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Haiti: 4 anni dopo si intravede la luce alla fine del tunnel ma ancora 60.000 bambini vivono nei campi sfollati e 100.000 soffrono di malnutrizione in tutto il Paese

 L’Organizzazione intensifica e garantisce la continuità di intervento.

Nel 2013, oltre 16.000 bambini raggiunti con programmi di salute e nutrizione; minori soli nei campi a rischio sfruttamento e abuso, l’Organizzazione insegna a 11.000 di loro come proteggersi e istituisce un numero verde per le segnalazioni; nessun futuro senza educazione, 119 scuole coinvolte per insegnare la lettura ai più piccoli ; il colera è ancora una grave minaccia, con il 50% dei casi globali in un paese che rappresenta 0,0002% della popolazione mondiale. 10 le unità anticolera aperte 24 su 24.

Il 12 gennaio 2010 fu un giorno di profonda tragedia per Haiti. Quattro anni dopo il devastante terremoto, i danni sono ancora difficili da accertare, ma si inizia a vedere la fine: oltre l’89% della popolazione sfollata ha abbandonato i campi, l’incidenza del colera è stata dimezzata dal 2010 e la grave insicurezza alimentare che subito dopo il dramma ha colpito 1.5 milioni di persone è stata drasticamente ridotta a 600.000 casi. Progressi importanti e possibili grazie al lavoro continuativo e tenace di tante organizzazioni umanitarie e agli sforzi della popolazione haitiana che ha dimostrato un’incredibile resilienza. Ma non basta, adesso è il momento di capitalizzare i progressi per apportare un cambiamento vero e duraturo che abbia un impatto reale e positivo soprattutto sull’infanzia haitiana, quale futuro del Paese.

Il 30% dei 10 milioni di haitiani infatti, a diversi livelli, soffre ancora l’impatto e le conseguenze del terremoto. Oltre 145.000 persone vivono ancora nei campi sfollati dal 2010 e di questi 60.000 sono bambini. Oltre 100.000 minori su tutto il territorio nazionale soffrono di malnutrizione. I bambini stanno crescendo giorno dopo giorno con grande difficoltà, talvolta impossibilità, ad accedere a beni e servizi di base come acqua, igiene, cure mediche o la possibilità di andare a scuola. “Non può assolutamente essere questa la strada per la ricostruzione, le soluzioni per invertire la rotta sono provate, efficaci e disponibili” afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “È evidente che Haiti non è più tra le priorità di intervento per la comunità internazionale, ma Save the Children teme che i bisogni disattesi di oggi potrebbero amplificarsi fino a diventare necessità catastrofiche di domani, comportando nel lungo periodo costi maggiori e sacrifici immani per intere generazioni”.

Save the Children lavora fianco a fianco con il Governo haitiano, le comunità locali, gli adolescenti e i bambini per mettere in campo soluzioni sostenibili che riducano il rischio di esposizione a futuri disastri e aumentino la capacità di risposta della popolazione di fronte alla tragedia. Allo stesso tempo, l’Organizzazione sta implementando soluzioni per compiere interventi di lungo periodo per la salute, l’igiene ed l’educazione dei bambini, continuando a rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione in partenariato con le più grandi organizzazioni umanitarie internazionale.

“Gli sforzi continuativi e necessari messi in campo non possono dare i frutti sperati in una notte, sono risultati che si ottengono con una continua determinazione, pazienza e la forte volontà  di trasformare le vite degli altri. Dopo il terremoto sono state fatte molte promesse alla popolazione haitiana. E Save the Children è intenzionata a mantenere le sue” conclude Valerio Neri. 

L’Organizzazione è presente e opera ad Haiti da oltre 30 anni. Dalla notte del 12 gennaio 2010, Save the Children ha garantito i più imminenti sforzi nella sua storia di risposta all’emergenza nell’emisfero occidentale. Grazie alla generosità di tanti donatori, ha raggiunto oltre un milione di bambini e adulti attraverso i suoi progetti. Monitora costantemente l’avanzamento dei programmi di salute e nutrizione, educazione e protezione dei minori per assicurare ai bambini e alle loro famiglie che i fondi raccolti vengano spesi efficacemente e che gli interventi abbiano un impatto reale e positivo sulla popolazione, assicurando soluzioni stabili e durevoli in un paese al collasso infrastrutturale.

Haiti 4 anni dopo: la risposta all’emergenza e gli interventi di Save the Children 

Salute e nutrizione

Nel 2013, Save the Children ha distribuito vitamine e micronutrienti e i suoi programmi di salute e nutrizione hanno raggiunto 16.524 bambini, tra cui molti con menomazioni all’udito e alla vista. La strategia adottata dall’Organizzazione ha previsto da una parte il supporto agli operatori e ai volontari sanitari locali nell’accrescimento di nuove capacità di intervento e, dall’altra, l’aiuto a bambini e famiglie per migliorare le condizioni igieniche e sanitarie e prevenire così malattie gravi come il colera.  Dal 2014, Save the Children lavorerà al fianco del Governo haitiano per rafforzare il sistema sanitario nella parte settentrionale del Paese, attraverso un approccio che combinerà finanziamenti per l’accesso alle cure sanitarie con gli strumenti appropriati per raggiungere i risultati sperati nel comparto salute. Un esempio di intervento di successo che rispecchia tale approccio è stato il programma “Helping Babies Breathe”, che si avvale di una serie di tecniche collaudate per aumentare il tasso di sopravvivenza dei neonati.

