Giornata dell’Alimentazione: i conflitti sono stati la causa della fame per 63 milioni di bambini, oltre la metà dei 118 milioni che l’hanno sofferta globalmente nel 2025.
Dei circa 118 milioni di bambini che hanno sofferto la fame nel 2025, quasi 63 milioni – oltre la metà – sono stati costretti a questa situazione dai conflitti, e non dalla siccità, da eventi climatici estremi né da crisi economiche, secondo una nuova analisi dei dati condotta da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione[1].
Dall’analisi di Save the Children dei dati dell'Integrated Food Security Phase Classification (IPC), la principale autorità mondiale per il monitoraggio della fame, emerge che i conflitti sono stati una delle cause principali delle forme più gravi di fame nei bambini nel 2025. Dei 18 milioni di minori che hanno sofferto la fame a livelli di emergenza in oltre 35 crisi (livello IPC 4+), 11 milioni, ovvero oltre sei su dieci (61%), si trovavano in Paesi in cui i conflitti sono la principale causa di fame, evidenziando il ruolo della violenza e della guerra nelle peggiori crisi alimentari mondiali[2].
Sebbene non tutti i Paesi siano analizzati dall'IPC o inclusi nel suo Rapporto globale sulle crisi alimentari, i dati coprono la maggior parte delle peggiori crisi alimentari del mondo.
A livello globale, un bambino su sei vive in un'area colpita da conflitti, rispetto a circa il 10% di dieci anni fa[3]. I conflitti rimangono la principale causa di fame nel mondo e hanno un impatto devastante sulla capacità delle persone di coltivare o acquistare cibo, costringono le famiglie ad abbandonare le proprie case e distruggono terreni agricoli e infrastrutture. In alcuni dei casi più gravi, la fame viene utilizzata come metodo di guerra.
In Sudan e nella Striscia di Gaza, il conflitto, unito a un accesso fortemente limitato degli aiuti, ha portato alla dichiarazione di carestia rispettivamente nel 2024 e nel 2025, questo vuol dire che i bambini si sono trovati ad affrontare le forme più estreme di fame. Oltre mezzo milione di persone a Gaza e 638.000 persone in Sudan, metà delle quali bambini in entrambi i luoghi, affrontano una fame catastrofica e un rischio maggiore di morte, in aggiunta circa mezzo milione di bambini a Gaza e 3,8 milioni in Sudan sono stati individuati come a un passo dalla catastrofe nell'IPC4[4].
“Il 2025 è stato un anno devastante per milioni di bambini intrappolati nei conflitti più brutali del mondo. Oltre 60 milioni di loro soffrono la fame, e più di 11 milioni sono in condizioni talmente gravi da dover ricorrere a misure disperate per sopravvivere. Nel ventunesimo secolo, la carestia è un fenomeno causato dall’uomo ed è assolutamente prevenibile. Nessun bambino dovrebbe morire di fame o malnutrizione”, ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children. “Senza cibo sufficiente e una corretta alimentazione, i bambini non possono crescere, imparare, giocare. Dovrebbero essere al sicuro, circondati dagli amici, seduti in un’aula scolastica, non costretti a preoccuparsi di cosa – o se – mangeranno. La comunità internazionale ha il potere e la responsabilità di porre fine alle crisi alimentari, intervenendo per fermare i conflitti che le alimentano, garantendo cure e protezione nei primi 1.000 giorni di vita di ogni bambino e bambina, il periodo più critico per la crescita durante il quale l’intervento può davvero fare la differenza – e costruendo sistemi alimentari e sanitari più resilienti. Porre fine alla fame richiede volontà politica per risolvere i conflitti e garantire un accesso umanitario illimitato.”
Save the Children fornisce da oltre 100 anni supporto nutrizionale salvavita ai bambini, compreso supporto economico per rafforzare le reti di sicurezza a disposizione delle famiglie in crisi. Tra il 2022 e il 2024, l’Organizzazione ha sostenuto 43,5 milioni di bambini e le loro famiglie in tutto il mondo per prevenire la malnutrizione, ma questo supporto è ora a rischio.
Per continuare il proprio operato, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Save the Children rilancia la campagna di sensibilizzazione “Emergenza fame”, per richiamare l’attenzione sulla malnutrizione infantile, che dopo decenni di progressi ha subito una drammatica inversione di tendenza.
Dal 10 ottobre al 9 novembre è possibile sostenere la campagna, per dare cibo terapeutico, acqua e cure mediche a tanti bambini malnutriti, donando 2 euro con un SMS al 45583 dal proprio cellulare personale WindTre, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Fastweb, Coop Voce, Tiscali; 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WindTre, Fastweb, Tiscali, Geny Communications e 5 euro da Convergenze, PosteMobile.
Testimonial della campagna di Save the Children è Cesare Bocci, Ambasciatore dell’Organizzazione che ha visitato i progetti in Somalia.
Spazi editoriali saranno messi a disposizione daSky per il Sociale, Mediaset, La7, Tv 2000.
Nel weekend del 25 e 26 ottobre, grazie al supporto della Lega serie A, tutte le squadre della Serie A TIM scenderanno in campo per supportare Save the Children invitando tutti i tifosi a contribuire con una semplice donazione.
#emergenzafame
Un breve video è disponibile qui:
https://vimeo.com/1123568453/0990b7eb49
Per informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children
Tel. 3389625274 - 3316676827 - 3409367952 – 3385791870
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
[1]Save the Children ha utilizzato i dati più recenti sull'insicurezza alimentare acuta forniti dall'IPC, come riportato nell'aggiornamento di metà anno del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari (GRFC) di settembre 2025 (e in tutte le successive valutazioni IPC rese disponibili da allora) e ha considerato i Paesi in cui il conflitto era la causa principale, come riportato nel rapporto GRFC del 2025 e aggiornato utilizzando il rapporto Hunger Hotspots del 2025 e le successive valutazioni IPC. Laddove erano disponibili sia il numero attuale che quello previsto di persone in condizioni di insicurezza alimentare per il 2025, è stato utilizzato il numero più alto. In una minoranza di casi (principalmente quando i dati sulla sicurezza alimentare nel GRFC provengono dai Piani di Risposta Umanitaria delle Nazioni Unite del 2025), i dati più recenti si riferiscono al 2024. Le stime di bambini si basano sui dati del Rapporto Mondiale sulle Prospettive della Popolazione delle Nazioni Unite e sono state applicate al numero di persone che affrontano le fasi IPC3, IPC4 e IPC5 in ciascuna fase per Paese. Si tratta appunto di una stima, poiché i numeri saranno probabilmente più alti per le famiglie più povere, quelle più a rischio di fame.
[2]Secondo la scala IPC, un sistema di monitoraggio per la valutazione delle emergenze legate alla fame, la Fase 3 è una crisi, la Fase 4 è un'emergenza e la Fase 5 è utilizzata quando la situazione è catastrofica, ovvero lo scenario peggiore caratterizzato da fame, morte, livelli di malnutrizione acuta estremamente critici e, in alcuni casi, carestia. L'indignazione internazionale spesso si scatena quando si raggiunge la Fase 5, ma la realtà è che anche nella Fase 3 le famiglie sono costrette a prendere decisioni impossibili, con livelli di malnutrizione e fame già inaccettabilmente elevati.