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Clima, Conferenza di Cancun: Save the Children, i bambini più poveri 10 volte più a rischio di essere colpiti dai disastri climatici rispetto ai bambini che vivono in famiglie più benestanti

Secondo una nuova ricerca(1) di Save the Children, il 67% dei bambini più poveri dell’Etiopia ha vissuto lo shock di un disastro ambientale, rispetto al 6,5% dei bambini appartenenti a famiglie più ricche del paese. I bambini più colpiti vivono prevalentemente nelle aree rurali dove carestie e alluvioni distruggono i raccolti e le case.

Anche l’appartenenza a particolari gruppi etnici e caste determina la maggiore vulnerabilità ai cambiamenti climatici. In Vietnam - secondo lo studio di Save the Children - i bambini di etnia
H’mong corrono un rischio 7 volte maggiore, rispetto all’etnia maggioritaria Kinh, di essere colpiti dalla carestia. Nello stato indiano dell’ Andhra Pradesh i bambini dei gruppi più marginali corrono un rischio 6 volte maggiore di essere vittime delle alluvioni rispetto ai coetanei più benestanti.

Lydia Baker, esperta per Save the Children di politica umanitaria commenta:

“I maggiori disastri ambientali del 2010 hanno colpito le nazioni più povere del mondo e, all’interno di esse, i più colpiti sono stati i bambini delle comunità più povere. Un ciclone o una violenta alluvione significano perdita della casa e dunque maggiore esposizione dei bambini a malattie come polmonite o malaria. Quando una carestia o pestilenza distruggono i raccolti, spesso i genitori non hanno alcuna possibilità e risorsa alternativa per garantire cibo e il nutrimento minimo ai propri figli”.

Save the Children prevede un aumento di eventi calamitosi, come effetto dei cambiamenti climatici: carestie, cicloni, alluvioni, distruzione dei raccolti anche a causa di insetti infestanti come le locuste, saranno sempre più frequenti e devastanti. Si stimano in 175 milioni ogni anno i minori colpiti da disastri naturali; 400.000 si calcola che perderanno la vita a seguito di tali calamità entro il 2030; inoltre si prevede che di qui al 2050 25 milioni in più di bambini saranno malnutriti.

Il 2010 ha battuto tutti i record segnalandosi - anche rispetto al 2004-2005 con lo tsunami - come l’anno più caldo e anche come l’anno in cui la spesa per emergenze umanitarie ha raggiunto il picco più elevato, di 14 miliardi di dollari.

Lydia Baker prosegue: “I leader del mondo riuniti a Cancun questa settimana hanno l’opportunità di salvare le vite di milioni di bambini la cui prospettiva è di stare sempre peggio a causa dei cambiamenti climatici”.

“E’ necessario che si arrivi a un chiaro e stringente accordo sui fondi per l’ adeguamento ai cambiamenti climatici(2), che ponga al centro e come priorità i bambini e le comunità più povere, le meno responsabili eppure le più colpite dai cambiamenti climatici. Non fare questo è inaccettabile. L’obiettivo stabilito di riduzione dei gas serra è già basso e per di più i progressi sono lenti, il che rende ancora più necessario l’accordo e l’impegno sui finanziamenti. Tali fondi debbono raggiungere le comunità più povere, contribuendo a modificare realmente le condizioni di vita delle persone e non semplicemente a costruire dighe o nuove strade”.

Sono disponibili portavoce di Save the Children a Cancun

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06.48070023-071-001/338.7518129
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it

NOTE
1. Condotta in India (nello Stato dell’Andra Pradesh), Etiopia e Vietnam ha preso in esame 3.000 bambini in ogni paese, per un totale di quasi 10.000 bambini.

2. Si tratta dei fondi che servono ad aiutare persone e comunità ad adeguarsi ai cambiamenti climatici. Ad essi si affiancano i fondi per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici.