Save the Children oggi compie 90 anni nel Mondo e 10 anni in Italia
“Che ogni bambino affamato sia nutrito, ogni bambino malato sia curato, ad ogni orfano, bambino di strada o ai margini della società sia data protezione e supporto”. Queste le parole di Eglantyne Jebb, che nel 1919, colpita dalle terribili condizioni di vita dei minori in Europa dopo la prima guerra mondiale, fondò Save the Children. In particolare, la nascita dell’organizzazione avvenne ufficialmente il 19 maggio con il primo evento alla Royal Albert Hall di Londra.
Oggi, a 90 anni dalla sua fondazione, Save the Children è la più grande e importante organizzazione internazionale indipendente per la difesa dei diritti dei bambini, raccoglie fondi per 882 milioni di Euro, attraverso cui sviluppa progetti in oltre 120 Paesi al mondo con uno staff di circa 14 mila persone.
“Tutto quello per cui la nostra fondatrice ha combattuto 90 anni fa, è ancora quello in cui Save the Children crede oggi e la base del suo operato in tutto il mondo”, afferma Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia. “La nostra missione, in Italia come nel resto del mondo, è assicurare ad ogni bambino il rispetto dei suoi diritti - quello alla salute, alla nutrizione, al cibo, ad una dimora, all’educazione - e proteggerli da ogni tipo di violenza, abuso e sfruttamento, ascoltare i minori, coinvolgerli in ogni decisione che li riguarda e impegnarsi affinché il loro punto di vista sia preso in considerazione.”
In occasione delle celebrazioni dei 90 anni dalla fondazione e dei 10 anni di esistenza in Italia, in questi giorni proprio a Roma si riunisce il Board Internazionale di Save the Children, l’organismo cioè responsabile della strategia globale dell’organizzazione.
“Abbiamo voluto essere qui oggi, proprio perché l’Italia è un paese che testimonia come reali e duraturi cambiamenti per i bambini siano possibili, perché da beneficiaria dei nostri interventi nell’ambito della salute, la nutrizione, l’educazione nel secolo scorso, è oggi il secondo paese al mondo per il benessere infantile.” ha affermato Charlotte Petri Gornitzka, Segretario Generale della International Save the Children Alliance. “Il nostro sguardo, però, è già rivolto al futuro e agli obiettivi sempre più sfidanti che la nostra Organizzazione si impegnerà a raggiungere”.
In occasione delle celebrazioni per i 90 anni dalla fondazione il Consiglio Direttivo e tutto lo staff di Save the Children saranno ricevuti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 29 maggio p.v.
La storia
Eglantyne Jebb fu in grado di anticipare il concetto, rivoluzionario per l’epoca, che anche i bambini fossero titolari di diritti, e cominciò un’opera audace nelle sue rivendicazioni nei confronti delle istituzioni e anticonformista nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica e nelle prime forme di raccolta fondi. Nel 1923 Eglantyne scrisse la prima Carta dei Diritti del Bambino, sancendo quelli che sono i diritti inviolabili di cui ogni bambino dovrebbe godere, che successivamente venne adottata dalla Società delle Nazioni, e che in seguitò ispirò l’attuale Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre 1989, oggi ratificata da tutti i Paesi del mondo, ad eccezione degli Stati Uniti e Somalia.
Nel corso degli anni, Save the Children si è occupata dei maggiori problemi che hanno afflitto l’infanzia e l’adolescenza, contraddistinguendosi per la propria indipendenza, laicità e internazionalità.
Nell’estate del 1919 Eglantyne Jebb scrisse a Papa Benedetto XV per avere il supporto della Chiesa contro la carestia. In risposta al suo appello, nel novembre dello stesso anno, il Papa scrisse l’Enciclica “Paterno Iam Diu”, chiedendo a tutte le chiese del mondo di raccogliere fondi per l’infanzia e l’anno successivo, nell’enciclica “Annus iam Planus est” tributò pubblica lode a Save the Children per il suo lavoro. Fu la prima volta nella storia che la Chiesa Cattolica supportò una causa promossa da un’organizzazione aconfessionale.
