1998

Save the Children in Italia

Anni ’40 Il dopoguerra in Italia

Nonostante la nostra sede in Italia sia nata negli anni ’90, il legame di Save the Children con il nostro Paese ha radici profonde. Coerentemente con la sua missione, l’Organizzazione interviene qui già negli anni ’40, in un momento di forte bisogno. È il dopoguerra, che lascia dietro di sé devastazione e povertà. Mancano cibo e indumenti, reti di protezione e assistenza ai bambini più bisognosi. Dalla Toscana alla Puglia passando per l’Abruzzo, la nostra Organizzazione internazionale con i suoi vari membri nel mondo, cerca di raggiungere i bambini più bisognosi: dalla realizzazione di un centro per sfollati a Firenze, ai centri di Taranto e Brindisi per la distribuzione di indumenti e cibo, fino a Ortona, con la realizzazione di un primo centro di soccorso per bambini in un edificio bombardato. Giovanna Guzzeloni Thomson è la prima coordinatrice inviata da Save the Children International in Italia e proprio ad Ortona inizia le sue attività. Con l’aiuto di altre organizzazioni umanitarie già sul posto (American Friends Committee), Giovanna, con una Land Rover abbandonata dall’esercito inglese e rimessa in sesto, avvia in poco tempo programmi nutrizionali per i bambini, portando soccorso e aiuto anche agli orfanotrofi di montagna. Con caparbietà e abnegazione, Giovanna Guzzeloni ottiene un fazzoletto di terra dalle autorità locali e costruisce un piccolo edificio grazie ai fondi inviati da Save the Children Canada, a cui si aggiunge, nel 1954, una nuova struttura prefabbricata donata dalla sede svedese. L’asilo diverrà nei decenni successivi uno dei più importanti centri di formazione per gli operatori delle scuole materne, in collaborazione con lo stato italiano.

“In collaborazione con l’American Friend’s Service Committee, il nostro centro di Ortona mostra a padri, madri, bambini e ragazzi il valore del reciproco aiuto, sostenendoli nella costruzione del loro futuro. Nel corso dell’anno, due ragazze italiane hanno soggiornato tre mesi in Inghilterra per una visita presso gli asili infantili e partecipato a corsi di formazione (…) L’esperienza in Inghilterra si è mostrata utile per il loro futuro impiego negli asili”.
Dai documenti ufficiali di Save the Children UK

Anni ’50 L’intervento di Save the Children continua

Negli anni ’50 continua nel nostro Paese l’opera di ricostruzione e di soccorso ai bambini più bisognosi. Save the Children Svezia finanzia un centro di riabilitazione per bambini mutilati a seguito degli eventi bellici. L’istituto, Mamma Irma, è a Erba, in provincia di Como. Nuovi asili vengono avviati anche nelle zone lucane e calabresi così come la formazione delle educatrici e delle assistenti sociali.

Vengono disposti interventi nell’area di Trieste per i profughi istriani e a Rovigo si prestano soccorsi a seguito dell’alluvione in Polesine. A seguito dell’ondata di gelo sull’Appennino Pistoiese del ’56, viene organizzato l’invio di alimenti e indumenti.

“A oggi, oltre 300 asili sono stati aperti nell’Italia del Sud a seguito della formazione fornita dal centro di Ortona; altri saranno aperti presto, ad esempio quello di Tricarico, in Basilicata, grazie ai fondi di Save the Children Canada; altre iniziative prevedono, grazie all’intervento di Save the Children USA, lo sviluppo di schemi di sviluppo ad uso delle comunità per elevare lo standard di vita e incrementare la produzione con la fornitura di trattori, alberi da frutta e macchine per maglieria”.
Dai documenti ufficiali di Save the Children UK, 1957

Anni ’60 - ’80 Interventi in emergenza

Nonostante il boom economico degli anni ’60, molte parti dell’Italia, soprattutto fuori delle grandi città, versano in una condizione di povertà.

Nel 1962, un terremoto colpisce l’Italia del sud, in particolare le province di Avellino e Benevento. Save the Children eroga fondi per i rifornimenti di prima necessità e crea 6 centri per fornire cibo e riparo per bambini tra i 6 e gli 11 anni, per un totale di 900 bambini, con l’intenzione di trasformarli in centri permanenti di assistenza all’infanzia a emergenza finita. I centri forniscono istruzione, due pasti al giorno e assistenza medica.

