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Siria: l’infanzia negata e le loro ferite a sei anni dal conflitto, raccontata dalle note del Maestro Giovanni Allevi e le voci di Cesare Bocci e Isabella Ferrari in un evento a Milano

A sei anni dall’inizio del conflitto, sono quasi 6 milioni i bambini che vivono ancora sotto i bombardamenti in Siria e hanno urgente bisogno di aiuti; almeno 3 milioni hanno oggi sei anni e nella loro vita non hanno conosciuto altro che la guerra, mentre oltre 2 milioni di bambini hanno abbandonato il paese in cerca di sicurezza, spesso affrontando viaggi molto pericolosi nella speranza di un futuro migliore.

È a loro che Save the Children ha dedicato l’evento “Ferite di Guerra” che si è svolto oggi con il Patrocinio del Comune di Milano, presso la Galleria Vittorio Emanuela. Le note del Maestro Giovanni Allevi e le voci degli attori Cesare Bocci e Isabella Ferrari, attraverso i testi di Simona Angioni, hanno raccontato la drammatica quotidianità e l’infanzia negata di milioni di bambini siriani, ancora oggi intrappolati nelle città assediate o nel limbo dei campi profughi nei paesi limitrofi.

Cinque brani intensi e il suono del pianoforte del Maestro Giovanni Allevi, che riecheggia nella Galleria Vittorio Emanuele, per riportare l’attenzione dei passanti e del pubblico sul dramma dei bambini siriani, hanno aperto l’evento. “Tre anni fa, a Roma, avevo accolto l’invito di Save the Children a suonare per i bambini siriani e avevamo sperato che il conflitto potesse finire al più presto, restituendo loro un’infanzia serena. Purtroppo sono passati altri anni e la situazione in cui vivono questi bambini è ancora più drammatica e non dobbiamo lasciarli soli. Per questo essere qui oggi per me è particolarmente importante, non possiamo lasciare che gli anni passino, che questa guerra e questi bambini che ne sono le principali vittime, vengano dimenticate”, afferma il Maestro Allevi.

E per ricordare le devastanti conseguenze della guerra, un intenso reading a due voci di Cesare Bocci e Isabella Ferrari, che hanno intrecciato le testimonianze di due quotidiani distanti come quello di un bambino siriano e di uno italiano, in un cortocircuito di emozioni. “Sono stata in Giordania con Save the Children dove ho visitato il più grande campo di rifugiati siriani. Ho conosciuto tanti bambini che mi hanno raccontato la paura della guerra e il dolore di dover fuggire dalle loro case, dopo aver perso tutto. Dare voce a quei bambini, ma anche a quelli che ancora sono sotto le bombe è fondamentale, perché non dobbiamo permettere che il silenzio copra questo orrore”, continua l’attrice Isabella Ferrari, da molti anni al fianco di Save the Children.

“L’infanzia dovrebbe essere una soltanto, per ogni bambino, in ogni luogo. Purtroppo non è così e sono tantissimi quelli costretti a diventare adulti troppo presto. Sapere che ci sono bambini che sperano di morire per andare in paradiso, dove magari troveranno cibo e calore, non può lasciare indifferenti. In questi anni al fianco di Save the Children ho visto coi miei occhi cosa significa la povertà e il dramma della fame per i bambini, ma quello che sta accadendo in Siria va oltre ogni immaginazione umana, perché di umano non c’è più nulla”, continua Cesare Bocci, testimonial dell’Organizzazione.

Sono almeno 3 milioni i bambini che hanno oggi sei anni e non hanno mai conosciuto altro che la guerra e quelli che hanno meno di 12 hanno passato già la metà della loro vita in una condizione di continuo imminente pericolo. Molti di loro soffrono di incubi notturni e hanno difficoltà ad addormentarsi per il terrore di non svegliarsi più. Due bambini su tre – secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto di Save the Children “Ferite Invisibili” - dicono di aver perso qualcuno che amavano, la loro casa è stata bombardata o sono rimasti feriti a causa del conflitto.

“In questi sei anni di conflitto, i bambini siriani hanno assistito a cose che non si vedono neanche nei film dell’orrore. La notte è solo per gli incubi. Sei anni sono più di duemila notti e duemila giorni di bombe, dolore e sofferenza. Questa non può essere vita, non è infanzia. Per questo motivo abbiamo voluto essere qui oggi, per raccontare questo orrore, per non smettere di chiedere che tutto questo abbia fine e che a questi bambini venga restituita la possibilità di essere solo bambini. Che la comunità internazionale si impegni per riportare la pace e dare immediatamente aiuto alla popolazione e in particolare ai più piccoli, la generazione che sarà chiamata a ricostruire il futuro della Siria nei prossimi anni”, conclude Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

Per ulteriori informazioni:

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ufficiostampa@savethechildren.org
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