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Tre mesi dopo il terremoto: Save the Children, 12.530 i bambini e gli adolescenti colpiti dal sisma, 1229 vivono nelle tendopoli dell’Aquilano.

In occasione della visita odierna del Presidente del Consiglio e degli altri capi di stato internazionali nelle aree colpite dal sisma del 6 aprile, Save the Children ricorda che sulla popolazione complessiva colpita dal terremoto, pari a circa 70.000 persone, il numero di bambini e adolescenti è stato pari a 12.530 , dei quali 5.988 hanno da 0 a 9 anni, mentre i ragazzi (da 10 a 19 anni) sono 6.542. Attualmente sono 1.229 quelli che vivono nelle 143 tendopoli allestite dell’Aquilano. E numerosi sono coloro che si sono trasferiti lungo la costa adriatica.
“La presenza dei leader di tutto il mondo a L’Aquila in occasione del G8 consentirà loro di toccare con mano l’impatto devastante che una tragedia come questa può avere.” ha affermato Fosca Nomis, Responsabile Advocacy e Campagne di Save the Children Italia. “I bambini, se opportunamente seguiti da personale specializzato, sono dotati di buoni strumenti per reagire a tragedie come questa, anche se lo sciame sismico, tuttora attivo, continua a ricordare loro incessantemente quello che è accaduto e il trauma subito. E non appena i riflettori del G8 si saranno spenti, è importante continuare a lavorare affinchè i bambini tornino alla loro vita quotidiana”

Il rapporto Emergenza Abruzzo: tre mesi dopo
“Una volta trascorsa la fase di emergenza più acuta e superata in parte la paura, per i minori che continuano a vivere nei campi sfollati o negli alberghi lungo la costa come per i loro genitori, predomina la fatica di doversi confrontare con una condizione di vita nuova e con difficoltà pratiche, come la convivenza forzata con estranei, la promiscuità e il caldo che è sopravvenuto”, ha affermato Francesca Petrecca, coordinatrice della risposta all’emergenza in Abruzzo di Save the Children Italia.
Per rispondere alle esigenze di questi bambini, attraverso un intervento sistematico, professionale e nell’ottica della continuità, Save the Children sta operando da tre mesi all’interno dei campi di Acquasanta, Bazzano, ex Italtel e Paganica, dove sono stati allestiti quattro Spazi a Misura di Bambino, mentre sulla costa teramana è intervenuta con il progetto “Ricomincio da te” a Roseto degli Abruzzi.

Attraverso il proprio intervento, l’Organizzazione ha raggiunto oltre 200 bambini ed adolescenti. 600, invece, sono i beneficiari indiretti delle attività, come ad esempio i loro familiari.

All’interno degli Spazi a Misura di Bambino dell’Aquilano, che riproducono un modello utilizzato dall’Organizzazione nella risposta alle emergenze in tutto il mondo, vengono svolte attività psico-sociali ed educative strutturate, sia con i bambini che con gli adolescenti. Si tratta di aree protette all’interno delle quali i minori possono giocare e stare insieme, affiancati da operatori specializzati, in un ambiente protetto e sicuro. Numerose le attività svolte dai bambini e dai ragazzi, molte delle quali ideate insieme a loro, volte a stimolarne l’espressione, la partecipazione e l’inclusione.
Per i bambini più piccoli, che sono il gruppo più numeroso nel campo di Bazzano, seguito da quello di Italtel, vengono effettuate molte attività creativo-manuali: la realizzazione di oggetti con materiale da riciclo, l’educazione ambientale, l’hand painting o ancora il laboratorio fiaba e la costruzione di teatrini e marionette. Per i ragazzi più grandi e gli adolescenti, predominati soprattutto nel campo Paganica, sono state organizzate attività comunicative o sportive: un laboratorio fotografico, dal quale scaturirà una mostra itinerante per le tendopoli; un blog, realizzato con l’aiuto di esperti, per potersi mettere in contatto con i coetanei di tutt’Italia, un musical, intitolato “Dal caos al debutto”, interamente ideato e realizzato dai ragazzi e andato in scena ieri sera nel campo di Italtel, che rappresenta un’allegoria del terremoto e della successiva fase di ricostruzione; un torneo di “ultimate frisbee” tra i vari campi, che ha permesso ai ragazzi di dedicarsi ad uno sport che annulla le differenze di genere, azzera le eventuali gerarchie pre-esistenti in base alle abilità sportive perché scarsamente diffuso in Italia e non ha bisogno di strutture per essere praticato. Infine c’è chi ha incanalato la paura, la rabbia, la speranza di poter ricominciare dopo il terremoto in un testo rap, come quello creato da alcuni ragazzi del campo di Paganica perché, come afferma uno di loro, vogliono farsi “sentire dalle istituzioni e fargli capire come si vive qui al campo”.

