il 12 febbraio), la giornata istituita dalla Commissione Europea per promuovere fra i minori un uso sicuro e responsabile dei nuovi media.
“I social network rappresentano un fenomeno in notevole espansione tra i giovani ma di cui sappiamo pochissimo. Ci è sembrato quindi doveroso realizzare questa prima ricerca per documentare cosa fanno, come si comportano, chi incontrano nelle community o tramite i programmi di instant messaging gli adolescenti italiani”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “In occasione del Safer Internet Day vogliamo rivolgerci in particolare ai gestori di social network e, insieme a loro, individuare le misure e le azioni necessarie affinché i social media assicurino ai minori il diritto di esprimere liberamente il loro bisogno e desiderio di socialità, conoscenza e comunicazione, garantendo allo stesso tempo il diritto di ogni ragazzo o ragazza ad essere protetto e tutelato da potenziali rischi ”.
I teenager italiani: generazione di internauti con la passione dei social network
Ormai la quasi totalità dei ragazzi italiani fra i 13 e i 17 anni – il 95% - usa Internet, rileva la ricerca di Save the Children. Di essi, il 73% è entrato, almeno una volta, in community, programmi di instant messaging e social network: Msn Messenger si colloca in testa alla classifica dei programmi più utilizzati dai giovani per comunicare (almeno una volta, dal 96% degli intervistati), seguito da You Tube (53,2%), My Space (30,6%), Yahoo Messenger (25,1%), Studenti.it (24,9%), Giovani.it (11,2%), Blogger (7,5%), Facebook (5,4%). Ma a frequentare regolarmente i social network, utilizzandone a pieno tutti i servizi, grazie alla registrazione ed apertura di un profilo , sono il 66,7% degli adolescenti “internauti”, con una prevalenza delle ragazze (59%) sui ragazzi (48%).
“Si tratta di percentuali significative e consistenti che ci allineano a paesi come gli Stati Uniti dove sono il 55% gli adolescenti che hanno aperto un profilo ”, commmenta Valerio Neri..
Troppe le “impronte digitali” dei ragazzi. Scarsa la protezione della privacy
A differenza dei coetanei d’oltreoceano però i nostri teenager sembrano avere la tendenza a rivelare molti dettagli personali: nei profili il 74% dichiara di riportare il vero nome, il 61% posta proprie foto, il 57% dà l’indirizzo e.mail, il 48% il cognome, il 18% il nome della scuola . Non a caso poi, alla domanda è possibile risalire a chi sei veramente?, il 63% risponde di sì: tra questi il 25,3% sostiene addirittura che sia molto facile. Un dato che raggiunge il 30% nella fascia di età 15-17.
“Questa scarsa tutela della privacy dei minori è preoccupante. La diffusione superficiale dei dati personali, il fatto che i ragazzi lascino tutte queste <<impronte digitali>> può renderli identificabili da adulti potenziali abusanti o da coetanei che vogliano esercitare una qualche forma di bullismo”, prosegue il Direttore Generale di Save the Children Italia. “Bisognerebbe ridurre al minimo le informazioni che si richiedono in fase di registrazione e fare in modo che i profili dei minori siano resi privati già nelle impostazioni predefinite. Invece su alcuni social network, soprattutto italiani, queste precauzioni non vengono prese”.
Per stare in contatto con gli amici, ma anche per farsene di nuovi
D’altra parte il profilo è il passpartout dei giovani in rete, il biglietto da visita con cui si presentano per costruire il loro network di contatti. Perché consolidare o allacciare nuove amicizie è la ragione principale di utilizzo dei social network fra gli adolescenti italiani: il 78% infatti vi si iscrive per stare in contatto con gli amici, il 20% per conoscerne di nuovi. Tanto che il 47% dei giovani utenti - rileva la ricerca di Save the Children - dichiara di aver allacciato nuove amicizie, grazie a Internet.
Ma il bisogno di socialità dei ragazzi – che viaggia attraverso chat (scelgono questo canale il 74,8%), cellulare (57,3%), e-mail (28,6%), post sui profili (14%), grazie ai quali ci si racconta un po’ di tutto (questo l’argomento preferito del 77% di chi ha un profilo) - non si arresta di fronte anche a situazioni più equivoche e potenzialmente rischiose.