Nel 1966 forti inondazioni colpiscono l’Italia centrale e settentrionale. La nostra Organizzazione distribuisce cibo, medicine, coperte, vestiti, stufe nelle zone più colpite. Rende inoltre operativa una piccola struttura di protezione civile nella provincia di Belluno, fornendo ai villaggi di montagna rimasti isolati veicoli, radiotrasmittenti, stock di alimenti concentrati per bambini, apparecchiature e riserve di emergenza. Vengono organizzati centri di assistenza nei villaggi che, oltre ad occuparsi dell’infanzia, fungono come mezzo di contatto con la popolazione locale. Ogni centro elegge un comitato locale e come Save the Children incoraggiamo i componenti affinché diventino parte responsabile nel relativo controllo quotidiano. Inoltre, l’Organizzazione fornisce aiuto ad un certo numero di istituzioni italiane, mentre molti bambini e le loro famiglie sono aiutati mediante programmi di sostegno a distanza.

Nuovi terremoti nel Belice (1968) in Friuli (1976) e Irpinia (1980) vedono Save the Children impegnata nell’invio di fondi e di beni di prima necessità per i bambini. Dal 1981 al 1986, Save the Children Usa si inserisce nel programma di ricostruzione dell’Irpinia assieme ad altre organizzazioni nazionali e internazionali. In particolare, segue la ricostruzione di un edificio scolastico, di un centro medico e di diversi ricoveri per il bestiame.

“La situazione della popolazione dell’Italia del sud è purtroppo cambiata poco durante la presenza di Save the Children. Malgrado l’impulso dato all’ edilizia e alla realizzazione di strade, scuole ed ospedali, ci sono migliaia di persone che vivono al limite della sussistenza con un reddito mensile di 5 sterline, mentre inondazioni e siccità causano ulteriori e gravi problemi. La maggior parte dei bambini è ancora malnutrita ma il Fondo di Save the Children riesce ad assicurare almeno pasti e vestiario per circa 3000 bambini allevati in istituzioni italiane”
Dai documenti ufficiali di Save the Children UK, 1961

1999 inizia una nuova avventura

Nel 1999 comincia l’avventura dell'ufficio di Save the Childen Italia. I primi 4 dipendenti dell’Organizzazione avviano pioneristicamente le prime attività a supporto di bambini e adolescenti anche in Italia, cui si vanno ad aggiungere nel tempo, con l’espansione delle attività in favore dell’infanzia in cui l’Organizzazione è impegnata, numerosi colleghi.

Anni 2000 Le attività in Italia e nel mondo

Alle soglie del nuovo millennio, il mondo visto dall’Italia era totalmente differente da quello attuale: gli italiani ragionavano in lire, le torri gemelle caratterizzavano la skyline newyorkese, la crisi economica era di là da venire.

Nel 2000 lanciamo il programma “Child Link”, per il sostegno ai bambini e alle loro comunità di appartenenza.
Tra le molte emergenze cui ci troviamo a far fronte in questi anni, alcune rilevano particolarmente, per la loro intensità e violenza.

Nel 2004 il nostro ufficio in Italia si mobilita per stare a fianco dei bambini orfani o privi di sussistenza a seguito dello tsunami che sconvolge il Sud Est asiatico, soccorrendoli e sostenendoli con interventi mirati al superamento del trauma. Nel 2008, il ciclone Nargis colpisce il Myanmar: delle oltre 140 mila vittime, più della metà sono bambini e ragazzi. Ci attiviamo per portare cibo e kit di sopravvivenza agli sfollati, costruire ripari e spazi sicuri per i bambini, dove tra le altre attività, questi possano continuare anche quelle scolastiche.

Nel 2006 anche in Italia partecipiamo al lancio della prima campagna internazionale di Save the Children, “Riscriviamo il Futuro”.

In paesi devastati dai combattimenti, in cui la distruzione impera ovunque, Save the Children costruisce scuole, forma insegnanti, distribuisce cibo e acqua e realizza interventi per proteggere bambini e ragazzi dalle conseguenze del conflitto.
Nel 2009, l’Organizzazione risponde alla crisi umanitaria a Gaza, provocata dall’escalation del conflitto e dalle tensioni politiche nell’area.