Per tutti poi, attività di psicomotricità e volte a sviluppare le capacità interpersonali, visite al centro sismologico per “capire” il terremoto o al centro di ippoterapia.
Tutte queste iniziative aiutano i bambini a ritornare alla propria quotidianità e a rielaborare il trauma subito a causa del terremoto e ad affrontare la fase della ricostruzione.

“Le persone cercano, seppure con gradualità, di riprendere familiarità con la vita precedente al sisma, ad esempio cominciando a rientrare nelle proprie case dichiarate agibili dopo i controlli per brevi periodi durante il giorno” continua Francesca Petrecca. “Questo lento cammino di ritorno alla normalità che sia i bambini sia le loro famiglie stanno compiendo, deve però fare i conti con le ultime scosse che, nuovamente intense, si sono fatte sentire. Ma soprattutto emerge, in questa fase, sia nei bambini che nelle loro famiglie, insieme all’incertezza per il futuro, la paura di essere lasciati soli dopo la prima fase dell’emergenza”.

Sulla costa, invece, il progetto “Ricomincio da te” si è modulato sul supporto alla cittadina di Roseto, che ha accolto circa 6.000 sfollati, pari ad un quarto della sua popolazione abituale, tra cui 900 minori; a tale scopo, in collaborazione con il Comune di Roseto, il Cismai, l’associazione “L’angelo Custode” e la cooperativa “I Colori”, è stato creato uno sportello informativo per le famiglie, finalizzato a fornire informazioni utili per muoversi sul territorio e per la riorganizzazione della vita familiare (alloggio, scuola, salute), nonché un centro per i bambini che dà un sostegno logistico, educativo e psico-sociale nella gestione dei figli, specie durante l’orario di lavoro, e si sono organizzate attività di formazione per insegnanti, volontari e operatori del terzo settore.

L’intervento di Save the Children si è basato e continuerà a modularsi sui bisogni che emergono tra la popolazione di beneficiari, con l’impegno di rimanere al fianco dei bambini abruzzesi colpiti dal terremoto e delle loro famiglie, sostenendoli anche nella fase post-emergenziale, sulla base delle necessità rilevate e a fronte di quelle che si presenteranno. Inoltre l’organizzazione si è resa disponibile a fornire il proprio sostegno anche alle istituzioni nazionali e locali, in relazione a specifici bisogni relativi, ad esempio alla riapertura delle scuole, in vista di un’organica riorganizzazione del sistema scolastico, al fine di modellarlo sulle esigenze delle migliaia di bambini sfollati. Inoltre, gli operatori di Save the Children hanno riscontrato da parte degli stessi docenti l’esigenza di pianificare per il prossimo anno scolastico, iniziative di formazione specifiche per la gestione di alunni portatori di traumi legati al terremoto, sia nelle scuole dell’Aquila che della costa, e a tal fine l’Organizzazione ha dato la propria disponibilità ad affiancarli e mettere al servizio la propria esperienza internazionale anche nella fase post-emergenziale.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia, tel. 06 48070071-23, press@savethechildren.it, www.savethechildren.it.
A L’Aquila, Sarah Tyler, tel. +44 7958 337 624.

Sono a disposizione dei giornalisti materiali fotografici e video (su beta) con immagini delle attività con i bambini e gli adolescenti nei campi sfollati de L’Aquila e testimonianze di bambini, mamme e operatori di Save the Children.