Nell’immediato dopoguerra, anni in cui l’organizzazione muove i primi passi, Save the Children protesta contro l’embargo del governo britannico verso Germania e Austria in cui bambini morivano di fame e stenti e, successivamente, si conquista la reputazione di un’organizzazione molto affidabile ed efficace nei soccorsi durante la carestia del 1921 in Russia, quando l’organizzazione fu in grado di sfamare 650.000 persone, con il costo di uno scellino alla settimana per persona. La storia di Save the Children passa poi dai progetti di contrasto alla fame e scolarizzazione nelle aree più povere e rurali degli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione, dagli interventi in Italia, Germania, Austria e Grecia, a favore dei bambini e delle popolazioni colpite dalla seconda guerra mondiale, compresi coloro che erano stati nei campi di concentramento. Prosegue poi attraverso la risposta all’emergenza dovuta alla guerra in Corea negli anni 50, la campagna mondiale contro la Poliomielite nel 1979, l’intervento per combattere la terribile crisi alimentare in Etiopia nel 1984. In tempi più recenti, Save the Children continua a lavorare con i bambini colpiti dalla guerra in Iraq, Mozambico, Nicaragua, Colombia, Sri Lanka, Sierra Leone, Angola, Ruanda e Balcani, promuovendo campagne per i diritti dei bambini soldato, risponde all’emergenza nei paesi devastati dallo tsunami o nei campi profughi del Darfur, e lancia nel 2006 la campagna globale Riscriviamo il Futuro per garantire istruzione di qualità a 8 milioni di bambini in nazioni afflitte da guerre.
“Possiamo essere certi che coloro che aiutiamo oggi, quegli stessi ci aiuteranno domani”.
Questa frase pronunciata da Eglantyne Jebb, nel 1928, è veramente emblematica della storia di Save the Children in Italia: nel secondo dopoguerra e a seguito di diverse catastrofi naturali che colpirono il nostro Paese tra gli anni ‘50 e ’80, i bambini vennero soccorsi, sfamati, educati e le comunità italiane aiutate nella ricostruzione da Save the Children.
L’Organizzazione internazionale inizia ufficialmente le sue attività in Italia, nel 1947 in Abruzzo ad Ortona, dove il Ministero per l’Educazione Britannico promuove un progetto sperimentale per i bambini in difficoltà, in seguito ai bombardamenti che quattro anni prima avevano ininterrottamente bersagliato la cittadina.
Oltre che in Abruzzo, ci sono testimonianze del lavoro di Save the Children, anche nelle zone lucane e calabresi con l’avvio di nuovi asili, la formazione di educatrici ed assistenti sociali; a Trieste dove si è interventi a favore dei profughi istriani; a Rovigo per prestare soccorso a seguito dell’alluvione del Polesine, come documentato dalle immagini del regista Roberto Rossellini in cui Ingrid Bergman visiona gli aiuti arrivati da Save the Children Svezia; sull’Appennino pistoiese, dove viene organizzato l’invio di alimenti e indumenti per far fronte all’ondata di gelo nell’inverno ’56. E ancora, il finanziamento del centro di riabilitazione “Mamma Irma” per bambini mutilati a seguito della guerra ad Erba o la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia
Nel 1998 nasce Save the Children Italia, che inizia le sue attività nell’anno successivo. Fino al dicembre 2008 Save the Children Italia ha destinato ai programmi 54 milioni di euro che le hanno permesso di sviluppare progetti in oltre 30 paesi, soprattutto nei settori dell’educazione, della salute, della protezione agli abusi e dallo sfruttamento e nella risposta alle emergenze. In particolare, nell’ambito della campagna Riscriviamo il Futuro, Save the Children Italia ha destinato 6,7 milioni di euro ai progetti in Afghanistan, Balcani, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e Uganda per la costruzione di scuole, la protezione e reintegrazione dei bambini soldato, la formazione degli insegnanti.
Nel nostro Paese, la sezione italiana dell’Organizzazione porta avanti programmi significativi per la protezione dei minori migranti presenti nel nostro Paese e a rischio di sfruttamento. Altri importanti interventi sono quelli rivolti ad un uso consapevole dei nuovi media, per contrastare i rischi derivanti da un uso scorretto e illegale delle nuove tecnologie, e attività di educazione allo sviluppo nelle scuole. Riprendendo il filo della storia, che ha visto iniziare proprio in Abruzzo l’attività dell’Organizzazione internazionale alla fine degli anni ’40, nell’aprile di quest’anno, Save the Children Italia ha lanciato il suo programma di risposta all’emergenza per supportare i bambini colpiti dal terremoto dell’Aquila.
“Il nostro passato, come Organizzazione e come Paese, ci ispira a credere nel nostro futuro. Proprio attraverso la nostra storia, infatti, abbiamo imparato che nelle difficoltà e nei disastri il cambiamento è possibile”, dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. “Anche i prossimi decenni saranno di grande trasformazione e il mondo dovrà affrontare scenari del tutto nuovi, dai cambiamenti climatici, alle carestie e migrazioni. Save the Children sarà sempre accanto ai bambini perché le trasformazioni del mondo siano per tutti loro, sotto ogni parallelo, un’opportunità e non un pericolo”.
