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Gaza, Save the Children: immediato stop all’embargo sugli aiuti e sul movimento delle persone: per 780.000 bambini le condizioni sono drammatiche

Save the Children è profondamente colpita e scioccata dalla morte di alcune delle persone a bordo della Free Gaza Movement Flotilla. Questa tragedia non fa altro che confermare l’assoluta e urgente necessità di porre fine all’embargo su Gaza che mette a rischio la sopravvivenza di 780.000 bambini palestinesi che non possono contare su sufficiente cibo, acqua e medicine .

Le forti restrizioni da parte di Israele sull’entrata ed uscita di beni e persone a Gaza- ormai in essere dal 2007 - fa sì che tre quarti della popolazione palestinese, ovvero oltre 1.100.000 tra adulti e bambini dipendono per la loro sopravvivenza dagli aiuti alimentari.

Jasmine Whitbread, Direttore Generale di Save the Children, dice: “i bambini a Gaza hanno fame a causa dei notevoli impedimenti all’ingresso di cibo nell’area, e stanno morendo perché non possono lasciare Gaza per avere quelle cure mediche di cui hanno urgente bisogno. Centinaia di migliaia di bambini stanno crescendo senza avere un’istruzione decente perché gli edifici scolastici sono gravemente danneggiati e a causa delle restrizioni nel passaggio e rifornimento di materiali edili, non possono essere ristrutturati. Sono i bambini che stanno pagando il prezzo più caro dell’embargo”.

E finché permarrà questo blocco alle frontiere di Gaza, la salute e l’equilibrio psicologico dei minori palestinesi saranno ulteriormente danneggiati con possibili devastanti conseguenze per loro stessi e il futuro della regione.

Continua Jasmine Whitbread: “Israele e l’Egitto debbono consentire pieno accesso dentro e fuori Gaza per beni e persone ed è responsabilità della comunità internazionale assicurare la fine immediate dell’embargo. Le vite di centinaia di migliaia di bambini dipendono da questo”.

Save the Children a Gaza
Save the Children lavora a Gaza dal 1973 fornendo cibo, acqua, assistenza medica, istruzione e supporto psicologico ai bambini. Solo nell’ultimo anno, dopo l’operazione israeliana Piombo fuso, l’organizzazione ha portato soccorso a più di 358.300 persone, di cui oltre 200.600 bambini.
Save the Children Italia, in particolare, ha avviato quest’anno un progetto finanziato dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo, per la protezione e il recupero di bambini e adolescenti di Qarara e Khoza’a, tra le zone più colpite dalle attività militari. Oltre 1.000 i minori direttamente beneficiari del progetto.


Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48070071-23
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it