Anni ’20

La carestia e i Diritti dei bambini

Nel 1921 Save the Children aiuta i bambini russi vittime della carestia: affidabile ed efficace nei soccorsi, l’Organizzazione riesce a portare oltre 600 tonnellate di cibo e a sfamare 300.000 bambini e 350.000 adulti.

Ma altre aree del mondo in quegli anni richiedono il nostro intervento; così, in Grecia creiamo dei centri di nutrizione per i milioni di rifugiati espulsi dall’Asia Minore a causa della guerra greco-turca; aiutiamo gli orfani armeni così come i bambini turchi; doniamo fondi all’Egitto e al Cile, e soccorriamo il Giappone colpito dai terremoti che causano oltre 200.000 morti.

Negli anni ’20 le nostre attività si allargano dall’esclusivo aiuto in emergenza ai programmi di sviluppo. Secondo la fondatrice, “i nostri fondi prima o poi finiranno, e sarebbe straziante aver salvato i bambini dalla fame una volta solo per lasciarli morire di fame la volta dopo”.

Per questo Save the Children inizia a portare avanti programmi di educazione, salute e nutrizione. Presto l’Organizzazione supporta numerosi progetti, dalle campagne anti-tubercolosi al training lavorativo per le ragazze.

Sopra il “The World’s Children”, del 1926. Un opuscolo che veniva inviato ai donatori e supporter di Save the Children per raccontare il lavoro sul campo.

Nel 1923 Eglantyne scrive la prima Carta dei Diritti del Bambino. In tempi in cui i diritti erano riconosciuti solo agli adulti, la Carta ha un potere rivoluzionario sancendo quelli che sono i diritti inviolabili di cui ogni bambino dovrebbe godere. La Carta è adottata dalla Società delle Nazioni nel 1924 ed è la base fondamentale della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre 1989.

La Carta dei Diritti del Bambino


Secondo la presente Dichiarazione dei diritti del fanciullo, comunemente nota come la Dichiarazione di Ginevra, uomini e donne di tutte le nazioni, riconoscendo che l’umanità deve offrire al fanciullo quanto di meglio possiede, dichiarano ed accettano come loro dovere che, oltre e al di là di ogni considerazione di razza, nazionalità e credo:

1. Al fanciullo si devono dare i mezzi necessari al suo normale sviluppo, sia materiale che spirituale.

2. Il fanciullo che ha fame deve essere nutrito; il fanciullo malato deve essere curato; il fanciullo il cui sviluppo è arretrato deve essere aiutato; il minore delinquente deve essere recuperato; l’orfano ed il trovatello devono essere ospitati e soccorsi.

3. Il fanciullo deve essere il primo a ricevere assistenza in tempo di miseria.

4. Il fanciullo deve essere messo in condizioni di guadagnarsi da vivere e deve essere protetto contro ogni forma di sfruttamento.

5. Il fanciullo deve essere allevato nella consapevolezza che i suoi talenti vanno messi al servizio degli altri uomini.

“Credo che dovremmo reclamare diritti imprescindibili per i bambini e lottare per il loro riconoscimento universale”.
Eglantyne Jebb, 1924
Credits: Geneva State Archives