La storia di una donna che ha detto no all’infibulazione
Nel mondo sono più di 200 milioni le ragazze e le donne che hanno subito questa pratica. La maggior parte di loro ne viene sottoposta prima dei suoi 15 anni.
Che cos'è l'infibulazione genitale femminile
L’infibulazione è una mutilazione genitale femminile che prevede la rimozione totale o parziale degli organi genitali femminili esterni. Non è una pratica medica, ma nonostante ciò è ancora diffusa tradizionalmente in almeno 30 Paesi.
La storia di Hido
Hido, una donna somala di 50 anni, ci racconta la sua incredibile storia di ex praticante di questa usanza.
“Tutto ciò che ho fatto è orribilmente sbagliato. Ogni notte prego per essere perdonata per tutto ciò. Non ricordo quante ragazze e donne ho operato, ma almeno una cinquantina sì.”
Oggi ogni tipo di mutilazione genitale femminile è considerato violazione dei diritti delle donne e delle ragazze. La maggior parte delle donne nel mondo, infatti, chiede la fine di queste pratiche violente.
“Consideravo la circoncisione un passo importante nella vita di una ragazza, era il mio unico lavoro”.
Hido non solo ha lasciato del tutto la sua professione ma è diventata una portavoce contro le mutilazioni genitali femminili. Oggi è una volontaria che va casa per casa per sensibilizzare le donne.
“Conoscono la me precedente e da dove vengo, ed è per questo che mi ascoltano e si fidano di me. In Somalia infatti continua ad esserci questa pratica ma stiamo vedendo sempre più risultati in positivo.”
Nel mondo negli ultimi tre decenni, infatti, c’è stato un calo significativo di mutilazioni genitali femminili, ma non ancora in tutti i Paesi è stato così.
Leggi anche l'articolo "Stop alle mutilazioni genitali femminili: la storia di Saada"
Questa pratica non ha benefici medici ma, anzi, può provocare infezioni o portare a complicanze durante il parto. Non solo è considerata una violazione dei diritti umani ma viola il diritto alla salute, alla sicurezza e all’integrità fisica, il diritto ad essere liberi da ogni forma di tortura o crudeltà.
Il nostro impegno per salvaguardare i diritti di tutte le donne del mondo si esprime attraverso progetti di empowerment femminile che prevedono, ad esempio, corsi di formazione professionale per dare alle donne indipendenza economica e la sicurezza in sé stesse, valore fondamentale per l’emancipazione.
In Somalia lavoriamo in risposta alla crisi umanitaria che ha colpito il Paese. Una delle componenti dei nostri progetti è l’educazione, parte fondamentale per accrescere la consapevolezza dei bambini riguardo i loro diritti e le loro opportunità. Un bambino o una bambina consapevole conoscerà le alternative e avrà maggiori possibilità di vivere un futuro migliore.
Nel mondo lavoriamo con diversi progetti di empowerment femminile, come in Bolivia con il progetto di Youth Empowerment e in Giordania dove, una componente del progetto, si rivolge a bambine e bambini, adolescenti ed adulti per promuovere la parità di genere.
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