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Coronavirus: l'utilizzo dei fondi nel mondo

COME STIAMO UTILIZZANDO I FONDI PER L’EMERGENZA CORONAVIRUS NEL MONDO

Il Covid-19 è una pandemia globale senza precedenti che, oltre all’impatto immediato, continua ad avere ripercussioni, specialmente nei paesi e per le persone più fragili, inclusi i bambini e il loro diritto a sopravvivere, imparare ed essere protetti.

A partire dal 2020, Save the Children ha lanciato un piano di risposta globale chiamato “Protect a Generation”, che ha permesso l’adattamento dei progetti attivi affinché le attività previste potessero continuare a svolgersi in sicurezza mentre, allo stesso tempo, si potessero far partire di nuovi programmi specificamente legati al Covid-19, diversificati in funzione del contesto di ogni paese e della situazione legata all’epidemia.

Ad oggi, tutti i progetti in corso contengono gli elementi necessari ad una flessibilità e adattabilità specifica per rispondere alle esigenze e ai cambiamenti indotti dalla pandemia continuando allo stesso tempo a perseguire gli obiettivi globali della nostra Organizzazione. I nostri progetti contengono componenti che vengono attivate in casi di incremento di casi di Covid-19, come ad esempio il supporto alle strutture governative tramite campagne di vaccinazione o promozione a livello locale di corrette pratiche igienico-sanitarie per prevenire la trasmissione del virus.  In alcuni casi specifici – dove il Covid-19 ha avuto un impatto improvviso e maggiore o ha colpito fasce di popolazioni già fragili – abbiamo aperto progetti specifici per una risposta efficace e veloce.

Nell’ambito di questo piano, tra l’inizio della pandemia nel 2020 fino al 31 dicembre 2021, Save the Children Italia ha speso complessivamente 5,6 M di Euro di cui:

  • 930 mila Euro nella prima fase della pandemia all’interno di progettualità pre-esistenti, supportandole spesso con fondi aggiuntivi per adattare le modalità di intervento. Lo scopo è stato di permettere alle attività di proseguire in sicurezza e, dove possibile, continuare a perseguire gli obiettivi originali di supporto educativo, sanitario o di protezione. Abbiamo, ad esempio, portato avanti campagne di sensibilizzazione a distanza (via radio, megafoni e poster) per diffondere messaggi sulla prevenzione del virus nelle comunità; fornito dispositivi di protezione personale ai nostri partner sul campo e agli operatori sanitari e dei servizi sociali, ma anche saponi, termometri e in alcuni casi anche le bombole di ossigeno; distribuito kit igienici e offerto supporto psicosociale ai bambini e alle loro famiglie.  In ambito educativo abbiamo sviluppato dei moduli per la didattica a distanza, abbiamo fornito agli studenti kit scolastici e giochi educativi per facilitare l’apprendimento a casa.
  • 2 milioni di Euro dall’inizio della pandemia ad oggi a supporto dei fondi Globali di Save the Children dedicati alle emergenze e nello specifico al Covid-19: il Fondo Emergenza Globale Covid-19, che mette in campo attività rilevanti ai bisogni di ogni paese, e l’iniziativa globale Safe Back to School (SB2S) “Ritorno in sicurezza a scuola”. 
  • 2,7 milioni di Euro per la realizzazione di progetti specifici di prevenzione o risposta alla pandemia. Con questi fondi, e grazie al supporto di istituzioni e privati, sono stati lanciati progetti specifici di risposta diretta al Covid-19 in molti paesi, come India, Balcani, Kenya, Malawi, Sudafrica, e Uganda. Ad esempio, in Malawi, grazie al finanziamento istituzionale ottenuto da ECHO, abbiamo portiamo avanti un intervento per rafforzare il sistema sanitario e gli operatori sanitari grazie alla distribuzione di dispositivi di protezione individuale, prevenzione del virus e fornitura di strumenti per rispondere alla pandemia. In Sudafrica l’intervento mira a raggiungere 300 mila bambini vulnerabili, attraverso attività di sensibilizzazione sulle corrette pratiche igieniche e il supporto ai loro bisogni di base. Operiamo anche con i minori dei centri di assistenza per l’infanzia, gli studenti degli asili e i bambini e le famiglie particolarmente a rischio di esclusione economica e povertà.  In India operiamo in due aree all’interno di uno slum densamente popolato a Calcutta per supportare 1.275 famiglie già vulnerabili prima della pandemia, le cui condizioni economiche si sono ulteriormente aggravate. Mediante questo intervento forniamo kit alimentari per soddisfare i bisogni delle famiglie per un mese e distribuiamo kit igienici per garantire corrette pratiche igieniche e assicurare la salute dei bambini e delle loro famiglie.  Nei Balcani, ancora, operiamo con le scuole per rafforzare il sistema educativo, al fine di mantenere una didattica inclusiva e di qualità nonostante l’erogazione di lezioni online e limitando i casi di abbandono scolastico. 



Come stiamo utilizzando i fondi raccolti per l'emergenza Coronavirus in Italia.