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Infanzia, IMPOSSIBILE 2022: LA SETE E L’ACQUA CHE UCCIDONO

L’acqua è vita ma la sua mancanza o il suo eccesso possono toglierla o renderla complicata. Lo sanno bene i bambini e le bambine di alcuni paesi che si trovano, sin dalla nascita, a fare i conti con la siccità. Intere nazioni vengono messe in ginocchio da stagioni delle piogge scarse o quasi inesistenti o per contro da alluvioni che spazzano via tutto. Se n’è discusso all’interno del panel “Le crisi globali: conflitti e crisi climatica” durante l’evento IMPOSSIBILE 2022 di Save the Children, nel corso del quale sono state avanzate proposte e analizzati specifici contesti.

In Somalia, negli ultimi dieci anni si sono contate tre grandi crisi di siccità (2011/12, 2016/2017 e 2021/22) che hanno colpito il 90% del Paese, distruggendo bestiame e fattorie, prosciugando pozzi e provocando fame di massa e sfollamento, un bambino su due soffre di malnutrizione cronica.  In Kenya e in Etiopia, dopo sette settimane, ci sono state solo leggere piogge e le previsioni non sono positive. Già 3,5 milioni di persone sono a corto di cibo in Kenya. Le cose non vanno diversamente in Etiopia dove una prolungata e devastante siccità sta distruggendo la capacità di recupero di bambini e famiglie, già logorati da 16 mesi di conflitto e due anni di pandemia COVID-19. Le famiglie di pastori hanno perso oltre 1,46 milioni di capi di bestiame. I bambini non hanno più latte, la loro principale fonte di nutrimento, e quasi 890.000 bambini sotto i cinque anni ora soffrono di malnutrizione.

Nello Zambia circa 1,5 milioni di persone, di cui circa 821.000 bambini, devono fare i conti con la scarsità di cibo e la siccità causata da piogge tardive, periodi di siccità prolungati, temperature estremamente elevate, sciami di insetti che devastano i campi e inondazioni. Fenomeni che incidono drammaticamente sulla produzione agricola tanto da innescare una grave crisi economica, dopo 15 anni di progresso ininterrotto, e i tassi di malnutrizione e di disuguaglianza nella distribuzione delle ricchezze tra i più alti al mondo. Sono 9,6 milioni, invece, i bambini che in Afghanistan soffrono la fame ogni giorno a causa di una terribile combinazione tra il collasso economico, congelamento degli aiuti, gli effetti della guerra in Ucraina e la siccità in corso.

Se in queste aree è la mancanza dell’acqua ad affamare e costringere alla migrazione intere popolazioni, dall’altra del globo - dal Perù al Burundi, passando per il Madagascar – i cambiamenti climatici provocano eventi estremi drammatici, come piogge estreme, che causano tra l’altro inondazioni che uccidono.

Nella regione dell'Amazzonia peruviana intere famiglie rischiano di essere sfollate per la terza volta in sei mesi. Dal novembre 2021, infatti, hanno dovuto affrontare due devastanti terremoti e piogge estreme, che hanno a loro volta causato una serie di frane e gravi inondazioni, che hanno travolto e spazzato via i loro rifugi temporanei. In Burundi negli ultimi anni almeno 103.305 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa degli shock climatici. Oltre l'84% di tutti gli sfollati interni in Burundi hanno dovuto abbandonare le proprie case a causa di disastri naturali, in particolar modo a causa dell'innalzamento del lago Tanganica, il secondo lago più grande dell'Africa.  Il ciclone Batsirai ha attraversato il Madagascar all’inizio di febbraio 2022, solo quindici giorni dopo la tempesta Ana, causando inondazioni, smottamenti, vittime e costringendo 72.000 persone a lasciare le proprie abitazioni. Più di 550 scuole sono state totalmente o parzialmente distrutte lasciando circa 10.000 studenti senza istruzione.