Il gusto del rischio: incontri al buio e contatti con adulti
Quasi un terzo – il 28,8% dei giovani registrati nei social network - ha infatti incontrato off line, di persona, qualcuno precedentemente conosciuto in rete: tra di essi la maggioranza sono ragazzi (33,6%), ma anche le ragazze non si tirano indietro (24,8%) E all’incontro il 37% di questi adolescenti è andato da solo, mentre il 63% in compagnia di amici.
Il 24,8% di coloro che ha aperto un profilo – rivela poi per la prima volta la ricerca di Save the Children - ha avuto contatti con persone di età molto maggiore (attenzione, non necessariamente offline): quasi la metà (il 44%) ha stretto con esse una relazione d’amicizia.
“Si tratta di una tendenza che non può passare inosservata e che ci preoccupa molto”, dice ancora Valerio Neri. “Da una parte infatti sarebbe scorretto ravvisare automaticamente nella relazione fra un adulto e un minore un comportamento pedofilo, dall’altra viene da chiedersi perché una persona di tanti più anni debba interessarsi a un minore. Tuttavia dobbiamo anche rilevare che alle volte sono gli stessi ragazzi che ricercano attivamente un contatto con gli adulti, anche per la gratificazione psicologica che ne deriva”.
Ma quali sono le esperienze negative che i giovani rivelano di aver vissuto in rete?
Il 15% dei teenager con profilo sui social network, ha ammesso di essersi imbattuto in materiale pornografico, il 10% ha ricevuto messaggi offensivi e minacciosi, il 9% si è sentito richiedere immagini provocanti, il 7% di fare sesso online, il 6% ha ricevuto immagini imbarazzanti.
“Si tratta di situazioni ed esperienze che possono segnare profondamente un ragazzo o una ragazza e che vanno quindi assolutamente impedite. In questo senso è molto importante e significativo che ben l’86% dei giovani intervistati chieda espressamente l’ intervento dei gestori dei social network perché li mettano al riparo da queste situazioni, esercitando più controlli”, aggiunge il Direttore di Save the Children Italia.
“Parte dei gestori di social network ha adottato dei sistemi finalizzati alla tutela degli utenti minorenni”, prosegue Neri, “ma non si è fatto abbastanza e la nostra ricerca lo dimostra. Come Save the Children auspichiamo che tutte le aziende del settore dei social media adottino linee-guida e standard comuni per la protezione dei giovani utenti di Internet. Domani, nel corso di un dibattito organizzato presso la nostra sede, presenteremo direttamente ai rappresentanti di alcuni dei principali gestori di social network, precise raccomandazioni in materia. In particolare chiederemo loro un maggiore impegno per garantire la privacy degli utenti minorenni, di informare ed educare i giovani sui comportamenti sicuri da tenere in rete e di garantire un efficace e chiaro sistema di segnalazioni di eventuali abusi, materiali o comportamenti scorretti riscontrati dai ragazzi durante la navigazione”.
“Teen ager e social network, fra amicizia, trasgressioni e rischi”, è il titolo del dibattito che si terrà domani 12 febbraio presso la sede di Save the Children (Via Volturno 58), alle ore 11.00. All’incontro saranno presenti i rappresentanti di alcune aziende che gestiscono social media, quali Microsoft, Google, My Space, Studenti Media Group, oltre a esperti, rappresentanti istituzionali e della Commissione Europea.
La ricerca di Save the Children “Profili da sballo” è disponibile all’indirizzo: www.savethechildren.it/pubblicazioni
Per maggiori informazioni:
Ufficio stampa - Save the Children Italia
Tel: 06.48.07.0023-71
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
Save the Children: i progetti Easy, Stop-it e il sito Tiseiconnesso.it
La campagna EASY (“Enhancing Awareness on Internet Safety for Young People”), in partnership con Adiconsum, promuove messaggi e azioni che supportino i pre-adolescenti, in particolar modo gli studenti tra i 10 e i 14 anni, a relazionarsi in modo sicuro e consapevole con le nuove tecnologie. Tra le attività realizzate nell’ambitodella campagna, la creazione di un sito web ( www.easy4.it ), la produzione e pubblicazione di materiale informativo, l’organizzazione di seminari e convegni con insegnanti e genitori, un tour itinerante con un ludobus dotato delle moderne tecnologie per incontri e giornate di sensibilizzazione nelle scuole italiane. EASY fa parte della rete di INSAFE (www.saferinternet.org), che raggruppa numerosi progetti relativi a queste tematiche a livello europeo.
