Storie di piccoli schiavi invisibili

Tratta e sfruttamento:
3 fenomeni e testimonianze di fuoriuscita

Lo sfruttamento sessuale

In Italia sono molte le minori sfruttate allo scopo della prostituzione su strada. Sono in particolari giovani donne, a volte bambine, provenienti per lo più dalla Nigeria e dalla Romania.

Relativamente al contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori il nostro progetto “Vie d’uscita", tra gennaio 2017 e marzo 2018 ha raggiunto tramite le unità di strada 1.904 vittime di tratta, in netta prevalenza (68,5%) nigeriane, seguite dalle rumene (28%). Un numero nettamente cresciuto rispetto al periodo maggio 2016-marzo 2017, quando erano state contattate 1.313 vittime.


Indotte dai loro sfruttatori a dichiararsi maggiorenni al momento delle operazioni di identificazione in seguito allo sbarco, molte giovanissime nigeriane sfuggono così al sistema di protezione per minori. È necessario quindi rafforzare i meccanismi di identificazione e le procedure di accertamento dell’età così da inserirle da subito nei programmi di protezione le minori.
Per il viaggio che dalla Nigeria le porterà in Italia, le ragazze contraggono un debito tra i 20.000 e i 50.000 euro, che potranno ripagare solo sottostando alla prostituzione forzata, un meccanismo dal quale non riescono a liberarsi facilmente.

Dopo le ragazze nigeriane, le ragazze rumene costituiscono il secondo gruppo più numeroso nella prostituzione su strada in Italia. Si tratta soprattutto di adolescenti provenienti dalle aree più svantaggiate della Romania.

STORIA DI JENNIFER
Mi chiamo Jennifer vengo da Benin city e la mia vita non è stata felice.
Ho deciso di partire per l’Europa con mio fratello aiutati da un uomo del Paese che era
amico di mio padre. Durante il viaggio sono stata rapita, mio fratello è stato ucciso nel
tentativo di liberarmi. È stato orribile. Io da allora sono rimasta sola con l’amico di mio
padre che, prima di continuare il viaggio, mi ha sottoposto al rito voodoo e ha abusato
di me. Non avevo ancora diciotto anni ma quando siamo giunti in Italia, questo uomo
mi ha costretto a dichiararmi maggiorenne e sua moglie.
Il mio sfruttamento è cominciato dopo l’identificazione e la fuga dalla struttura in cui
avevano inserito me e il mio sfruttatore. Giorni di terrore in cui non facevo altro che
pensare a quanto avevo vissuto. Per questo ho deciso di chiedere aiuto.
Quando sono entrata in protezione la prima cosa che ho chiesto è stata di celebrare
un funerale per mio fratello.

Per offrire un supporto specifico ai minori stranieri reclutati da organizzazioni e reti criminali nei Paesi di origine per essere sfruttati in Italia nel circuito della prostituzione, abbiamo attivato dal 2012 il progetto "Vie d’uscita", grazie al quale nel 2017, 29 ragazze emerse dalla tratta sono state protette e accompagnate all’autonomia tramite percorsi personalizzati di formazione e avviamento al lavoro.

Il survival sex

Lo sfruttamento sessuale delle minori migranti che transitano per la Frontiera Nord Italiana con l’obiettivo di raggiungere i Paesi del nord Europa.

Un secondo triste fenomeno riguarda il nostro Paese, il cosiddetto survival sex, ovvero delle minorenni in transito provenienti per lo più dal Corno d’Africa e dai Paesi dell’Africa-sub-sahariana che vengono indotte a prostituirsi per pagare i passeurs per attraversare il confine o per reperire cibo o un posto dove dormire.
Private della possibilità di percorrere vie sicure e legali e invisibili al sistema di accoglienza, queste ragazze sole, sono esposte a gravissimi rischi di abuso e sfruttamento.

Le principali vie di transito verso il Nord Europa

Con l’obiettivo di offrire supporto e protezione ai minori stranieri non accompagnati in Italia, e garantire loro opportunità di inclusione sociale, siamo presenti con i propri programmi nelle principali aree di sbarco alla frontiera sud e nelle maggiori città di transito come Roma, Milano, Torino e Catania con il progetto CivicoZero.

Il lavoro minorile

I casi di lavoro minorile in Italia nel 2017, riguardanti sia minori italiani che stranieri, ammontano a 220 ma ci troviamo di fronte alla punta di un iceberg di un fenomeno per lo più sommerso.

Tra i minori stranieri vittime di sfruttamento lavorativo in Italia, spiccano i ragazzi egiziani che entrano nella spirale dello sfruttamento per ripagare il debito contratto per il viaggio e supportare le famiglie. Sfruttati in condizioni pesantissime, lavorano 7 giorni su 7 per 12 ore al giorno per 2 o 3 euro l’ora.

STORIA DI MAHMUD
Per oltre due anni Mahmud, ragazzo egiziano, è stato ospite di una comunità
piemontese dove è rimasto fino al compimento della maggiore età. Mahmud
è motivato, studia volentieri, ottiene la terza media e conclude un percorso di
formazione professionale di un anno come serramentista. Nei due anni, grazie alla
crescente competenza dell’italiano Mahmud partecipa a diversi progetti formativi
e svolge un tirocinio presso un rifugio alpino. L’impegno di Mahmud risulta decisivo per
essere ammesso al progetto Together di Save the Children, grazie al quale partecipa
al percorso di orientamento, dichiarando di non volere per alcuna ragione né lavorare,
né vivere con i propri connazionali. Al termine dell’orientamento, così come previsto
dal progetto, vengono avviate le pratiche per l’attivazione di una borsa lavoro e di una
soluzione per l’autonomia abitativa. Tuttavia, il giorno prima di iniziare la borsa lavoro,
Mahmud abbandona il percorso intrapreso a causa delle forti pressioni esercitate dalla
famiglia e dalla comunità di appartenenza. Per lui è l’inizio dello sfruttamento. Mahmud
comincia a lavorare ai Mercati Generali di notte. Dalle 5 del mattino fino alle 9 di sera.
Al ragazzo, in ansia per il rinnovo del permesso di soggiorno, era stato promesso un
contratto di lavoro al termine delle prime due settimane di lavoro. Inizialmente il lavoro
non sarebbe stato neanche retribuito: gli hanno detto che doveva imparare il mestiere,
che consisteva nel caricare e scaricare casse di frutta e verdura. Di recente, gli operatori
hanno incontrato Mahmud, che era ancora in attesa di ricevere il contratto.

Dal 2016, abbiamo infine attivato la Helpline Minori Migranti per offrire adeguato supporto agli stessi minori stranieri non accompagnati, ma anche a tutti coloro che hanno necessità di ricevere informazioni ad hoc. Il servizio, gratuito e multilingue, è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17, al numero verde 800 14 10 16 oppure, per gli utenti Lycamobile, 3512202016.

Hedinn Halldorsson per Save the Children Tom Pilston per Save the Children Jonathan Hyams per Save the Children Ahmad Baroudi per Save the Children