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Salute materna: Save the Children, l’Italia al 19esimo posto con indici uguali a quelli di paesi come Botswana, Benin e Nepal

L’Italia non rientra nella top-ten dei paesi in cui le madri stanno meglio ma si trova al 19esimo posto, dietro a nazioni come Slovacchia, Grecia ed Estonia e appena prima di Portogallo, Lituana e Lettonia.
Sono alcune delle anticipazioni dal nono Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo. La pubblicazione annuale di Save the Children sulla salute materno-infantile in 146 paesi del mondo, che sarà resa nota oggi e illustrata diffusamente nel corso di un Convegno a Roma (dalle 10.30 presso la Sala Stampa Estera, Via dell’Umiltà 83/c).
Il benessere delle mamme è cruciale per il benessere dei bambini. Il Rapporto di Save the Children anche quest’anno ribadisce e conferma la stretta relazione tra le condizioni di vita delle madri e quelle dei loro figli. Più le madri stanno bene, meglio staranno e vivranno i loro bambini.
La classifica sul benessere materno-infantile – l’Indice delle Madri – viene redatta ogni anno da Save the Children sulla base di una serie di parametri che riguardano appunto sia le mamme che i bambini.
In particolare per quanto riguarda le madri, i parametri presi in esame sono: il rischio di morte materna; la percentuale di donne che utilizzano la moderna contraccezione; l’assistenza qualificata durante il parto; l’ aspettativa di vita della donna; l’aspettativa di frequenza della scuola; la stima del rapporto tra reddito femminile e maschile; la tutela della maternità; presenza di donne nei governi nazionali;
Ebbene, alla luce di questi indicatori l’Italia conquista il 19esimo posto in classifica. A debita distanza dai paesi scandinavi che occupano i primi posti della graduatoria. Le differenze maggiori con le nazioni nella top ten si registrano rispetto alla salute, al ricorso alla contraccezione, alla partecipazione al governo nazionale, alle differenze di reddito con l'uomo.
In Italia è il 39% delle donne che fa uso di contraccettivi a fronte, per esempio, del 72% delle donne svedesi. Le donne italiane percepiscono uno stipendio pari al 47% rispetto a quello dell'uomo mentre le svedesi hanno un salario di poco inferiore (pari all’81%) a quello maschile. La partecipazione delle donne italiane al governo del paese è bassa rispetto a quella ad esempio dei paesi in cima alla classifica.
Un posizionamento dunque non brillante che segnala la permanenza di una sostanziale disparità di genere e che ci equipara, relativamente almeno ad alcuni parametri, addirittura a paesi in via di sviluppo: per esempio la percentuale di donne che in Italia utilizza la contraccezione è uguale a quella del Botswana, il rapporto tra reddito femminile e maschile è pari a quello del Benin e infine la partecipazione delle donne alla vita politica corrisponde a quella della Bolivia, Gabon e Nepal.
Inoltre nel nostro paese esistono gruppi di donne che non possono contare su un adeguato accesso alla salute e su condizioni di vita e opportunità lavorative o abitative accettabili. E’ il caso delle donne Rom. Save the Children ha condotto una ricerca qualitativa su un gruppo di madri Rom a Roma che sarà presentata nel corso del Convegno a Roma.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa – Save the Children Italia
tel. 06.48070023
press@savethechildren.it; www.savethechildren.it