Stop-It è dal 2002 il progetto di Save the Children Italia di lotta allo sfruttamento sessuale a danno dei minori su Internet e tramite Internet. In particolare, attraverso una stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine e altri attori del settore istituzionale, privato ed associativo, il progetto si propone di contrastare la diffusione della pedo-pornografia su Internet. Tra le principali attività svolte: ricezione e trasmissione alle istituzioni competenti di materiale pedo-pornografico segnalato e inviato in forma anonima da utenti di internet all’indirizzo www.stop-it.org; attività di networking e advocacy sia a livello nazionale che internazionale, attività di informazione e sensibilizzazione. Tra gli obiettivi del 2008 vi è la creazione di un referral system – cioè di una rete di enti e strutture ad hoc operanti con procedure e standard condivisi - per l’identificazione dei bambini e dei ragazzi vittime di abuso per la produzione di materiale pedo-pornografico. Stop-It è co-finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Safer Internet Action Plan ed è il nodo italiano di INHOPE (www.inhope.org), la rete internazionale delle hotline.
Inoltre, Save the Children è stata identificata dal Ministero delle Comunicazioni quale partner privilegiato per promuovere attività e elaborare proposte volte alla tutela dei diritti dell’infanzia, sotto il particolare profilo del rapporto del minore e le tecnologie della comunicazione, sia tradizionali che innovative.
Uno dei frutti di questa collaborazione è il sito www.tiseiconnesso.it, la cui realizzazione è stata affidata dal Ministero a Save the Children Italia che ne ha sviluppato i contenuti. Il sito è un nuovo strumento che parla innanzitutto ai ragazzi, ma anche ai loro genitori e agli insegnanti.
Al punto che, in moltissimi – l’86% dei giovani iscritti ai social media - chiedono ai gestori di queste grandi comunità virtuali, di metterli al riparo e proteggerli da tali situazioni.
Sono alcuni dei dati salienti della ricerca di Save the Children “Profili da sballo. Gli adolescenti italiani e i social network”, realizzata dalla Doxa per conto di Save the Children e presentata alla vigilia del Safer Internet Day (il 12 febbraio), la giornata istituita dalla Commissione Europea per promuovere fra i minori un uso sicuro e responsabile dei nuovi media.
“I social network rappresentano un fenomeno in notevole espansione tra i giovani ma di cui sappiamo pochissimo. Ci è sembrato quindi doveroso realizzare questa prima ricerca per documentare cosa fanno, come si comportano, chi incontrano nelle community o tramite i programmi di instant messaging gli adolescenti italiani”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “In occasione del Safer Internet Day vogliamo rivolgerci in particolare ai gestori di social network e, insieme a loro, individuare le misure e le azioni necessarie affinché i social media assicurino ai minori il diritto di esprimere liberamente il loro bisogno e desiderio di socialità, conoscenza e comunicazione, garantendo allo stesso tempo il diritto di ogni ragazzo o ragazza ad essere protetto e tutelato da potenziali rischi ”.
I teenager italiani: generazione di internauti con la passione dei social network
Ormai la quasi totalità dei ragazzi italiani fra i 13 e i 17 anni – il 95% - usa Internet, rileva la ricerca di Save the Children. Di essi, il 73% è entrato, almeno una volta, in community, programmi di instant messaging e social network: Msn Messenger si colloca in testa alla classifica dei programmi più utilizzati dai giovani per comunicare (almeno una volta, dal 96% degli intervistati), seguito da You Tube (53,2%), My Space (30,6%), Yahoo Messenger (25,1%), Studenti.it (24,9%), Giovani.it (11,2%), Blogger (7,5%), Facebook (5,4%). Ma a frequentare regolarmente i social network, utilizzandone a pieno tutti i servizi, grazie alla registrazione ed apertura di un profilo , sono il 66,7% degli adolescenti “internauti”, con una prevalenza delle ragazze (59%) sui ragazzi (48%).
“Si tratta di percentuali significative e consistenti che ci allineano a paesi come gli Stati Uniti dove sono il 55% gli adolescenti che hanno aperto un profilo ”, commmenta Valerio Neri..
