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Stop all'esportazione di armi italiane usate contro i bambini in Yemen

Stop all'esportazione di armi italiane usate contro i bambini in Yemen.

IL TESTO COMPLETO DELLA PETIZIONE LANCIATA NEL 2019, COMPRESI I RISULTATI RAGGIUNTI

Dopo aver fermato le bombe e i missili italiani venduti all’Arabia Saudita che le ha usate in Yemen contro i bambini e la popolazione civile, ora fermiamo la vendita di tutte le armi italiane alla Coalizione Saudita!

Milioni di bambini stanno vivendo orrori indescrivibili a causa della guerra in Yemen. Colpiti per strada, bombardati mentre sono a scuola: sono bambini e bambine a cui è negata un’infanzia. Rimasti orfani, senza più una casa, senza più i propri cari. Tutto questo è inaccettabile.

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 della Costituzione Italiana), eppure il nostro Paese è stato tristemente protagonista di questa guerra. Negli scorsi anni rapporti, foto e reportage realizzati in Yemen hanno dimostrato che alcuni resti delle bombe esplose in zone civili, su case e villaggi in cui erano presenti famiglie con bambini, recavano il codice A4447 che riconduce ad una fabbrica di armi in Sardegna. Ora la vendita di quelle bombe è stata sospesa e le autorizzazioni approvate sono state revocate ma noi chiediamo che il blocco riguardi tutte le tipologie di armi utilizzate nel conflitto in Yemen.

Dopo aver fermato le bombe e i missili italiani venduti all’Arabia Saudita che le ha usate in Yemen contro i bambini e la popolazione civile, ora fermiamo la vendita di tutte le armi italiane alla Coalizione Saudita!

Milioni di bambini stanno vivendo orrori indescrivibili a causa della guerra in Yemen. Negli ultimi 3 anni 2.300 bambini sono stati uccisi a causa della guerra, colpiti per strada, bombardati mentre erano a scuola o nelle loro case. Sono un quarto di tutte le vittime civili. Tutto questo è inaccettabile!

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 della Costituzione Italiana), eppure il nostro Paese è tristemente protagonista di questa guerra. Negli scorsi anni rapporti, foto e reportage realizzati in Yemen hanno dimostrato che alcuni resti delle bombe esplose in zone civili, su case e villaggi in cui erano presenti famiglie con bambini, recavano il codice A4447 che riconduce ad una fabbrica di armi in Sardegna. Ora la vendita di quelle bombe è stata sospesa e le autorizzazioni approvate sono state revocate ma noi chiediamo che il blocco riguardi tutte le tipologie di armi utilizzate nel conflitto in Yemen.

In Yemen migliaia di bambini stanno vivendo orrori indescrivibili e rischiano la vita a causa di una guerra in cui vengono utilizzate anche armi italiane. Il loro diritto a crescere in un contesto di pace ed essere protetti è costantemente violato. 

Negli scorsi anni rapporti, foto e reportage realizzati in Yemen hanno dimostrato che alcuni resti delle bombe esplose in zone civili, su case e villaggi in cui erano presenti famiglie con bambini, recavano il codice A4447 che riconduce ad una fabbrica di armi in Sardegna. Con il supporto di persone come te e il lavoro di tante associazioni impegnate con noi su questo tema, lo scorso 29 gennaio abbiamo raggiunto un importante risultato: il Governo Italiano ha revocato le autorizzazioni per l'esportazione di missili e bombe d'aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, materiali bellici utilizzati nel conflitto in Yemen. Ma noi chiediamo che il blocco riguardi tutte le tipologie di armi utilizzate nel conflitto in Yemen.

In Yemen migliaia di bambini sono stati uccisi a causa della guerra, colpiti per strada, bombardati mentre erano a scuola o nelle loro case.  Bambini e bambine come Razan rischiano continuamente la vita e saranno segnati per sempre da questa guerra. Noi adulti abbiamo il dovere di proteggerli.

Nel conflitto in Yemen vengono utilizzate armi prodotte in Italia. Puoi cambiare la vita di questi bambini chiedendo al Governo di bloccarne la vendita.

Negli scorsi anni rapporti, foto e reportage realizzati in Yemen hanno dimostrato che alcuni resti delle bombe esplose in zone civili, su case e villaggi in cui erano presenti famiglie con bambini, recavano il codice A4447 che riconduce ad una fabbrica di armi in Sardegna. Ora la vendita di quelle bombe è stata sospesa e le autorizzazioni approvate sono state revocate ma noi chiediamo che il blocco riguardi tutte le tipologie di armi utilizzate nel conflitto in Yemen.

Cosa chiediamo?

  • È necessario che il Governo fermi l’esportazione, il transito e le spedizioni di tutte le tipologie di armi, non solo bombe e missili, e verso tutta la Coalizione Saudita (non solo quindi Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti ma anche Kuwait, Bahrein, Giordania, Senegal e Sudan) e verso ogni attore, statale o privato, che partecipa alle ostilità in corso in Yemen.
  • Chiediamo che le relazioni annuali presentate al Parlamento sul commercio e la vendita delle armi siano più trasparenti e contengano informazioni dettagliate sulla tipologia di armi e relativi destinatari.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

Con un atto di importanza storica il 29 gennaio 2021 il Governo Italiano ha deciso di revocare, non solo sospendere, le autorizzazioni in corso per l'esportazione di missili e bombe d'aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, di materiali bellici utilizzati nel conflitto. Un obiettivo che sembrava quasi impossibile da raggiungere 2 anni fa, quando abbiamo lanciato la nostra petizione. Proprio per questo però, non dobbiamo fermarci proprio ora! La rilevanza che la guerra in Yemen ha avuto e continua ad avere nell’opinione pubblica è stata uno stimolo ed un pungolo per i decisori politici. È quindi fondamentale continuare a mantenere alta l'attenzione per estendere il divieto di esportazione a tutte le categorie di armamento e verso tutti i membri della coalizione a guida saudita, proposta prospettata dalla stessa Risoluzione parlamentare del dicembre 2020.

