Gaza: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite renda giustizia ai bambini coinvolti nel conflitto.

Almeno 6.000 bambini sono stati uccisi a Gaza dall’inizio dell’escalation, secondo il Ministero della Sanità di Gaza. Ma, considerando le difficoltà nel raccogliere e verificare i dati sulle vittime dall’11 novembre a causa dell’interruzione delle comunicazioni e dei servizi negli ospedali di Gaza, il bilancio è probabilmente più alto. Risultano dispersi altri 4.400 bambini, probabilmente sepolti sotto le macerie. 58 bambini sono stati uccisi in Cisgiordania, 33 in Israele e secondo quanto riportato dai media israeliani 36 bambini sarebbero tra gli ostaggi a Gaza.

Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, sottolinea alla vigilia dell’incontro domani del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) per discutere l’escalation di violenza nei Territori palestinesi occupati e in Israele, come il mancato accordo da parte della comunità internazionale su un cessate il fuoco stia costando migliaia di vite.

Dal 1945, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a raggiungere un consenso sulla protezione dei civili in Israele e Palestina per 36 volte, con 36 bozze di risoluzione. Più di quattro settimane fa, dopo quattro precedenti fallimenti, l’ONU ha approvato una risoluzione che chiede una tregua umanitaria immediata tra le parti in conflitto e l’accesso agli aiuti. Nel frattempo, i bambini e le famiglie di Gaza sono rimasti senza protezione ed è stato negato loro il necessario per sopravvivere.

L’attuale pausa nei combattimenti- oltre al rilascio di 58 ostaggi da Gaza e di 117 donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, tra cui 87 minorenni – ha consentito alle organizzazioni umanitarie di portare aiuti e carburante nel sud di Gaza ma al nord non arrivano aiuti sufficienti, i civili rimangono tagliati fuori dalle forniture di elettricità, cibo e acqua e tutti gli ospedali sono fuori servizio. Questa breve pausa finirà mercoledì e, senza un cessate il fuoco, i bambini di Gaza saranno lasciati a vivere ancora una volta in un incubo.

Mentre gli Stati membri hanno continuato a dare priorità alla politica rispetto alle persone, a Gaza quattro persone su cinque sono rimaste senza casa, oltre il 60% degli edifici sono stati danneggiati, le strutture sanitarie sono diventate campi di battaglia, i bambini hanno continuato a svegliarsi ogni giorno come prigionieri, l’acqua e le scorte di cibo sono state quasi del tutto tagliate. Nessun bambino a Gaza è andato a scuola dal 7 ottobre e nessuno sa cosa riserverà il futuro.

“Se il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non riesce a mantenere il suo mandato di promuovere la pace, la sicurezza e il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, allora il sistema sta fallendo. I bambini hanno diritto all’accesso umanitario e alla protezione, con o senza una risoluzione. Quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede che questi diritti siano rispettati, e continua a non succedere nulla, allora l’ordine globale basato sulle regole non sta rendendo giustizia a quei bambini”, afferma Jason Lee, direttore di Save the Children nei Territori palestinesi occupati.

“Quante vite dovranno essere perse – bambini, civili, personale umanitario – prima che la comunità internazionale si faccia avanti e adempia ai propri obblighi legali, diplomatici e morali per proteggere i civili dalle morse del conflitto? La comunità internazionale non può più restare a guardare mentre i diritti dell’infanzia continuano a essere gravemente violati. Il costo dell’inerzia si misurerà in termini di vite di bambini perse e del loro futuro rubato”.

Per questo, Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato e duraturo e la protezione dei bambini e dei civili. Tutte le parti in conflitto e la comunità internazionale devono rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario.

 Save the Children è un'organizzazione indipendente e imparziale. Con l’assedio in corso, i giornalisti e le organizzazioni internazionali non sono in grado di accedere a Gaza per verificare in modo indipendente e fornire dati aggiornati sull’impatto dei bombardamenti sulla popolazione civile. Save the Children, in linea con gli aggiornamenti dell'OCHA, si basa sui dati del Ministero della Salute israeliano per le vittime in Israele, del Ministero della Salute di Gaza per le vittime all'interno di Gaza e attualmente del Gaza Media Office che ha assunto il ruolo del Ministero della Salute, dopo che quest’ultimo ha smesso di aggiornare i dati sulle vittime. A causa della situazione attuale, le informazioni e i numeri forniti non possono essere verificati in modo indipendente.

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