345 milioni le persone che soffrono di fame acuta, un numero che è più che raddoppiato rispetto al 2019. Nonostante le promesse dei leader mondiali, la carestia è di nuovo imminente in Somalia e nel mondo 50 milioni di persone sono sull'orlo della fame in 45 Paesi
Ogni quattro secondi, secondo le stime [1], una persona muore di fame. Alla luce di questi numeri drammatici, 238 Organizzazioni non governative locali e internazionali - tra cui Save the Children - chiedono ai leader riuniti nella settantasettesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite di intraprendere un'azione decisiva per porre fine alla crescente crisi della fame nel mondo.
Le ONG di 75 Paesi diversi hanno firmato una lettera aperta [2] in cui esprimono indignazione per l’incredibile aumento della fame e chiedono di agire. Sono ben 345 milioni le persone che soffrono di fame acuta3, un numero che è più che raddoppiato rispetto al 2019.
Sebbene i leader mondiali avessero promesso di non permettere mai più il verificarsi di una carestia nel XXI secolo, questa è di nuovo imminente in Somalia e nel mondo 50 milioni di persone sono sull'orlo della fame in 45 Paesi diversi.
"È assurdo che, con tutta la tecnologia usata in agricoltura e nelle tecniche di raccolta, si parli ancora di carestia nel XXI secolo. Non riguarda un Paese o un continente, la fame non ha mai una sola causa. Si tratta dell'ingiustizia dell'intera umanità. È estremamente doloroso vedere persone che soffrono mentre altre, con cui condividono lo stesso pianeta, hanno cibo in abbondanza. Non dobbiamo aspettare un momento di più per concentrarci sia sulla fornitura immediata di cibo salvavita sia sul sostegno a lungo termine, in modo che le persone possano prendere in mano il proprio futuro e provvedere a se stesse e alle proprie famiglie", ha dichiarato Mohanna Ahmed Ali Eljabaly della Yemen Family Care Association, tra i firmatari della lettera.
"Niente acqua e niente cibo, una vita senza speranza. I miei figli stanno morendo di fame e rischiano la vita. Se non ricevono del cibo, temo che moriranno" ha raccontato Sumaya, una madre di 32 anni che vive con i suoi quattro figli in un campo di sfollati nella regione somala dell'Etiopia. Lei e i suoi figli sono tra i milioni di persone che stanno affrontando livelli catastrofici di fame.
La crisi della fame a livello globale è stata alimentata da un mix letale di povertà, ingiustizia sociale, disuguaglianza di genere, conflitti, cambiamenti climatici e shock economici con gli impatti persistenti della pandemia COVID-19 e della crisi in Ucraina che hanno fatto lievitare ulteriormente i prezzi dei generi alimentari e il costo della vita. Coloro che hanno il potere e il denaro per cambiare questa situazione devono unirsi per rispondere meglio alle crisi attuali e per prevenire e prepararsi a quelle future.
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[1 ] Il calcolo del tasso di mortalità stimato per fame al secondo è stato calcolato applicando i limiti del tasso di mortalità grezzo dell'IPC per la Fase 3 dell'IPC, meno un normale tasso di mortalità giornaliera di 0,22 per 10.000 persone al giorno, al recente Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari aggiornato a metà anno per il 2022 (pubblicato il 12/09/22), che indica 205,1 milioni di persone in Fase 3 dell'IPC di Insicurezza Alimentare Acuta o peggiore (Fasi IPC: 3 Crisi, 4 Emergenza e 5 Catastrofe), che necessitano di assistenza umanitaria immediata. Ciò equivale a una cifra compresa tra 7.745,7 e 19.701,7 persone che muoiono ogni giorno a causa della fame acuta, e tra 5,39 e 13,69 persone che muoiono al minuto. Ciò significa che muore una persona ogni 4,25-12 secondi. Si tratta di una stima prudente, poiché i tassi di mortalità per le persone in fase IPC 4 e 5 sono significativamente più alti.
[2] La lettera aperta, firmata da 238 ONG di 75 paesi, insieme alle raccomandazioni politiche, è consultabile in lingua inglese qui: https://sdg2advocacyhub.org/news/open-letter-un-member-states-global-food-crisis
[3] Gli attuali livelli di fame acuta sono 345 milioni. Nel 2019 erano 135 milioni: https://www.wfp.org/publications/wfp-global-operational-response-plan-update-5-june-2022