Salta al contenuto della pagina

Mortalità infantile: diminuisce lentamente o addirittura aumenta

Ma il cambiamento è possibile: in Ruanda la mortalità  infantile ridotta del 71,2% fra il 2000 e il 2013 e il 98% dei bambini di 1 anno vaccinati contro difterite-tetano-pertosse, secondo il nuovo rapporto di Save the Children “Lottery of Birth”

Gli sforzi per porre fine alla mortalità infantile dovuta a cause prevenibili,  hanno fatto sì che milioni di vite venissero salvate dall’inizio del nuovo secolo. Un progresso che però  maschera grandi disuguaglianze: i gruppi di bambini più svantaggiati socialmente, economicamente e per etnia, sono stati lasciati indietro rispetto ai loro coetanei benestanti in più di tre quarti dei paesi in via di sviluppo. Fra questi bambini e in queste aree del mondo si registra un incremento della mortalità infantile e differenze crescenti nelle condizioni di vita e salute rispetto ai coetanei con un migliore status socio-economico.

 E’ quanto emerge dal nuovo rapporto Lottery of Birth di Save the Children - l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti - basato sull’analisi di dati disaggregati relativi a 87 paesi a basso e medio reddito, relativamente  a 4 gruppi di popolazione differenti: minori che vivono in aree rurali o cittadine, in sub regioni, appartenenti a minoranze etniche o a gruppi svantaggiati sotto il profilo socio-economico.

In particolare nel 78% dei paesi analizzati nel rapporto, almeno uno dei 4 gruppi svantaggiati ha visto ridurre molto più lentamente la mortalità infantile rispetto alla fascia di popolazione più benestante, mentre nel 16% delle nazioni prese in esame le disparità nei tassi di sopravvivenza infantile sono aumentati in tutti e 4 i gruppi.

Una disuguaglianza evidente in Niger: un bambino nato nella regione con il tasso di mortalità più alto nel 2012, aveva una probabilità quasi 5 volte maggiore di morire prima del suo quinto compleanno rispetto ai bambini della regione con il tasso più basso. Nel 1998 questo rischio era la metà.

In Indonesia nel 2012 un bambino nato nel 40% delle famiglie più povere aveva una probabilità quasi 2,5 volte maggiore di morire di un bambino appartenente al 10% di popolazione più ricco. Questa disuguaglianza si è raddoppiata dal 2002.

In Honduras, nel 2012 un bambino nato nella regione Islas de Bahia aveva una probabilità 3,5 volte maggiore di morire di un bambino nato in una delle regioni più sviluppate del paese. Questa disuguaglianza è aumentata considerevolmente dal 2006.

Cambiamenti possibili: l’esempio del Ruanda e Malawi

“Eppure fermare questa lotteria e cambiare la situazione è possibile, come dimostrano i grandi miglioramenti che si stanno avendo in alcuni paesi come il Ruanda”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children..“In questa nazione, così come in quasi 1/5 dei paesi analizzati dal report Lottery of Birth,  si sono ottenuti rapidi e al contempo equi miglioramenti nelle condizioni di salute dei bambini, grazie, tra l’altro, alla gratuità e accesso per tutti alle cure sanitarie e a intense campagne di vaccinazione infantile”.

In Ruanda la mortalità infantile è scesa fra il 2000 e il 2013 da 182 a 52 morti ogni 1.000 nati vivi; il paese ha inoltre conosciuto una significativa riduzione delle disuguaglianze nella salute, sia dal punto di vista dei tassi i di mortalità infantile che della copertura dei servizi sanitari: il 98% dei bambini di 1 anno nel 2010 era stato vaccinato contro difterite-tetano-pertosse, una percentuale più alta che in Gran Bretagna. Nel 2000, le donne appartenenti ai gruppi sociali più ricchi avevano 3 possibilità in più rispetto a quelle più povere di partorire alla presenza di personale specializzato. Nel 2010, questo gap era passato a 1,4 volte, con il 64% di partorienti assistite al momento del parto contro il 22% nel 2000.

In Malawi, nel 2000,  i bambini nelle aree rurali avevano 1 volta e mezzo di possibilità in più di morire rispetto a quelli di città. Queste disparità nel 2010 erano state appianate.

In generale, la mortalità infantile nel paese è passata da 244 decessi ogni 1000 nascite nel 1990 a 68 ogni 1.000 nel 2013. La copertura delle vaccinazioni contro difterite-tetano-pertosse nel quintile più povero è passata dal 78%  del 2000 al 91% nel 2010, a fronte del 94% nel quintile più ricco.

Secondo il rapporto Lottery of Birth di Save the Children, le politiche e gli interventi capaci di raggiungere tutti i bambini producono una riduzione dei tassi di mortalità infantile del 6% più veloce, nel mondo.

“Dobbiamo fare in  modo che questi miglioramenti avvengano su ampia scala se vogliamo debellare la mortalità infantile entro il 2030 e impedire che si continui a morire per cause banali, solo perché si nasce in un luogo piuttosto che in un altro e in determinate condizioni sociali”, prosegue Valerio Neri.” A settembre, con lo Special Summit ONU sullo Sviluppo Sostenibile a New York,  abbiamo l’opportunità di guidare questo cambiamento, stabilendo nuovi e più ambiziosi obiettivi sulla sopravvivenza infantile e materna che potranno essere perseguiti però solo a patto che si arrivi a una copertura sanitaria universale e che siano raggiunti anche i bambini più poveri ed emarginati”, conclude Valerio Neri.

Il rapporto “Lottery of Birth”  è disponibile al link:
www.savethechildren.it/pubblicazioni
Foto
Mamme e bambini sostenuti da Save the Children in Ruanda, Malawi e Bangladesh:
http://we.tl/cWoEOOVZao

Mamme e bambini sostenuti da Save the Children in Kenya, Etiopia, Malawi, Pakistan, Bangladesh, Nigeria, Chad, Myanmar, Nepal:
http://we.tl/Lg3QiYUpgh

Video
E’ disponibile un b-roll Etiopia:
http://we.tl/E1HFpELZg8

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
06-48070023-81-63;
www.savethechildren.it
ufficiostampa@savethechildren.org