Sudan: metà dei bambini sulla linea del fuoco in un anno di guerra
Più di 10 milioni di bambini in Sudan si sono trovati in una zona di guerra attiva e a meno di cinque chilometri di distanza da spari, bombardamenti e altre violenze mortali, dall’inizio del conflitto un anno fa, il 15 aprile 2023. Un numero più alto di quello dei minori che vivono attualmente in Italia[1]. È l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
L'analisi, svolta in collaborazione con l'Armed Conflict Location and Event Data Project (ACLED), ha rilevato che un bambino su due in Sudan si trova attualmente o si è trovato nell'ultimo anno a meno di cinque chilometri dalle linee del fronte del conflitto, esposto a spari, bombardamenti, attacchi aerei e altre violenze[2]. Si tratta di un aumento del 60% rispetto ai già 6,6 milioni di bambini esposti alla violenza nel primo mese di combattimenti, e dimostra come il conflitto si sia esteso a larga scala in tutto il Paese.
Save the Children chiede ai leader che si riuniranno a Parigi la prossima settimana per discutere della crisi in Sudan di fare tutto il possibile per migliorare l'accesso umanitario, proteggere i bambini e scongiurare la carestia, mentre i feroci combattimenti continuano a sconvolgere la vita di milioni di loro. È urgente inoltre che i leader garantiscano un incremento degli aiuti umanitari, visto che manca ancora all’appello il 95% dei fondi internazionali stabiliti per affrontare l’emergenza.
Secondo questa nuova analisi congiunta, dallo scoppio dei combattimenti a Khartoum, il 15 aprile 2023, oltre 10 milioni di bambini sono stati esposti a combattimenti, bombardamenti, attacchi con dispositivi esplosivi improvvisati (IED), attacchi con mortai e missili e attacchi diretti ai civili. Bambine e bambini hanno assistito o subito ferite devastanti, morte, sfollamento, danni psicologici e la distruzione delle loro case e comunità.
La maggior parte delle violenze si sono verificate nelle località più popolose del Sudan, tra cui città e cittadine con oltre 100.000 abitanti, esponendo molti bambini a violenze traumatizzanti e ripetute[3]. Sono circa 5 milioni i bambini che si sono trovati spesso in prossimità di tali violenze nell'ultimo anno.
Jouman*, 16 anni, è fuggita dal Sudan con la sua famiglia a novembre e ora vive al Cairo, in Egitto, dove studia in una scuola per rifugiati sudanesi che Save the Children sostiene con risorse e materiali didattici.
"I combattimenti sono stati molto duri. Non avremmo mai immaginato che saremmo stati costretti a fuggire dal Sudan", dice Jouman*.
Al Cairo, le piace giocare a calcio con la sua migliore amica di scuola, Hanaa*, 15 anni, anche lei fuggita dal Sudan. Jouman* spera di tornare nel suo Paese, dove in futuro vorrebbe diventare medico.
“Era bello stare in Sudan. Andavo a scuola, poi tornavo a casa e passavo il tempo con la famiglia e [quando ero con la mia amica], ci divertivamo e studiavamo", racconta.
"Questi dati evidenziano che tantissimi bambini sudanesi sono stati pericolosamente vicini alla morte e al rischio di essere feriti nell'ultimo anno di guerra – ha dichiarato Arif Noor, Direttore di Save the Children Sudan - I bambini sudanesi hanno sofferto in modo inimmaginabile: hanno assistito a uccisioni, massacri, hanno visto strade piene di proiettili, cadaveri e case bombardate, convivendo con la paura fin troppo reale di poter essere uccisi, feriti, reclutati per combattere o sottoposti a violenza sessuale. Nonostante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbia recentemente chiesto un cessate il fuoco, il conflitto continua, con milioni di bambini nel fuoco incrociato.”
"La situazione ha raggiunto il limite. Milioni di bambini non hanno accesso a cibo sufficiente, 3,8 milioni sono malnutriti e migliaia di altri rischiano di morire a causa delle malattie, dato che il sistema sanitario del Paese è praticamente collassato. Nell'ultimo anno nessuno ha potuto andare a scuola. Nessun bambino dovrebbe vivere quello che stanno vivendo i sudanesi.”
