Rohingya, incendio a Cox’s Bazar: 23 bambini dispersi

Ben 11 persone sono morte nel terribile incendio divampato a Cox’s Bazar lunedì scorso e 23 bambini risultano ad oggi ancora dispersi. Da allora stiamo lavorando 24 ore su 24 nelle operazioni di ricerca continuative e abbiamo ricongiunto 289 minori con le loro famiglie dopo che erano rimasti separati nel caos dell’incendio.

La situazione a Cox’s Bazar dopo l’incendio

L'incendio ha dilaniato Cox's Bazar, il più grande campo al mondo localizzato in Bangladesh, bruciando migliaia di rifugi fatti di teloni e bambù altamente infiammabili. Il fuoco, oltre a provocare la morte di 11 vittime - bambini inclusi - ha lasciato 50.000 persone senza più un tetto, centinaia risultano ancora disperse. 

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Le famiglie rifugiate, non solo hanno dovuto abbandonare le loro case a causa dell’escalation di violenze per vivere in un campo profughi affollato, in più ora sono stati costretti a guardare quel poco che avevano andare letteralmente in fumo. 

Oltre a questa devastazione, molti dei rifugiati stanno piangendo la perdita dei propri figli. La distruzione causata dal fuoco ci ricorda ancora una volta quale tetro futuro hanno di fronte i bambini bloccati nei campi di Cox’s Bazar. Nonostante gli incessanti sforzi delle comunità umanitarie, un campo profughi non è il luogo in cui un bambino possa crescere.

Tayeba Begum, una volontaria Rohingya di Save the Children, è fuggita dalle fiamme con suo figlio prima che il fuoco entrasse in casa sua. “Quando è scoppiato l'incendio dietro casa mia, ho afferrato mio figlio e ho corso per almeno un chilometro. Ho dovuto lasciare tutto alle spalle e correre per salvare le nostre vite. Tutti i miei averi sono stati ridotti in cenere e ho trovato rifugio a casa di mio fratello che vive nelle vicinanze. Ho visto persone piangere e scappare per salvarsi la vita, ma non potevano andare lontano a causa del filo spinato. L'esercito è arrivato dopo un po' e ha trovato il modo di aiutare le persone a fuggire, tagliando la recinzione davanti a casa nostra. Poi sono entrati i vigili del fuoco e hanno aiutato a spegnere l'incendio. Altrimenti, anche la casa in cui ci siamo rifugiati sarebbe andata a fuoco". 

Le scuole distrutte

Il fuoco ha devastato anche 163 spazi di apprendimento, lasciando 13.266 bambini senza accesso all'educazione. Tutti i 18 spazi gestiti dalla nostra Organizzazione sono stati colpiti dalle fiamme, compreso il materiale didattico e i libri utilizzati dai bambini.

Le strutture sanitarie

Siamo molto preoccupati per il benessere delle donne incinte e dei neonati e bambini sotto i cinque anni che soffrono di mancanza di cibo, acqua e accesso all'assistenza sanitaria, poiché secondo il World Health Organization (OMS), almeno sei strutture sanitarie sono state distrutte dall'incendio. Le organizzazioni umanitarie stanno lavorando rapidamente per distribuire bottiglie d'acqua e serbatoi mobili ai rifugiati, stiamo impiegando personale medico mobile e ambulanze per i ricoveri. 

Stiamo inoltre fornendo il primo soccorso psicosociale a bambini e famiglie in difficoltà che sono stati traumatizzati dall'incendio e sta fornendo kit di accoglienza di emergenza per i rifugiati sfollati. Abbiamo istituito 12 spazi temporanei sicuri per i bambini aperti 24 ore al giorno con personale qualificato per la protezione dei bambini e volontari. 


Per approfondire leggi il comunicato stampa.

L'aggiornamento qui.

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