Le tappe fino ad oggi

  • Febbraio 2019, abbiamo lanciato la nostra campagna “Stop alla guerra sui bambini”, per denunciare le drammatiche condizioni di vita dei più piccoli nei tanti conflitti del mondo.
  • Marzo 2019, in occasione del quarto anniversario della guerra in Yemen abbiamo acceso i riflettori su questo conflitto che vedeva il nostro paese tristemente protagonista, con le bombe fabbricate in Italia e poi vendute alla Coalizione Saudita per essere utilizzate per colpire case, villaggi e per uccidere i bambini. Abbiamo quindi lanciato una petizione chiedendo a gran voce Stop alle armi in Yemen.
  • Tra marzo e giugno 2019 abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme, inclusa la tua, che ci hanno aiutato a fare pressione sul governo italiano.
  • Il 19 Luglio 2019 abbiamo organizzato un flash mob davanti al Parlamento insieme ad Amnesty International Italia, Oxfam Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo e molti altri. Tutti insieme abbiamo rappresentato simbolicamente una “pioggia di bombe” per tenere alta l’attenzione su una gravissima crisi umanitaria al mondo
  • Nel 2020 insieme ad una ampia coalizione di organizzazioni abbiamo continuato a tenere alta l'attenzione sul tema con lettere di denuncia, interrogazioni parlamentari, rapportieventi, certi di avere l’appoggio di migliaia di persone come te.
  • Il 29 Gennaio 2021 abbiamo ottenuto che il Governo confermasse la sospensione e revocasse le autorizzazioni alla vendita di bombe e missili utilizzate nel conflitto in Yemen.

La soddisfazione per questo importante risultato ci fa credere ancora una volta fermamente nel potere di cambiare le cose tutti assieme. Ci deve inoltre motivare ad impegnarci ancora di più per raggiungere l’obiettivo finale: lo stop all'esportazione di tutte le armi italiane usate contro i bambini in Yemen.
 

Sei gravi violazioni dei diritti dei minori in conflitto

Tre anni dopo la creazione del ruolo di Rappresentante Speciale per i Minori e i conflitti armati, nel 1999, ci fu la prima risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sui minori e i conflitti armati. La risoluzione individuava e condannava 6 gravi violazioni dei diritti dei minori nei conflitti armati, che sono:

  1. Uccisione e mutilazione di bambini;
  2. Reclutamento o utilizzo di bambini come soldati;
  3. Violenza sessuale contro i bambini;
  4. Attacchi contro scuole o ospedali;
  5. Impedimento dell’assistenza umanitaria ai bambini;
  6. Sequestro di bambini.

Annualmente il Segretario Generale delle Nazioni Unite e il suo Rappresentante Speciale producono un rapporto che analizza nel dettaglio l’andamento della tutela dei diritti dei bambini nei conflitti internazionali attraverso la lente delle 6 gravi violazioni.

Impatto sui bambini

Impatto diretto - i bambini differiscono psicologicamente, anatomicamente e fisiologicamente dagli adulti nelle loro risposte alle ferite causate dai conflitti [1]. I bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell’utilizzo di armi esplosive e muoiono più facilmente come conseguenza di lesioni da esplosione [2]. Studi epidemiologici [3] dimostrano che le ferite da penetrazione (ad esempio da proiettili) al viso, alla testa, al collo, agli arti superiori e al tronco si riscontrano nell’80% dei pazienti minori, decisamente una percentuale più alta del 31% degli adulti [4]. L’esposizione prolungata al conflitto può inoltre causare ai bambini stress tossico con sintomi come ricominciare a fare pipì a letto, autolesionismo, tentativi di suicidio e comportamenti aggressivi o regressivi. Se non trattate, le conseguenze di lungo periodo dello stress tossico è molto probabile siano irreversibili causando danni alla loro salute fisica e mentale per il resto della vita [5].

Impatto indiretto - i bambini sono anche particolarmente vulnerabili all’impatto indiretto della guerra: la distruzione delle loro case e delle strutture civili (ad esempio tralicci elettrici, provviste di acqua potabile, strutture igienico sanitarie, mercati e scuole), la distruzione di servizi essenziali (inclusi i programmi di vaccinazione, i servizi sanitari e educativi) e l’insicurezza alimentare lasciano i bambini altamente vulnerabili alla malnutrizione, alle malattie, a problemi psico-sociali e alla deprivazione materiale che può minare il loro sviluppo con possibili conseguenze durature.

Approfondimenti e link esterni:

  1. Rapporto War on Children 2019
  2. Centre for Blast Injury Studies, Imperial College London, The Impact of Blast Injury on Children: A Literature Review, September 2017
  3. Quintana DA, Jordan FB, Tuggle DW, Mantor PC, Tunell WP. The spectrum of pediatric injuries after a bomb blast. J Pediatr Surg. 1997;32(2):307–11
  4. Bendinelli C. Effects of land mines and unexploded ordnance on the pediatric population and comparison with adults in rural Cambodia. World J Surg. 2009;33(5):1070–4
  5. Save the Children, Invisible Wounds: The impact of six years of war on the mental health of Syria’s children, 2017.