"La prossima settimana, quando i leader globali e regionali si riuniranno a Parigi, dovranno dare urgentemente la priorità a soluzioni politiche e finanziarie a questa crisi. Devono fare tutto ciò che è in loro potere per trovare soluzioni che pongano fine ai combattimenti e lavorare direttamente con le parti in conflitto per garantire che rispettino i loro obblighi nei confronti del diritto internazionale. Devono inoltre impegnarsi ad aumentare i finanziamenti per il piano di risposta umanitaria, che ad oggi rimane tristemente finanziato solo per il 5%. Lo sforzo collettivo a livello globale per proteggere i bambini in Sudan è stato limitato o nullo. Meritano di meglio e questa è l'occasione per dare loro una possibilità di sopravvivenza", ha concluso Arif Noor.
"Oltre 10 milioni di bambini, il numero più alto al mondo, sono stati ripetutamente esposti a violenze mortali in tutto il Sudan dall'inizio delle ostilità nell'aprile 2023. Una cifra sconcertante”, ha dichiarato Clionadh Raleigh, presidente e amministratore delegato dell'ACLED. “Il futuro dei bambini sudanesi viene sacrificato senza pietà in una gara di potere che non tiene conto delle sofferenze e delle conseguenze subite dal popolo sudanese. A un anno dall'inizio del conflitto, la prospettiva attuale garantisce che altri bambini, famiglie e comunità saranno colpiti e uccisi nei prossimi mesi".
Il numero di bambini esposti a questo conflitto mortale è aumentato con l'estendersi dei combattimenti a diverse regioni del Paese, tra cui Al-Jazirah, che un tempo era il granaio del Sudan.
L'intensità del conflitto ha portato allo sfollamento di quattro milioni di bambini, il numero più alto al mondo[4], mentre 230.000 bambini e neomamme rischiano di morire di fame senza un intervento urgente. Oltre 15.200 persone compresi bambini, sono state uccise, mentre altre migliaia sono rimaste ferite e questa è solo la punta dell’iceberg[5].
Ad oggi, il piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite è finanziato solo per il 5%, con un deficit di oltre 2,5 miliardi di dollari[6].
Save the Children lavora in Sudan dal 1983. Nel 2023, Save the Children ha raggiunto direttamente 2,1 milioni di persone, di cui 1,5 milioni bambini, con una programmazione incentrata sulla protezione dell'infanzia, l'accesso a un'istruzione di qualità, il sostegno alla salute e alla nutrizione e la risposta alle emergenze.
Oggi alle 15 è possibile seguire via zoom una conferenza stampa organizzata in occasione del primo anniversario del conflitto. Interverranno Inger Ashing, Direttrice generale di Save the Children International, che ha visitato recentemente il Sud Sudan, Arif Noor, Direttore di Save the Children Sudan e Pornpun Jib Rabiltossaporn (Jib), Direttrice di Save the Children in Sud Sudan.
Qui il link alla conferenza stampa
Join Zoom Meeting: https://us06web.zoom.us/j/4237511491?pwd=MjN3RDE4QUVacVNZU0J1RE4ydlV5Zz…
Meeting ID: 423 751 1491
Passcode: 8s2V43
Qui foto e video interviste di Hanaa*, Jouman* e di un insegnante della scuola per i rifugiati sudanesi al Cairo: www.contenthubsavethechildren.org/Package/2O4C2SOOGQM5
*Nomi modificati per motivi di protezione
Per informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children
Tel. 3316676827 - 3389625274 - 3409367952 – 3385791870
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
[1] I minori di 18 anni che vivono in Italia al 24 gennaio 2024 sono 8. 928.524. Fonte: https://esploradati.istat.it/databrowser/#/it/dw/categories/IT1,POP,1.0…
[2] ACLED e WorldPop hanno sviluppato una metrica che fornisce informazioni sulle caratteristiche demografiche e geografiche delle popolazioni colpite dai conflitti. La metrica dell'esposizione ai conflitti integra i dati sui conflitti basati sugli eventi dell'ACLED con le stime sulle dimensioni della popolazione di WorldPop, per stimare l'impatto civile in base alla vicinanza a un evento. https://acleddata.com/conflict-exposure/
[3] Secondo le stime dell'ACLED, circa due terzi delle azioni violente dell'ultimo anno si sono verificate in città e paesi con più di 100.000 abitanti e il 95% di tutte le azioni violente si sono verificate nel 56% del totale dei luoghi in cui si è registrata una violenza, il che suggerisce un'esposizione multipla per queste persone.
[4] unicef.org/sudan/reports/unicef-sudan-humanitarian-situation-report-january-2024
[5] Dati ACLED citati dalle Nazioni Unite
[6] UN OCHA Financial Tracking Service, https://fts.unocha.org/countries/212/summary/2024