L’Organizzazione oggi è un mix di impronta anglosassone e creatività italiana, e ha alcuni punti di forza, come essere parte di un network internazionale, con una lunga storia e con una diffusione capillare, o avere una struttura snella, dinamica, con personale altamente qualificato e significativamente giovane che apporta quotidianamente energia, entusiasmo, motivazione e innovazione.
Save the Children Italia in questi 10 anni si è conquistata il ruolo di interlocutore autorevole e affidabile in materia di infanzia, grazie alla sua professionalità, al suo impegno e alla sua distintiva capacità di lavorare “insieme”: insieme ai governi e alle istituzioni, alle altre organizzazioni della società civile, ai donatori, alle aziende partner, ai personaggi noti che hanno voluto dare il proprio supporto all’organizzazione.
E’ disponibile una video news sulla storia di Save the Children dal 1919 a oggi, foto, immagini e ulteriori approfondimenti sugli interventi nel secolo scorso, sia in Italia che nel mondo, il documentario girato da Roberto Rossellini nel 1952, che testimonia gli aiuti inviati per i bambini alluvionati del Polesine e per le quali si ringrazia la Fondazione Rossellini per lo Sviluppo del Pensiero Enciclopedico.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia, Tel. 06 48070071-23, press@savethechildren.it, www.savethechildren.it
Sono numerosi i personaggi che hanno deciso di affiancare Save the Children e che hanno voluto regalarci le loro parole:
Cari preziosi Amici di Save The Children,
nel festeggiarVi per il Vostro doppio anniversario - 90 & 10 - devo dirVi GRAZIE per avermi dato l’ opportunità di essere al Vostro fianco nella campagna “Riscriviamo il futuro”. Con la speranza-certezza che tanti di quei bambini che sono stati costretti a crescere in contesti di disagio e ad essere interpreti della guerra abbiano presto l’ opportunità di ricominciare la loro vita, ripartendo da una semina sana, potendo così riconquistare il loro ruolo che potrà essere così prezioso anche per il futuro del loro Paese.
AUGURI per il Vostro lungo percorso così pieno di significati e AUGURI perchè tante tante altre vite possano essere “riscritte”!
Fabrizio Frizzi
E' stata l'esperienza più gratificante che ho avuto il piacere di vivere. E' bello sapere di contribuire a fare del bene a chi ne ha davvero bisogno e mi riempie di orgoglio essere con Save the Children per la campagna Riscriviamo il Futuro.
Nicolas Vaporidis
Fra i tanti lati positivi del mio splendido mestiere, c’è anche quello di poter mettere al servizio della solidarietà la propria immagine. Questo non solo aiuta chi ne ha bisogno, ma arricchisce interiormente e migliora umanamente anche noi che ci prestiamo ad iniziative solidali. E’ anche per questo che, quando Save the Children mi ha contattato, sono stata felicissima di poter essere uno dei testimonial della campagna Riscriviamo il Futuro. Una campagna nata con l’idea di aiutare i milioni di bambini che vivono nei paesi in guerra di tutto il mondo ad andare a scuola ed avere un’istruzione. Ma Save the Children, oltre a stare accanto a tutti bambini che ne hanno bisogno, vuole occuparsi anche delle loro mamme, per migliorare la vita sotto il profilo dell’accesso alle cure e di servizi sanitari ad una serie di benefici e aiuti economici. In quanto persona, credo sia normale essere accanto a Save the Children e al suo impegno per migliorare la vita dei bambini meno fortunati. In quanto donna, credo sia normale essere accanto a Save the Children ed al suo impegno per migliorare le condizioni delle donne nella società. In quanto futura mamma (si spera un giorno non troppo lontano!) è normale essere più sensibile all’idea dello stretto legame tra una madre e il figlio e quindi tra benessere psichico e fisico di una madre e le aspettative di vita future dei suoi figli. Buon lavoro Save the Children!
Christiane Filangeri
Durante la mia visita in Uganda ho compreso fino a che punto un’organizzazione come Save the Children possa fare la differenza nelle vite dei bambini in difficoltà. Anche nelle comunità più povere e più isolate, ho avuto modo di constatare quanto i bambini siano assetati di apprendimento e di come gli insegnanti siano fondamentali nel loro percorso formativo. I programmi di educazione di Save the Children – molti dei quali operativi in aree in guerra o in cui sono presenti conflitti – sono una speranza reale per i minori perché la scuola apre loro nuove prospettive e li aiuta a costruire un futuro diverso per sé stessi e per le comunità in cui vivono.
Ben Stiller
“Diamo ai bambini l’opportunità di un futuro migliore”
Isabella Rossellini
Aiutiamo Save the Children ad aiutare milioni di bambini nel mondo.
Willem Dafoe
L’educazione è un diritto
Valeria Golino
L’educazione può contribuire alla costruzione della pace, della tolleranza e dei diritti umani
Terrence Howard