Oltre alle attività che ci vedono impegnati negli interventi in altri Paesi del mondo, avviamo i primi progetti sul territorio nazionale.

La poca dimestichezza di adulti e minori con le nuove tecnologie, e la loro rapida diffusione, ci suggeriscono di realizzare programmi ad hoc per contrastare gli abusi online e diffondere la conoscenza dei rischi insiti in un utilizzo poco responsabile. Nel corso degli anni, sono più di 7.000 i ragazzi e le ragazze che partecipano ad attività in quest’ambito.

Sotto la Campagna contro il cyberbullismo promossa dalla Commissione Europea (2009)

Una delle prime iniziative di Save the Children in Italia è stata quella di promuovere la nascita di una rete di associazioni che si occupasse di verificare l’attuazione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) nel nostro Paese, sul modello di altre iniziative sperimentate in altri Paesi. Il lavoro in rete con altre associazioni, anche ai fini di promuovere attività di advocacy è un valore aggiunto, che contraddistingue da sempre il modo di operare della nostra Organizzazione.

Il Gruppo di lavoro per la CRC (www.gruppocrc.net) è stato istituito a dicembre 2000 con l’obiettivo prioritario di preparare il primo Rapporto sull’attuazione della Convenzione da parte del Terzo settore, supplementare a quello presentato dal Governo italiano, inviato a novembre 2001 al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, e sottoscritto da 43 associazioni.

Da allora il network si è consolidato, ampliando, grazie alla partecipazione di un numero sempre maggiore di associazioni, le tematiche oggetto di analisi e pubblicando ben 9 Rapporti di aggiornamento annuali, che vengono regolarmente presentati e discussi con i referenti istituzionali italiani, e 3 Rapporti Supplementari alle Nazioni Unite, a testimonianza dell’impegno e della costanza del Terzo settore nel fare pressione affinché le politiche per l’infanzia siano ricomprese come priorità nell’agenda politica. Alla redazione dell’ultimo Rapporto Supplementare hanno contribuito 147 operatori delle 96 associazioni che fanno parte del network.

A metà del decennio, a fronte dell’incremento dei flussi migratori verso l’Italia, avviamo i primi progetti rivolti a minori migranti accompagnati e non accompagnati, richiedenti asilo, vittime di tratta e sfruttamento. Il nostro impegno si concretizza in vari progetti: da Orizzonti a Colori, attivo dal 2005 al 2008, tramite cui l’Organizzazione entra in contatto con più di 3.000 minori stranieri, a CivicoZero (creato nel 2009 e tuttora attivo) centro diurno per l’orientamento, la formazione e la consulenza dei minori stranieri. Il progetto Praesidium, avviato nel 2008, ci vede operare stabilmente nella frontiera sud, in supporto dei minori giunti via mare e nel monitoraggio degli standard di accoglienza nelle comunità per minori stranieri. Sotto uno dei primi video su CivicoZero a Roma (2010).

I centri CivicoZero di Save the Children, attivi nelle città di Roma, Milano, Torino e Catania, sono uno spazio protetto e sicuro per tutti i minori e giovani migranti che arrivano soli nel nostro Paese e che per tale ragione sono particolarmente esposti ai rischi di devianza, marginalità sociale, abuso e sfruttamento. I centri garantiscono per tutti loro l’accoglienza diurna nonché di principali servizi di base al fine di soddisfare i loro bisogni primari. Da sempre i giovani dei CivicoZero hanno portato con loro il forte bisogno di avere strumenti e opportunità per sentirsi parte della società che li ha accolti. Questa richiesta ha fortemente orientato le attività dei Centri prevedendo una progressiva espansione di quelle finalizzate al rafforzamento delle competenze linguistiche, all’orientamento vocazionale, alla formazione professionale, al benessere psico-fisico, pur mantenendo costante l’intervento di base per i più vulnerabili. Nel 2018 i centri hanno raggiunto oltre 1.450 minori e neo maggiorenni. In particolare, oltre 900 ragazzi hanno preso parte ad attività finalizzate al rafforzamento delle competenze e all’inclusione, più di 800 hanno preso parte a corsi di alfabetizzazione e almeno 370 hanno beneficiato di attività finalizzate all’orientamento e alla formazione professionale nonché a tirocini lavorativi. Per Save the Children, la protezione e l’inclusione dei giovani migranti rimane centrale nell’ambito dei suoi interventi in Italia a supporto e in difesa dei diritti dei bambini.