Troppe le “impronte digitali” dei ragazzi. Scarsa la protezione della privacy
A differenza dei coetanei d’oltreoceano però i nostri teenager sembrano avere la tendenza a rivelare molti dettagli personali: nei profili il 74% dichiara di riportare il vero nome, il 61% posta proprie foto, il 57% dà l’indirizzo e.mail, il 48% il cognome, il 18% il nome della scuola . Non a caso poi, alla domanda è possibile risalire a chi sei veramente?, il 63% risponde di sì: tra questi il 25,3% sostiene addirittura che sia molto facile. Un dato che raggiunge il 30% nella fascia di età 15-17.
“Questa scarsa tutela della privacy dei minori è preoccupante. La diffusione superficiale dei dati personali, il fatto che i ragazzi lascino tutte queste <<impronte digitali>> può renderli identificabili da adulti potenziali abusanti o da coetanei che vogliano esercitare una qualche forma di bullismo”, prosegue il Direttore Generale di Save the Children Italia. “Bisognerebbe ridurre al minimo le informazioni che si richiedono in fase di registrazione e fare in modo che i profili dei minori siano resi privati già nelle impostazioni predefinite. Invece su alcuni social network, soprattutto italiani, queste precauzioni non vengono prese”.
Per stare in contatto con gli amici, ma anche per farsene di nuovi
D’altra parte il profilo è il passpartout dei giovani in rete, il biglietto da visita con cui si presentano per costruire il loro network di contatti. Perché consolidare o allacciare nuove amicizie è la ragione principale di utilizzo dei social network fra gli adolescenti italiani: il 78% infatti vi si iscrive per stare in contatto con gli amici, il 20% per conoscerne di nuovi. Tanto che il 47% dei giovani utenti - rileva la ricerca di Save the Children - dichiara di aver allacciato nuove amicizie, grazie a Internet.
Ma il bisogno di socialità dei ragazzi – che viaggia attraverso chat (scelgono questo canale il 74,8%), cellulare (57,3%), e-mail (28,6%), post sui profili (14%), grazie ai quali ci si racconta un po’ di tutto (questo l’argomento preferito del 77% di chi ha un profilo) - non si arresta di fronte anche a situazioni più equivoche e potenzialmente rischiose.
Il gusto del rischio: incontri al buio e contatti con adulti
Quasi un terzo – il 28,8% dei giovani registrati nei social network - ha infatti incontrato off line, di persona, qualcuno precedentemente conosciuto in rete: tra di essi la maggioranza sono ragazzi (33,6%), ma anche le ragazze non si tirano indietro (24,8%) E all’incontro il 37% di questi adolescenti è andato da solo, mentre il 63% in compagnia di amici.
Il 24,8% di coloro che ha aperto un profilo – rivela poi per la prima volta la ricerca di Save the Children - ha avuto contatti con persone di età molto maggiore (attenzione, non necessariamente offline): quasi la metà (il 44%) ha stretto con esse una relazione d’amicizia.
“Si tratta di una tendenza che non può passare inosservata e che ci preoccupa molto”, dice ancora Valerio Neri. “Da una parte infatti sarebbe scorretto ravvisare automaticamente nella relazione fra un adulto e un minore un comportamento pedofilo, dall’altra viene da chiedersi perché una persona di tanti più anni debba interessarsi a un minore. Tuttavia dobbiamo anche rilevare che alle volte sono gli stessi ragazzi che ricercano attivamente un contatto con gli adulti, anche per la gratificazione psicologica che ne deriva”.
Ma quali sono le esperienze negative che i giovani rivelano di aver vissuto in rete?
Il 15% dei teenager con profilo sui social network, ha ammesso di essersi imbattuto in materiale pornografico, il 10% ha ricevuto messaggi offensivi e minacciosi, il 9% si è sentito richiedere immagini provocanti, il 7% di fare sesso online, il 6% ha ricevuto immagini imbarazzanti.
“Si tratta di situazioni ed esperienze che possono segnare profondamente un ragazzo o una ragazza e che vanno quindi assolutamente impedite. In questo senso è molto importante e significativo che ben l’86% dei giovani intervistati chieda espressamente l’ intervento dei gestori dei social network perché li mettano al riparo da queste situazioni, esercitando più controlli”, aggiunge il Direttore di Save the Children Italia.
