Sud Sudan: Save the Children, due terzi dei bambini intervistati sono coinvolti nel lavoro minorile
Secondo un nuovo rapporto del Ministero del Lavoro, del Ministero per le Pari Opportunità, l'Infanzia e il Welfare Sociale e Save the Children, quasi due terzi dei bambini sudsudanesi intervistati, di età compresa tra i 5 e i 17 anni, sono coinvolti nelle peggiori forme di lavoro minorile, con percentuali che raggiungono il 90% nelle regioni più colpite.
La ricerca, che ha coinvolto oltre 418 famiglie di sette stati del Sud Sudan, ha rilevato che il 64% dei bambini intervistati, ovvero quasi due su tre, risulta coinvolto nelle forme più gravi di lavoro minorile, tra cui il lavoro forzato, lo sfruttamento sessuale e il coinvolgimento in attività illecite quali furti, abuso di droghe e conflitti armati [1].
In alcune parti del Paese, il fenomeno riguarda la quasi totalità dei minori. A Kapoeta South, il 90% dei bambini è coinvolto nel lavoro minorile per sostenere le loro famiglie, in settori come l'estrazione dell'oro, la pastorizia e l'agricoltura, con il conseguente ostacolo per l’accesso all’educazione. Il rapporto evidenzia, inoltre, come i conflitti locali e i matrimoni precoci contribuiscano a tassi estremamente elevati di lavoro minorile nella regione di Yambio, dove il 90% dei bambini intervistati è risultato coinvolto.
Secondo il rapporto di Save the Children, i bambini passano solitamente da lavori “leggeri” ad altri pericolosi o coercitivi, raggiungendo progressivamente le forme peggiori di sfuttamento, separati dalle famiglie, esposti a gravi pericoli, malattie o lasciati da soli
Circa il 10% dei bambini intervistati ha raccontato esperienze legate al coinvolgimento in conflitti con gruppi armati, in particolare nelle contee di Akobo, Bentiu e Kapoeta South.
I bambini hanno spiegato di essere impiegati in settori come la pastorizia, l’agricoltura, l'estrazione dell'oro, la produzione di mattoni, la vendita ambulante e il combattimento a fianco di gruppi armati.
Sono i ragazzi ad essere più spesso esposti a lavori pericolosi e nell'esercito, mentre le ragazze corrono rischi maggiori per quanto riguarda lavori domestici, matrimoni precoci e forme di sfruttamento.
Dal rapporto emerge, inoltre, che la consapevolezza dei caregiver non garantisce la protezione dei bambini coinvolti, poiché oltre il 70% dei bambini coinvolti in lavori pericolosi proviene da famiglie in cui i caregiver erano a conoscenza delle leggi sul lavoro minorile. Al contrario, solo il 33% dei bambini è risultato essere a conoscenza dei servizi di protezione esistenti.
Queste evidenze emergono in un momento in cui una serie di crisi concomitanti hanno provocato una grave insicurezza alimentare in tutto il Sud Sudan, con 7,7 milioni di persone - ovvero il 57% della popolazione - che soffrono la fame acuta e 2,3 milioni di bambini sotto i 5 anni a rischio di malnutrizione acuta [2].
“Nessun bambino dovrebbe lavorare al posto che studiare. Quando i bambini sono costretti a lavorare, viene loro negato il diritto fondamentale all'istruzione e la possibilità di costruirsi un futuro migliore. Uniamoci per dire no al lavoro minorile, proteggiamo il diritto di ogni minore di crescere e imparare. Ogni bambino del Sud Sudan merita l'opportunità di sognare e di diventare ciò che è destinato a essere”, ha dichiarato Anthony, 16 anni, in rappresentanza dei bambini in Sud Sudan.
"Dobbiamo basarci su queste evidenze per creare una banca dati nazionale sul lavoro minorile che consenta un monitoraggio continuo e un processo decisionale informato” ha commentato Deng Tong, Sottosegretario del Ministero del Lavoro della Repubblica del Sud Sudan. “Come Ministero del Lavoro, siamo in prima linea nella protezione dei nostri bambini in tutto il Paese, sensibilizzando l'opinione pubblica sul fatto che il lavoro minorile è inaccettabile e che l'istruzione è un diritto di ogni bambino. Passiamo ora dall'impegno all'attuazione, dalle promesse alla protezione, dalle parole ai fatti. Insieme, possiamo rendere il lavoro minorile un ricordo del passato e dare a ogni bambino del Sud Sudan la possibilità di sognare e prosperare".
“Questo studio ci ha fornito le prove necessarie per riformare le politiche, rafforzare i sistemi di protezione e garantire che ogni bambino del Sud Sudan possa godere del proprio diritto all'istruzione, alla sicurezza e a un'infanzia libera dallo sfruttamento”, ha dichiarato il Ministro dei Servizi pubblici, Dak Duop Bichiok, in rappresentanza del Ministro del Lavoro .
"Quando quasi due terzi dei bambini di un Paese lavorano, e in alcune zone quasi tutti, significa che c’è una crisi che va oltre la povertà. L'istruzione rimane il fattore di protezione più forte, poiché i bambini che frequentano la scuola sono molto meno esposti al lavoro minorile e ciò dimostra il suo incredibile valore nel Sud Sudan. Allo stesso modo, la ricerca evidenzia che i bambini provenienti da famiglie con sicurezza alimentare e con caregiver istruiti sono esposti a un rischio significativamente inferiore, sottolineando il legame tra la riduzione della povertà e la protezione dei bambini. Se rafforziamo l'istruzione, ricostruiamo i mezzi di sussistenza e diamo priorità alla protezione dei bambini, possiamo invertire questa tendenza. Ogni bambino merita di imparare e crescere, non di lavorare per sopravvivere” ha dichiarato Chris Nyamandi, Direttore di Save the Children nel Sud Sudan.
"Ogni bambino merita la possibilità di imparare, crescere e diventare un leader di domani. L'Unione Europea è orgogliosa di sostenere i bambini del Sud Sudan, il governo e i nostri partner, tra cui Save the Children, per colmare le lacune giuridiche e politiche, rafforzare l'istruzione e la protezione sociale e garantire che nessun bambino venga lasciato indietro. Insieme, stiamo trasformando gli impegni in azioni concrete, affinché ogni ragazza e ogni ragazzo del Sud Sudan possa realizzare il futuro che merita", ha commentato Barbara Egger, rappresentante dell'Unione Europea.
Save the Children opera in Sud Sudan dal 1991, quando faceva ancora parte del Sudan. L'Organizzazione fornisce ai bambini accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria e al sostegno nutrizionale, e alle famiglie sicurezza alimentare e assistenza.
[1] Lo studio nazionale sul lavoro minorile è stato condotto nell'ambito dell'iniziativa Empowering Futures di Save the Children con il finanziamento dell'Unione Europea. Utilizzando un approccio metodologico misto, lo studio ha coinvolto 418 famiglie e oltre 200 parti interessate attraverso interviste e focus group. Lo studio è stato condotto in otto contee di sette stati, tra cui Akobo, Kapoeta South, Magwi, Wau, Yambio, Juba, Bentiu (Rubkona) e Rink.
[2] SOUTH SUDAN: SIXTH YEAR OF FLOODING DEEPENS ONE OF WORLD’S WORST HUNGER CRISES | Save the Children International
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