Avviamo e poi potenziamo le attività realizzate in contesti scolastici, con progetti di portata nazionale e internazionale, per sensibilizzare ed orientare studenti e docenti alla formazione nell’ottica dei diritti.

In questi anni, profondiamo un grande impegno nelle attività di advocacy anche a livello nazionale, così da portare la voce dei bambini in seno alle istituzioni di ogni livello.

In seguito al terremoto del 2009 in Abruzzo, decidiamo di intervenire per la prima volta in risposta ad un’emergenza nazionale. Gli Spazi a misura di bambino, creati all’interno di 4 campi di accoglienza abruzzesi, hanno accolto e supportato i bambini nell’affrontare le conseguenze del trauma. Sotto il video dell'intervento in Abruzzo a seguito del terremoto del 2009.

Anni 2010

Il supporto ai bambini e alle mamme in Italia

A livello internazionale, il secondo decennio vede Save the Children in Italia impegnata nel supporto alle popolazioni colpite da catastrofi naturali. Nel 2010 in seguito al terremoto che colpisce Haiti; nel 2011 in seguito al terremoto in Giappone; nel 2013 nelle Filippine, devastate dal tifone Haiyan; nel 2015 in Nepal. Siamo a fianco dei bambini siriani, stremati da anni di guerra, e lavoriamo per dare risposta alle crisi umanitarie che colpiscono molti paesi nel mondo. Sotto il video del nostro intervento in Nepal, 3 mesi dopo il devastante terremoto del 2015.

Ma questi anni ci pongono davanti grandi sfide anche in Italia: la crisi economica internazionale provoca l’aumento della povertà e delle disuguaglianze, che colpisce soprattutto i più vulnerabili. Anche bambini e adolescenti in Italia risentono delle conseguenze: la disoccupazione si impenna, le famiglie si impoveriscono, le risorse pubbliche, e quindi gli investimenti, diminuiscono. Al contempo, aumentano gli arrivi di profughi e migranti e le istituzioni si trovano ad affrontare situazioni inedite.
Per queste ragioni ci impegniamo nella realizzazione di interventi sempre più ambiziosi, mirati e capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale.

Nel 2012 lanciamo la campagna Ricordiamoci dell’infanzia e nel 2014 Illuminiamo il Futuro, per il contrasto alla povertà educativa. A partire dal 2014 vengono via via aperti, su tutto il territorio nazionale,
i Punti Luce, i centri socio-educativi che hanno l’obiettivo di far fiorire i talenti e le capacità dei bambini e degli adolescenti nei quartieri di maggior disagio. Sotto il video della Campagna Illuminiamo il Futuro (2014) "La prima volta, il mondo scoperto dai bambini".

In Italia oltre un milione di bambini vive in povertà assoluta, ossia senza beni e servizi indispensabili per condurre una vita quotidiana accettabile. La povertà economica alimenta un’altra povertà, quella educativa, che priva bambini e adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni e condiziona il percorso di crescita, lo sviluppo di competenze cognitive e socio-emozionali fondamentali. Dal 2014 con i nostri Punti Luce, abbiamo cercato di combattere questo fenomeno. I Punti Luce sono centri in cui i bambini e gli adolescenti hanno la possibilità di partecipare gratuitamente ad attività di sostegno allo studio e laboratori nel campo dello sport, della musica, dell’arte e della cultura, trascorrere il tempo tra pari e mettere in gioco la loro creatività. I centri sorgono in quei contesti delle città italiane maggiormente deprivati, caratterizzati dall’assenza di servizi, di opportunità educative e spazi adeguati per la crescita dei bambini. Oltre alle attività educative e ricreative, per bambini in certificate condizioni di disagio attiviamo anche le doti educative, piani di supporto per fornire beni e servizi educativi. Da maggio 2014 abbiamo aperto 24 Punti Luce, coinvolto nelle attività oltre 18.000 bambini e adolescenti, 480 operatori (di cui 332 volontari), 195 plessi scolastici, oltre 300 realtà locali e abbiamo erogato oltre 1.700 doti educative. I Punti Luce sono riconosciuti come un presidio sociale che catalizza e mette in rete le diverse risorse educative dei territori, per contribuire alla costruzione di una “comunità educante”.

