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Save the Children presenta i suoi 10 nuovi obiettivi del Millennio per sconfiggere fame, mortalità, povertà infantile entro il 2030

Alla vigilia dell’incontro a Monrovia del Panel di Alto Livello delle Nazioni Unite chiamato a scrivere una nuova agenda d’impegni per il post 2015, l’organizzazione - al momento unica fra le ong - presenta una sua proposta per mettere fine ai gravi problemi che ancora affliggono milioni di adulti e minori, nonostante i progressi: 56 milioni di bambini in più a scuola, circa 5 milioni in meno di bambini che muoiono entro il 5° anno di età.

Con il nuovo rapporto Mettere fine alla povertà in questa generazione
Save the Children propone un nuovo quadro di riferimento  per aiutare  le nazioni a porre fine entro il 2030 alla povertà estrema e agli altri gravi problemi che ancora minacciano l’umanità e i bambini, in particolare - dalla mortalità e malnutrizione infantile, alle guerre, ai disastri naturali. E’ la prima volta che un’organizzazione propone specifici nuovi obiettivi per rimpiazzare gli MDGs.




10 goals che Save the Children pone all’attenzione del Panel di Alto Livello delle Nazioni Unite  affinché li utilizzi per mettere a punto un nuovo piano per lo sviluppo pieno e sostenibile dell’umanità e dell’infanzia entro il 2030.

Il Panel di alto livello – co-presieduto dal Presidente dell’Indonesia Susilo Bambang Yudhoyono, dalla Presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf e dal Primo Ministro  David Cameron e costituito da 26 membri – si incontrerà a Monrovia (in Liberia) dal 29 gennaio proprio per discutere un nuovo sistema che rimpiazzi gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, il cui termine è il 2015.

Abbiamo la storica opportunità di porre fine al devastante ciclo della povertà ed esclusione sociale. Impegnandoci in questo ambizioso ma raggiungibile nuovo obiettivo, noi possiamo veramente diventare la generazione che pone termine per sempre alla povertà estrema e a tante sofferenze”, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.

Guardando ai cosiddetti Obiettivi del Millennio, alcuni di essi sono stati raggiunti ma altri ancora no, con alcuni paesi in via di sviluppo in carreggiata nel raggiungimento di tutti gli obiettivi e altri per i quali appare improbabile il loro raggiungimento entro il 2015, data entro la quale tutti gli stati del mondo si erano impegnati a raggiungerli”, prosegue Valerio Neri.

Tra i risultati positivi: 600 milioni di adulti e bambini sono stati sottratti alla povertà (nel 1990 vivevano in povertà  2 miliardi di persone a fronte dell’attuale 1,3 miliardi) , 56 milioni di bambini in più rispetto al 1999 hanno accesso all’istruzione, la mortalità infantile è passata da 12 milioni a meno di 7 milioni di bambini con meno di 5 anni.

Tuttavia il processo di miglioramento non è avvenuto in modo equo ma ha a volte amplificato disparità ed ineguaglianze. Secondo un recente studio di Save the Children, l’aumento del reddito nella fascia più ricca è stato più del doppio di quello nella fascia più povera, in 12 paesi sui 32 presi in esame  .

In Tanzania per esempio, spesso lodata per gli investimenti sulla salute e sui programmi sociali, la mortalità infantile nel quintile più ricco è scesa da 135 a 90 ogni 1.000 nati, mentre in quello più povero la riduzione è stata modesta, passando da 140 a 137 ogni 1.000 nati.

“La sfida post 2015 sarà quella di raggiungere i più difficili da raggiungere e i più poveri fra i poveri”, spiega ancora il Direttore Generale Save the Children.

L’altra sfida in cui in più casi gli MDGs non stanno avendo successo è quella della qualità. Se, per esempio, negli ultimi 20 anni possiamo rilevare un rapido miglioramento delle iscrizioni a scuola, all’aumento delle iscrizioni non sempre corrisponde una qualità dell’insegnamento e quindi dell’ apprendimento fra i bambini.

Inoltre gli MDGs difettano di un meccanismo robusto di accountability, cioè di presa in carico della responsabilità dei processi da parte dei singoli governi e istituzioni.

Date tutte queste considerazioni e importanti correttivi da apportare, Save the Children propone 10 nuovi obiettivi da perseguire entro il 2030:

  1. goal 1: entro il 2030 sarà sradicata la povertà estrema e ridotta la povertà relativa attraverso una crescita inclusiva e lavoro dignitoso;
  2. goal 2: entro il 2030 sarà sradicata la fame, dimezzata la malnutrizione cronica, assicurato l’accesso universale a cibo sostenibile, acqua e igiene;
  3.  goal 3: entro il 2030 sarà posta fine alla mortalità infantile e materna  e saranno fornite cure sanitarie a tutti;
  4. goal 4: entro il 2030 a ogni bambino sarà assicurata educazione di qualità e buoni risultati di apprendimento;
  5. goal 5: entro il 2030 sarà garantita a ogni bambino una vita libera da ogni forma di violenza, che sia protetto nei conflitti e cresca in un ambiente familiare sano;
  6. goal 6: entro il 2030 la governance sara più aperta, affidabile e inclusiva;
  7. goal 7: entro il 2030 saranno stabilite efficaci  partnership globali per lo sviluppo;
  8. goal 8:entro il 2030 avremo preparato società  resilienti ai disastri;
  9. goal 9: entro il 2030 assicureremo un ambiente sostenibile, sano e resiliente per tutti;
  10. goal 10: entro il 2030 distribuiremo energia sostenibile a tutti.



“Questi 10 obiettivi dovranno garantire un equilibrio fra sviluppo umano, economico e sostenibilità ambientale, affinché il progresso del benessere sia sostenibile per le future generazioni. Non possiamo pensare di ridurre la malnutrizione senza acqua potabile nè possiamo azzerare la mortalità infantile senza un’aria più pulita”, conclude Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.

Il rapporto Mettere fine alla povertà in questa generazione

Foto e storie (in inglese) sono disponibili

Guarda il video sui 10 obiettivi del millennio>>

Per ulteriori informazioni
:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06.48070023-071-081-001  
press@savethechildren.it   
www.savethechildren.it

Foto di Olivier Asselin