Anni 2010

Aumentano le emergenze umanitarie

Il 2010 rappresenta una svolta importante per il nostro lavoro. Abbiamo l’ambizione di realizzare un cambiamento radicale nella vita dei bambini più vulnerabili e, per trasformare i nostri obiettivi in realtà, puntiamo a diventare più efficienti e sempre più forti per affrontare le sfide del futuro. Solo 2010 rispondiamo a 41 emergenze nel mondo, tra cui il terribile terremoto che il 12 gennaio 2010 colpisce Haiti uccidendo oltre 250.000 persone e ferendone altre 300.000. La preparazione alle emergenze, la pianificazione e la capacità di risposta ci permettono di agire entro due ore dal terremoto fornendo cibo, acqua e interventi salvavita alle famiglie, costruendo scuole resistenti ad uragani e terremoti, raggiungendo oltre 2 milioni di persone.

L’inizio del conflitto in Siria ci vede attivi all’interno del Paese e in tutta la regione per rispondere alle esigenze di migliaia di rifugiati che fuggono la guerra, raggiungendo con interventi di educazione, protezione, salute e nutrizione 83.800 siriani solo nel 2012.

Questo è un decennio caratterizzato da grandi sfide alle quali Save the Children continua a prendere parte in prima linea. La nostra Organizzazione è presente nel 2014 in Sierra Leone, in Guinea e in Liberia, dove la diffusione del virus Ebola devasta le popolazioni e Save the Children raggiunge 867.000 persone con cure salva-vita e sessioni di sensibilizzazione sulla prevenzione. Siamo presenti nelle Filippine, colpite dal Tifone Haiyan, dove costruiamo rifugi sicuri ad oltre 45.200 famiglie che hanno perso le loro case. Siamo in Nepal dove, a seguito del terremoto, distribuiamo 10.000 kit per costruire rifugi temporanei. In Bangladesh, per la più recente crisi dei Rohingya, operiamo su più fronti per supportare i bambini ad affrontare lo shock che hanno subito, distribuiamo cibo e acqua, creiamo rifugi e garantiamo una continuità nell'educazione dei bambini rifugiati.

Inoltre, l’emergenza siccità, ormai cronica nel Corno D’Africa, continua a devastare le comunità in Somalia, Etiopia e Kenya dove interveniamo senza sosta per salvare più vite possibili, operando in oltre 100 Centri per la Stabilizzazione della Malnutrizione, curando i bambini, ma anche supportando le famiglie con buoni per l’acquisto di cibo, garantendo acqua pulita, sostenendo le donne incinte con cibo e micronutrienti e fornendo cure e medicinali nelle zone più remote attraverso le nostre Cliniche Mobili. Nonostante le emergenze siano moltissime, lottiamo sempre e comunque per garantire l’educazione, la protezione e la sicurezza alimentare nei nostri progetti di sviluppo, implementando metodologie innovative e sempre più efficaci.

Continua il nostro impegno in aiuto dei bambini nelle zone di guerra. Ecco alcuni interventi:

• nel 2012 in Yemen garantiamo l’educazione, il cibo e la salute ad oltre 500.000 bambini e alle loro famiglie;

• nel 2013 portiamo avanti interventi di salute e nutrizione sia in Siria che nei campi rifugiati della regione, vaccinando 21.000 bambini per prevenire la polio. In Siria 17.000 bambini usufruiscono di 40 spazi sicuri dove poter giocare e continuare a studiare e nell'inverno del 2013 gestiamo la più grande risposta per l’emergenza freddo a supporto delle famiglie di rifugiati, fornendo anche coperte e vestiti caldi;

• ancora nel 2013, raggiungiamo direttamente 100.000 bambini colpiti dal conflitto nella Repubblica Centrafricana, rafforzando l’assistenza sanitaria e allestendo Spazi a Misura di Bambino dove imparare, giocare e ricevere supporto psicosociale;

• nel 2018 operiamo in Uganda per rispondere all'afflusso di rifugiati provenienti dal Sud Sudan e dalla Repubblica Democratica del Congo raggiungendo 122.151 persone con interventi di salute, accesso all'educazione, nutrizione e protezione. Nel 2010, dopo lunghissime pressioni sul Governo canadese, insieme ad altre organizzazioni attive nel settore, abbiamo contribuito a far sì che il G8 lanciasse una iniziativa specifica sulla salute materna infantile – la Muskoka Initiative. Questa iniziativa nata in seno al 36° G8 Summit ha impegnato gli Stati membri a spendere 5 miliardi di dollari aggiuntivi tra il 2010 e il 2015 per accelerare i progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 4 e 5: riduzione della mortalità infantile, neonatale e materna nei Paesi in via di sviluppo.

Nel gennaio 2015 Save the Children ha contribuito ad ottenere l’impegno dei Governi, tra cui l’Italia, per il pieno rifinanziamento dell’Alleanza Globale per i Vaccini e l’Immunizzazione (GAVI) di 7,5 miliardi di dollari con cui la GAVI potrà portare avanti il suo piano d’azione per raggiungere l’obiettivo di salvare altri 6 milioni di vite, immunizzare più di 300 milioni di bambini da malattie mortali raggiungendo anche quelli finora esclusi, contribuire a rafforzare i sistemi sanitari e ridurre ulteriormente il costo dei vaccini che resta ancora elevato, entro il 2020.

Nel 2015, come parte attiva della Coalizione Globale per la Protezione dell’Educazione dagli Attacchi (GCPEA), abbiamo supportato la redazione della “Dichiarazione Scuole Sicure” che impegna i Paesi firmatari, ad oggi 82, a:

• garantire un’istruzione sicura per tutti i bambini intrappolati in conflitti armati; • approvare e utilizzare le “Linee guida per la protezione delle scuole e delle università dall’utilizzo militare durante in conflitti armati”, che chiedono alle parti coinvolte nei combattimenti di non rendere gli edifici scolastici obiettivi di attacco;

• avviare azioni internazionali per gli incidenti causati dagli attacchi all'istruzione;

• assistere le vittime; • sostenere programmi di protezione e continuazione degli studi durante i conflitti armati. Il processo formale che ha portato all'adozione della Dichiarazione e delle Linee Guida è stato guidato dai governi di Norvegia e Argentina che hanno aperto alla firma la Dichiarazione durante Conferenza di Oslo del 29 Maggio 2015. Nonostante questi documenti siano nati solamente per regolare la condotta di forze armate statali, Save the Children si è, inoltre, impegnata per diffondere queste linee di condotta anche verso gruppi armati non statali, in particolare in Iraq.

“L’unica lingua universale al mondo è il pianto di un bambino”.
Eglantyne Jebb
Credits: Sandy Maroun, Allison Joyce per conto di Save the Children