Sotto il video "Che cos'è un Punto Luce".

SottoSopra – il Movimento Giovani per Save the Children, è nato nel 2016 ed è oggi costituito da 18 gruppi cittadini diffusi in 15 città, che coinvolgono circa 350 ragazzi, e vede realizzate ogni anno più di 100 iniziative di sensibilizzazione e azioni di mobilitazione su non discriminazione, riappropriazione di spazi, inclusione, tutela delle diversità, Agenda 2030. Con SottoSopra gli adolescenti partecipano ed esercitano la loro cittadinanza attiva.

Con Fuoriclasse in Movimento, la rete nazionale di scuole promossa da Save the Children contro la dispersione scolastica, siamo al fianco di bambini e ragazzi per sostenere la loro piena partecipazione nelle scuole. Attraverso l’iniziativa dei Consigli Fuoriclasse incoraggiamo annualmente 15.000 bambini e ragazzi a svolgere un ruolo attivo nel promuovere il benessere scolastico, ponendosi in dialogo e confronto con gli adulti responsabili: dirigenti scolastici, insegnanti e genitori sono parte integrante e fondamentale di questo processo. Nasce così l’impegno di tutta la comunità scolastica, capace di fare la differenza in termini di riqualificazione degli spazi, innovazione didattica, dinamiche relazionali tra pari e con gli adulti, rigenerazione del territorio.

Sotto il video "L'esperienza di Fuoriclasse in Movimento a Milano".

In riferimento all’articolo 12 della Convenzione (principio di partecipazione e rispetto dell’opinione del minore), sosteniamo, dunque, l’importanza di aumentare e/o rinnovare “spazi di opportunità” dedicati ai bambini e ai ragazzi. Affinché tutti, nessuno escluso, abbiano la possibilità di accrescere la propria conoscenza, sviluppare un pensiero critico e agire a favore e a tutela dei propri diritti e di quelli dei pari.

Iniziamo a sviluppare una serie di interventi diretti ai bambini nella fascia di età 0-6 anni, per garantire
cure e attenzioni adeguate fin dalla prima infanzia. Nel 2012 prende l’avvio il progetto Fiocchi in Ospedale, oggi attivo negli ospedali di 7 diverse città, con 10 sportelli che offrono un servizio di ascolto e di accompagnamento a futuri e neo genitori durante il percorso nascita e nei primi anni di vita dei bambini. Nei primi 6 anni, circa 30.000 persone sono entrate in contatto col progetto, e più di 1.000 bambini presi in carico. Il progetto Spazio Mamme offre inoltre ai genitori, in particolare le madri, un luogo nel quale confrontarsi e trovare orientamento e supporto in caso di difficoltà. Ad oggi, sono 14 gli Spazi Mamme attivi in varie città.

Scopri di più sul progetto Fiocchi in Ospedale, il video:

Nonostante la ratifica della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sia avvenuta in Italia nel 1991, la qualità della partecipazione dei giovani ai processi decisionali degli adulti e, più in generale, alla vita della società, ancora non ha raggiunto il livello auspicato negli articoli della Convenzione.
Per questo decidiamo di sostenere a livello programmatico iniziative che hanno come obiettivo quello di favorire e consolidare una visione nuova del ruolo dei bambini e dei ragazzi nelle scuole e nei territori in cui vivono: non destinatari passivi di azioni e interventi posti in essere dagli adulti, ma attori sociali a pieno titolo, agenti del cambiamento e protagonisti delle questioni che li riguardano.
Nel 2013 parte UndeRadio, web radio contro le discriminazioni, gestita dagli studenti delle scuole sotto i 18 anni; il progetto ha coinvolto finora circa 2.000 studenti di 36 scuole.