“Parte dei gestori di social network ha adottato dei sistemi finalizzati alla tutela degli utenti minorenni”, prosegue Neri, “ma non si è fatto abbastanza e la nostra ricerca lo dimostra. Come Save the Children auspichiamo che tutte le aziende del settore dei social media adottino linee-guida e standard comuni per la protezione dei giovani utenti di Internet. Domani, nel corso di un dibattito organizzato presso la nostra sede, presenteremo direttamente ai rappresentanti di alcuni dei principali gestori di social network, precise raccomandazioni in materia. In particolare chiederemo loro un maggiore impegno per garantire la privacy degli utenti minorenni, di informare ed educare i giovani sui comportamenti sicuri da tenere in rete e di garantire un efficace e chiaro sistema di segnalazioni di eventuali abusi, materiali o comportamenti scorretti riscontrati dai ragazzi durante la navigazione”.
“Teen ager e social network, fra amicizia, trasgressioni e rischi”, è il titolo del dibattito che si terrà domani 12 febbraio presso la sede di Save the Children (Via Volturno 58), alle ore 11.00. All’incontro saranno presenti i rappresentanti di alcune aziende che gestiscono social media, quali Microsoft, Google, My Space, Studenti Media Group, oltre a esperti, rappresentanti istituzionali e della Commissione Europea.
La ricerca di Save the Children “Profili da sballo” è disponibile all’indirizzo: www.savethechildren.it/pubblicazioni
Per maggiori informazioni:
Ufficio stampa - Save the Children Italia
Tel: 06.48.07.0023-71
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
Save the Children: i progetti Easy, Stop-it e il sito Tiseiconnesso.it
La campagna EASY (“Enhancing Awareness on Internet Safety for Young People”), in partnership con Adiconsum, promuove messaggi e azioni che supportino i pre-adolescenti, in particolar modo gli studenti tra i 10 e i 14 anni, a relazionarsi in modo sicuro e consapevole con le nuove tecnologie. Tra le attività realizzate nell’ambitodella campagna, la creazione di un sito web ( www.easy4.it ), la produzione e pubblicazione di materiale informativo, l’organizzazione di seminari e convegni con insegnanti e genitori, un tour itinerante con un ludobus dotato delle moderne tecnologie per incontri e giornate di sensibilizzazione nelle scuole italiane. EASY fa parte della rete di INSAFE (www.saferinternet.org), che raggruppa numerosi progetti relativi a queste tematiche a livello europeo.
Stop-It è dal 2002 il progetto di Save the Children Italia di lotta allo sfruttamento sessuale a danno dei minori su Internet e tramite Internet. In particolare, attraverso una stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine e altri attori del settore istituzionale, privato ed associativo, il progetto si propone di contrastare la diffusione della pedo-pornografia su Internet. Tra le principali attività svolte: ricezione e trasmissione alle istituzioni competenti di materiale pedo-pornografico segnalato e inviato in forma anonima da utenti di internet all’indirizzo www.stop-it.org; attività di networking e advocacy sia a livello nazionale che internazionale, attività di informazione e sensibilizzazione. Tra gli obiettivi del 2008 vi è la creazione di un referral system – cioè di una rete di enti e strutture ad hoc operanti con procedure e standard condivisi - per l’identificazione dei bambini e dei ragazzi vittime di abuso per la produzione di materiale pedo-pornografico. Stop-It è co-finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Safer Internet Action Plan ed è il nodo italiano di INHOPE (www.inhope.org), la rete internazionale delle hotline.
Inoltre, Save the Children è stata identificata dal Ministero delle Comunicazioni quale partner privilegiato per promuovere attività e elaborare proposte volte alla tutela dei diritti dell’infanzia, sotto il particolare profilo del rapporto del minore e le tecnologie della comunicazione, sia tradizionali che innovative.
Uno dei frutti di questa collaborazione è il sito www.tiseiconnesso.it, la cui realizzazione è stata affidata dal Ministero a Save the Children Italia che ne ha sviluppato i contenuti. Il sito è un nuovo strumento che parla innanzitutto ai ragazzi, ma anche ai loro genitori e agli insegnanti.