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Gaza: rischio malnutrizione in aumento tra i 335mila bambini palestinesi sotto i 5 anni a causa dell’impatto permanente del blocco alimentare e dei beni di prima necessità

Dall’escalation di violenza del 7 ottobre in Israele e nei Territori palestinesi occupati, l’assedio imposto da Israele ha lasciato il milione di minori di Gaza senza cibo sufficiente, compresi circa 335.000 bambini sotto i cinque anni ora a rischio di grave malnutrizione o fame[1]. Negare ai minori di Gaza l’accesso al cibo e ai beni di prima necessità avrà conseguenze permanenti sui bambini palestinesi, sempre più esposti al rischio di malnutrizione. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.

Gli operatori di Save the Children a Gaza dicono di non essere in grado di trovare generi alimentari essenziali nei mercati. Un membro del team di Rafah, nel sud di Gaza, ha riferito che il suo bambino di otto anni spesso va a letto affamato perché non può cucinare nulla senza gas.

Un rapporto del Programma alimentare mondiale (WFP) ha rilevato che i prezzi dei beni essenziali come il gas da cucina sono aumentati di circa il 435% negli ultimi tre mesi. Le distribuzioni di aiuti alimentari continuano a essere in gran parte limitate a Rafah, mentre altre aree sono raramente raggiunte dalle organizzazioni umanitarie.

C’è una grave carenza di cibo, in particolare nel nord di Gaza, che è stata quasi completamente tagliata fuori dagli aiuti[2]. Le organizzazioni che forniscono assistenza alimentare hanno scoperto che le scorte di cibo delle famiglie si stanno esaurendo più rapidamente di quanto possano essere reintegrate con gli stentati aiuti ammessi a Gaza. Secondo il WFP, due terzi dei negozi di Gaza hanno riferito che i beni essenziali, tra cui farina, uova e latticini, si sono esauriti nelle ultime settimane[3].

“Si tratta di una catastrofe interamente provocata dall’uomo che sta causando danni fisici e mentali devastanti ai bambini, con conseguenze potenzialmente mortali e che alterano la vita. Man mano che i bambini di Gaza soffrono sempre più la fame, i loro corpi diventano più deboli, diventano gravemente malnutriti. I loro muscoli cominciano a indebolirsi, la loro vista si offusca, il loro sistema immunitario non funziona più. Ammalarsi è inevitabile e la polmonite e la diarrea sono le principali cause di morte dei più piccoli in questo stato di indebolimento. I bambini che sopravvivono ai bombardamenti ma soffrono la fame rimarranno rachitici, sperimentando impatti irreversibili sulle loro capacità fisiche e cognitive” ha dichiarato Hannah Stephenson, responsabile globale delle politiche e advocacy, salute e nutrizione di Save the Children.

Con le restrizioni all’ingresso di beni commerciali a Gaza e il sistema locale di distribuzione del cibo gravemente danneggiato, gli aiuti umanitari rimangono la principale ancora di salvezza per 2,3 milioni di abitanti. Ma l’intensificarsi della violenza, i ricorrenti blackout delle comunicazioni, le restrizioni sugli articoli ammessi e un complicato processo burocratico per inviare aiuti a Gaza hanno paralizzato la risposta umanitaria.

Nelle ultime settimane, i rifugi, gli ospedali e persino i convogli umanitari sostenuti dalle ONG sono stati presi di mira. Negli ultimi mesi, secondo le organizzazioni umanitarie, le autorità israeliane hanno negato l’ingresso a Gaza di merci che includono articoli utilizzati per cucinare e bere come generatori a energia solare e frigoriferi, nonché dispositivi per la depurazione dell’acqua. Tutti questi elementi sono essenziali per una risposta efficace per salvare vite umane a Gaza.

“Le autorità israeliane stanno negando ai minori di Gaza l’accesso a cibo e servizi salvavita. La privazione di cibo, acqua e medicine sufficienti sta rendendo quasi impossibile la sopravvivenza dei bambini a Gaza. Le famiglie vengono isolate in aree incapaci di sostenere la vita umana. Sono costrette a evacuare nelle cosiddette aree “sicure” nel sud di Gaza solo per poi essere attaccate. Gli attacchi aerei israeliani hanno già ucciso migliaia di bambini, gli effetti della fame sui corpi di chi resta in vita ne uccideranno ancora di più. I bambini che sopravvivono probabilmente dovranno affrontare problemi di salute fisica e mentale per tutta la vita, privando una generazione di ogni possibilità di una vita e di un futuro sani”, ha affermato Elizabeth White, Portavoce di Save the Children nei Territori palestinesi occupati.

Save the Children ha già avvertito che privare deliberatamente la popolazione civile di cibo, acqua e carburante e impedire volontariamente le forniture di soccorso è disumano e può equivalere all’utilizzo della fame come metodo di guerra, che inevitabilmente ha un impatto mortale sui bambini e viola il diritto internazionale umanitario.

Save the Children chiede un cessate il fuoco definitivo per salvare e proteggere vite umane a Gaza e la fine immediata dell’utilizzo degli aiuti come arma. L’Organizzazione umanitaria chiede al governo israeliano di consentire il flusso illimitato di aiuti e l’ingresso di beni necessari per salvare la vita dei bambini ora e in futuro.

Save the Children fornisce servizi essenziali e sostegno ai bambini palestinesi dal 1953. Il team di Save the Children nei Territori palestinesi occupati lavora 24 ore su 24, predisponendo aiuti vitali per sostenere le persone bisognose e per trovare un modo per far arrivare assistenza a Gaza.

Per sostenere l’intervento di Save the Children in emergenza: 

https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze#form-start

Per informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children

Tel. 3389625274 - 3409367952 – 3385791870 - 3316676827
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
 

[1] L'UNICEF ha rilevato che tutti i bambini sotto i cinque anni nella Striscia di Gaza – 335.000 – sono ad alto rischio di malnutrizione grave e di morte prevenibile a causa dell’aumento del rischio di carestia.

[2] Secondo l'ONU, durante l'ultima settimana di dicembre 2023, in media, solo l'8% della popolazione presa di mira a Gaza è stata raggiunta con assistenza quotidiana.

[3] Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha segnalato un depauperamento del 66% dei beni cruciali nelle ultime due settimane. Inoltre, il 29% dei beni disponibili scarseggia, le scorte sono disponibili per una settimana al massimo, e i prezzi del gas da cucina sono aumentati drasticamente, con un aumento di circa 435%.