Con il Movimento SottoSopra e Fuoriclasse in Movimento promuoviamo la partecipazione attiva e l’ascolto di migliaia di bambini e ragazzi in tantissime città su temi rilevanti per i ragazzi stessi e nella lotta alla dispersione scolastica.
Prosegue l’impegno dell’Organizzazione per supportare e proteggere i minori migranti: al centro diurno a bassa soglia CivicoZero di Roma, per far fronte al maggiore afflusso di minori stranieri non accompagnati, si affiancano negli anni anche quelli di Milano, Torino e Catania. Inoltre, continuiamo a supportare i minori in arrivo via mare nella frontiera sud e frontiera nord, con team dedicati presenti stabilmente nei luoghi di sbarco cui si sono aggiunte nel 2016 e nel 2017 le operazioni di ricerca e soccorso in mare con la nave Vos Hestia. Vengono al contempo realizzati progetti di contrasto alla tratta e allo sfruttamento.
Ci impegniamo anche per combattere la violenza, in particolare la violenza assistita, contro i minori: dal 2016 è attivo a Ponderano il centro “I Germogli”, polo sperimentale di accoglienza dove mamme e bambini sono sostenuti e accompagnati nel percorso di uscita dalla violenza domestica.

Siamo a fianco dei bambini vittime di emergenze nazionali, in particolare nei terremoti in Emilia Romagna nel 2012 e del Centro Italia nel 2016. Gli Spazi a Misura di Bambino aperti nei campi di accoglienza hanno offerto supporto, ad oggi, ad oltre 1.300 bambini.

In questi 10 anni, si estende la rete dei partner nazionali e territoriali con cui collaboriamo stabilmente per la realizzazione dei progetti, si attivano comitati scientifici che supportano l’Organizzazione nell’analisi delle tematiche relative all’infanzia e si sottopongono i progetti all’attenzione di valutatori esterni che ne verificano l’efficacia e l’efficienza. Cresce inoltre il coinvolgimento diretto della società civile nelle attività dell’Organizzazione: sono sempre più le persone che, condividendone lo spirito e gli obiettivi, mettono parte del loro tempo, delle loro energie e competenze a disposizione di attività o progetti: gli iniziali 300 volontari diventano circa 2.000. Presenze importanti per l’Organizzazione che, capillarmente diffuse sul territorio nazionale, supportano le attività di progetto, gli eventi o le campagne di sensibilizzazione.
L’Organizzazione si è dotata inoltre di un sistema di tutela e un codice di condotta (la Child Safeguarding Policy – CSP) che veglia sul rispetto del codice etico dell’Organizzazione, e si attiva in relazione a segnalazioni di abuso nei confronti di bambini e ragazzi.
Nel corso del decennio, inoltre, le pubblicazioni di Save the Children analizzano le condizioni di vita dei bambini e adolescenti che vivono in Italia: gli Atlanti dell’infanzia a rischio, i rapporti dedicati ai nostri progetti di tutela delle mamme e dei loro bambini dai 0 ai 6 anni, il rapporto sul fenomeno della tratta e dello sfruttamento dei minori in Italia, sono solo alcuni dei tanti rapporti che, ogni anno, contribuiscono alla comprensione e diffusione di un prezioso patrimonio di informazioni sulle varie tematiche.

Proseguono le nostre attività di advocacy per sensibilizzare ed influenzare le istituzioni, affinché queste, con le loro azioni, incidano positivamente sulla vita dei bambini.

Save the Children tutela l’infanzia anche attraverso la sua capacità di elaborare proposte e raccomandazioni e farle adottare dai responsabili politici e istituzionali. Tra i principali risultati vi è l’elaborazione nel 2014 del concetto di “povertà educativa” che è entrato nell’Accordo di Partenariato tra l’Italia e la Commissione Europea per l’utilizzo dei Fondi Strutturali e di Investimento europei della programmazione 2014-2020. A dicembre 2015 nella Legge di stabilità è stato istituito il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile di 100 milioni di euro annuali per tre anni - rinnovato anche nella legge di bilancio 2018. Nel 2017 il Governo ha istituito il Reddito di Inclusione (REI), promosso dall’Alleanza della Povertà di cui siamo parte, nel cui decreto attuativo è stato previsto il coinvolgimento diretto dei ragazzi nella definizione del progetto personalizzato che li riguarda. Un altro importante risultato è stata l’approvazione della Legge “Disposizioni in materia di misure di minori non accompagnati” (L.7 aprile 2017 n°47) che definisce in maniera organica le misure di tutela e di protezione di questi minori. La legge si ispira ad una prima proposta elaborata dalla nostra Organizzazione nel 2012 e presentata nel 2013 alle principali forze politiche di maggioranza e opposizione.

Credits: Francesco Alesi, Jonathan Hyams, Danilo Balducci, Francesca Leonardi, Stefano D'Amadio per conto di Save the Children