2018: un anno di azioni in difesa dei bambini

Il nostro impegno per salvare la vita dei minori e per garantire ad ognuno di loro un futuro migliore. Specie nei luoghi dove essere bambini è più difficile.

Nei luoghi colpiti da catastrofi, guerre e povertà, i primi a subire le conseguenze più gravi sono i bambini. Anche il 2018 è stato un anno difficile per milioni di persone, dallo Yemen alla Siria, dalla Birmania alle regioni Subsahariane molte popolazioni hanno dovuto affrontare difficoltà inimmaginabili. Sono zone fragili, dove uomini, donne e bambini subiscono i dolori e le ingiustizie provocati dagli squilibri sociali e politici dei paesi in cui vivono.

Di fronte a tutto questo noi non possiamo restare a guardare e ci battiamo per salvare il futuro dei minori che vivono nei luoghi in cui è più difficile essere bambini. Perché tante sofferenze e malattie sono facilmente evitabili e il nostro imperativo è, oggi più che mai, salvare i bambini a qualunque costo.

È quello che facciamo ogni giorno e ogni anno, anche grazie a te.

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Nel video abbiamo incrociato gli sguardi e i sorrisi di Nur, Nada e Jacob. Sono solo alcuni dei milioni di bambini incontrati sul campo durante il nostro lavoro e sono proprio le loro vite che raccontano al meglio il contesto da cui provengono e il nostro impegno per migliorare le loro vite.

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Crisi Rohingya: dopo le violenze in Birmania, Nur ha trovato un luogo sicuro in Bangladesh

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Tra i Rohingya scappati dalla Birmania nell’Agosto del 2017 c’erano anche migliaia di bambini non accompagnati. Molti di loro hanno perduto i propri famigliari durante la fuga, altri sono rimasti orfani dei propri genitori in seguito alle violenze perpetrate contro questa popolazione.

I minori non accompagnati sono in una posizione di particolare vulnerabilità, a rischio di abuso, sfruttamento e traffico. Per garantire protezione e assistenza a questi bambini, interveniamo riunendo le famiglie disperse o offendo supporto psicologico e cure a quanti sono rimasti orfani.

Quando è arrivato nel campo profughi bengalese di Cox’s Bazar, Nur – sordo fin dalla nascita – era molto spaventato. Separato dai suoi genitori in seguito agli attacchi contro il villaggio in cui aveva sempre vissuto, la madre è stata uccisa e il padre catturato. Oggi Nur ha ripreso a comunicare con il mondo esterno, a poco a poco ha ritrovato il sorriso frequentando i nostri spazi a misura di bambino dove è supportato costantemente dai nostri operatori.

Tutto il nostro staff è molto affezionato a Nur. Il ragazzo frequenta il centro regolarmente, è molto più calmo rispetto al passato, gioca e disegna con gli altri bambini.

Negli spazi a misura di bambino offriamo supporto psicologico e ricostruiamo un ambiente sicuro e protetto, dove i più piccoli possono tornare a condurre una vita normale anche nel corso delle peggiori tragedie.


Il coraggio di Nada, una bambina che non si arrende

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“Amo imparare cose nuove. Quando faccio i compiti, mia sorella mi aiuta a tenere bene la penna e poi mi interroga in matematica”.
Nada viene dalla Siria e oggi vive in Libano. È nata con una disabilità che ha colpito il suo sistema nervoso e nonostante i suoi genitori abbiano cercato in tutti i modi di curarla, i medici le hanno detto che purtroppo non esistono trattamenti per il suo problema.

Quando è cresciuta, ben tre scuole le hanno chiuso la porta in faccia, negandole l’iscrizione e discriminandola per la sua disabilità. Ma Nada non si è mai arresa e ha insistito finché all'età di 10 anni non è riuscita a trovare un istituto disposto ad accoglierla.

Nonostante questo, la bambina continuava a venire isolata dai coetanei. I nostri operatori sul campo notavano che anche nei momenti di svago restava in disparte e non aveva amici con cui giocare. Per questo, d’accordo con le insegnanti, hanno parlato con i suoi compagni e li hanno incoraggiati ad includerla nelle loro attività, notando - nel tempo - un’evoluzione molto positiva anche nel suo comportamento.

Nada ora mostra i suoi voti con un sorriso orgoglioso. La lettera A (che corrisponde al giudizio di “eccellente”) svetta accanto alla sua materia preferita: geografia. Nell’esame finale ha preso B come voto generale.

"In geografia abbiamo studiato l’ambiente, la natura e i paesi. Abbiamo studiato anche il Libano!”.

Ora Nada non conta quanti giorni liberi avrà durante l’estate ma quelli che mancano prima che le porte di scuola si riaprano.

“Da grande voglio diventare dottoressa, per aiutare a guarire le persone che hanno il mio stesso problema. Questo è il mio sogno”.

Sconfiggere la malnutrizione nelle aree più remote del mondo: ecco come Jacob è tornato alla vita

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Oggi Jacob è un bambino di quattro anni come tanti altri. Gli piace giocare con i suoi amici, è contento quando la mamma gli racconta favole e niente lo rende più felice di un buon pasto quando è ora di mangiare. Ma nelle aree rurali del Kenya, dove lui vive, non è facile procurarsi cibo.

Alice, mamma del piccolo Jacob, ci racconta che l'anno scorso avevano perso tutto il bestiame a causa di una siccità che aveva colpito il Corno d’Africa ed era diventato molto difficile procurare cibo sufficiente per Jacob e i suoi fratelli.

“Jacob si è ammalato, era magrissimo e distrutto dalla dissenteria”.

I suoi genitori erano molto preoccupati che stesse per morire ma non avevano i mezzi per provvedere alle sue cure, finché non sono venuti a sapere che proprio in quell’area eravamo presenti con i nostri programmi di salute e nutrizione. A gennaio dell’anno scorso il nostro staff sul campo gli ha diagnosticato la malnutrizione acuta.

Jacob è stato subito inserito all'interno di trattamenti intensivi con alimenti ad altissimo concentrato di nutrienti, mentre tutta la sua famiglia è stata sostenuta con aiuti alimentari.

Nel corso dei mesi Jacob ha cominciato a migliorare, ha riacquistato le forze e con il tempo si è rimesso completamente.

“Adesso Jacob è in salute – conclude sua madre – e il vostro aiuto è stato fondamentale per la sua sopravvivenza”.

Queste sono solo tre delle tante storie che potremmo raccontare, ma sono un esempio concreto del nostro impegno.

Condividerle ci è sembrato il modo migliore per ringraziare tutte le persone che ogni giorno stanno al nostro fianco e, soprattutto, al fianco di milioni di bambini in tutto il mondo.

Credits: Hanna Adcock, Jonathan Hyams, Nour Wahid, Jordi Matas, Colin Crowley per conto di Save the Children