Anni ’80

Nuove crisi umanitarie, nuovo impegno per la dignità delle persone

Siamo in prima linea nella lotta per ridurre la mortalità materna e infantile, così come nella prevenzione, sensibilizzazione e contrasto ai pregiudizi legati all’AIDS, che in quegli anni raggiunge i livelli da pandemia mondiale.

Siccità e instabilità politica mettono in pericolo l’Etiopia. Il nostro staff e i partner locali sono i primi a lanciare l’allarme sull'incombente carestia che si stima abbia ucciso più di un milione di persone. Grazie alla copertura mediatica, l’opinione pubblica viene fortemente sensibilizzata. Aumentano così le donazioni e l’arrivo di aiuti umanitari. Save the Children spedisce cereali, latte in polvere, zucchero e olio nei nostri centri sul campo, arrivando a nutrire 7.000 bambini malnutriti al giorno.

Nel 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, basata sulla Dichiarazione dei Diritti del Bambino redatta da Eglantyne Jebb. Tutti i progetti di Save the Children ancora oggi sono realizzati con un approccio che considera il minore come soggetto di diritto e ci impegniamo perché norme, politiche e prassi, nazionali e internazionali, siano conformi ai principi della Convenzione.

Il “The World’s Children”, numero 12, del 1989. Un opuscolo che veniva inviato ai donatori e supporter di Save the Children per raccontare il lavoro sul campo. Questo numero parla del lavoro in Mozambico.

“Come esseri umani è impossibile stare a guardare mentre i bambini muoiono di fame senza fare nessuno sforzo per salvarli”.
Eglantyne Jebb
Credits: Save the Children e Stuart J. Sia per conto di Save the Children