Educazione

Haiti ha fatto progressi considerevoli in termini di accesso all’educazione; le iscrizioni alle scuole elementari sono cresciute dal 49,6% del 2006 al 77% del 2012. La sfida adesso è assicurare che questi studenti ricevano un’educazione di qualità. Ad Haiti, Save the Children ha potuto verificare infatti che soltanto il 20% degli studenti imparano a leggere entro la seconda elementare e solo il 25% continua gli studi dopo tale grado di istruzione. Il cuore dell’intervento di Save the Children è stato dunque la “Quality Eduction Initiave” che nel 2013 ha coinvolto 119 scuole con il Programma “Leggere è il nostro Futuro”; l’Organizzazione inoltre continua ad offrire spazi di apprendimento sicuri, offre formazione alle insegnanti, mobilita le comunità a sostegno dell’educazione dei bambini per rafforzare la capacità a livello regionale e nazionale di migliorare la qualità di base dell’educazione nel Paese. In questo modo, è raddoppiato il tasso di alfabetizzazione dei bambini coinvolti in tali programmi e 970 insegnanti e dirigenti scolastici sono stati formati per l’insegnamento di qualità ai bambini. Il coinvolgimento dei genitori nelle attività scolastiche ha fornito un’ulteriore chiave di successo per migliorare sensibilmente il livello dell’educazione, tramite la formazione di gruppi di 119 di consultazione composti da genitori e insegnanti per creare un ponte tra il sistema scolastico e quello familiare, l’apertura di 40 librerie grazie alla mobilitazione delle comunità locali e 18 campi di lettura estivi nel solo  2013, impostati e condotti dalle stesse comunità. Circa 1.800 ragazzi e ragazze sono stati iscritti ai centri pre-scolastici sostenuti da Save the Children e insieme alla Banca per lo Sviluppo Internazionale e il Ministero dell’Educazione haitiano è stata completata una valutazione dei bisogni nazionali connessi allo sviluppo della prima infanzia. 

Protezione minori

Sono tanti i minori soli che vivono senza un membro della famiglia nei campi sfollati, e per loro il rischio di abusi, violenza e sfruttamento sessuale è altissimo. Per questo la risposta di Save the Children ha previsto la creazione di 43 comitati per la protezione dei minori attraverso un capillare coinvolgimento della comunità locale. L’Organizzazione ha formato i membri adulti sui diritti dei minori e sulla prevenzione di episodi di violenza sessuale e di genere, oltre a dotarli delle informazioni necessarie per fornire risposta e supporto ai bambini vittime di abusi. 

Save the Children ha insegnato ad oltre 11,000 bambini come difendersi e, tramite la metodologia “da bambino a bambino”, a trasferire ai propri coetanei le tecniche di protezione dagli abusi. L’Organizzazione inoltre collabora con il dipartimento Politiche Sociali del Governo haitiano per trasferire e rafforzare la capacità di protezione dei minori a rischio; ha così formato circa 30 funzionari governativi e creato insieme al Governo un numero verde a giugno 2012 per consentire ai bambini in condizioni di vulnerabilità di fare le proprie segnalazioni. Save the Children ritiene infatti che la condivisione delle conoscenze e degli strumenti a più livelli sia indispensabile per una risposta efficace e di lungo periodo. 

Colera

Il colera resta una delle più gravi minacce per la salute della popolazione haitiana. Dal terremoto del 2010, sono stati circa 9.000 i casi di morte che hanno interessato anche moltissimi bambini. Ad Haiti risiede lo 0,0002% della popolazione mondiale, ma in quella stretta lingua di terra si concentra il 50% dei casi di colera a livello globale. Save the Children ha distribuito farmaci e kit per l’igiene e la salute a tantissime famiglie e ha condotto massicce iniziative pubbliche di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza del rischio e la sua prevenzione. A Port-au-Prince, Leogane, Maissade e nella regione sud-orientale, dal 2010 l’Organizzazione ha creato 10 unità per il trattamento dei casi di colera aperte 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e ha aperto 36 centri di reidratazione per rendere disponibili a tutti medicine, acqua potabile e tavolette per il trattamento di potabilizzazione. 

Nel 2013 infine, Save the Children ha fornito supporto ad un grande centro per il trattamento dei casi di colera nella comunità rurale di Dessalines, offrendo assistenza medica di emergenza a circa 177.000 persone e riducendo così il tasso di mortalità allo 0,01% - rispetto al 4% di altre regioni del Paese - con quasi tutti i bambini di età inferiore ai cinque anni sopravvissuti alla malattia.  

L’efficacia del lavoro in rete

Presente ad Haiti dal 1978 come una delle più grandi organizzazioni umanitarie di matrice internazionale, Save the Children è stata invitata dalle Nazioni Unite a condurre fasi delicate della risposta all’emergenza, o a partecipare alle attività insieme alle altre agenzie umanitarie al fine di assicurare nel medio-lungo periodo la capillarità di interventi specializzati e specifici nelle diverse aeree del Paese. Sono stati pertanto messi in piedi programmi in materia di educazione insieme ad Unicef, soluzioni per migliorare l’accesso all’educazione dei minori haitiani e la formazione e il recruitment degli insegnanti in collaborazione con CARE, Mercy Corps, World Vision e il Ministero dell’Educazione haitiana; Save the Children ha inoltre condotto gli interventi di salute per conto delle Nazioni Unte nelle città danneggiate di Leogane e Jacmel, ha partecipato attivamente al Gruppo di Tracciabilità e Riunificazione familiare anche con mansioni di coordinamento, e ha gestito il numero verde per la protezione dei minori a rischio sfruttamento, abuso e violenza prima che diventasse di competenza governativa.

È possibile scaricare la versione integrale del rapporto al seguente link 

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia 

333/7478171

press@savethechildren.it, www.savethechildren.it