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Siria: quasi 7000 bambini sono ancora intrappolati in campi non sicuri nel nord-est del Paese


Pur accogliendo con favore l’aumento del numero dei rimpatri, l’Organizzazione - che opera in Siria dal 2012, raggiungendo oltre cinque milioni di persone, tra cui più di tre milioni di bambini in tutto il Paese - ritiene che gli sforzi di rimpatrio devono essere ulteriormente intensificati per aiutare i bambini che vivono nei campi.

Un numero record di 517 donne e bambini sono stati rimpatriati quest'anno dai campi nel nord-est della Siria che ospitano gli sfollati a seguito della caduta dello Stato Islamico (ISIS). Quasi 7.000 bambini di nazionalità straniera rimangono, però, ancora intrappolati nei campi a rischio di attacchi e violenze. Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e dei bambini e garantire loro un futuro, chiede che si faccia di più per riportarli a casa.

Gli ultimi dati mostrano che quest'anno è stato rimpatriato il 60% in più di donne e bambini dai campi di Al Hol e Roj rispetto al 2021, con un aumento dell'84% rispetto al 2020 [1] . Secondo le autorità locali del Nord-Est della Siria, in totale 1.464 bambini e donne sono stati rimpatriati dal 2019, anno che segna la sconfitta territoriale dell'ISIS e l’aumento di sette volte del numero di persone nei campi.

Tuttavia, pur accogliendo con favore il maggior numero di rimpatri, Save the Children ritiene che gli sforzi in questo senso debbano essere ulteriormente intensificati. Il 2021 è stato l'anno più violento mai registrato nei campi, con l’uccisione in media di più di due persone a settimana. All'inizio di quest'anno l’Organizzazione aveva avvertito che ci sarebbero voluti fino a 30 anni per rimpatriare tutti i bambini ospitati nei due campi se il tasso di rimpatrio fosse rimasto lo stesso del 2021.

"Questi bambini sono intrappolati in condizioni disperate e messi a rischio quotidianamente, non c'è tempo da perdere. Al ritmo con cui i governi stranieri stanno procedendo, vedremo alcuni bambini diventare adulti prima di poter lasciare questi campi e tornare a casa", ha dichiarato Matt Sugrue, direttore delle operazioni di programma di Save the Children in Siria.

L'aumento dei rischi che i bambini e le donne affrontano quotidianamente in questi campi dimostra l'urgenza del loro rimpatrio. Poco più di un mese fa, nell'ultimo episodio di violenza ad Al Hol, due ragazze egiziane, di 12 e 15 anni, sono state uccise mentre il loro fratello minore è scomparso. Inoltre, ad Al Hol si è a rischio anche semplicemente attraversando la strada, a causa della mancanza di sicurezza: due bambini sarebbero stati uccisi e altri tre feriti in questo modo solo negli ultimi tre mesi.

Mentre alcuni Paesi hanno rimpatriato i bambini insieme alle loro madri, altri hanno accolto solo i bambini. Ahmad* è un bambino russo di 11 anni che vive da cinque anni con la madre e i fratelli nell’Annex di Al Hol. Il suo migliore amico era uno dei 38 bambini senza genitori rimpatriati in Russia, due mesi fa. La madre di Ahmad* ha raccontato a Save the Children che, dopo aver visto un video, inviato al suo arrivo in Russia dal suo amico, in cui camminava in un parco e indossava abiti puliti, Ahmad* le ha detto che avrebbe voluto essere orfano anche lui per poter avere la possibilità di partire e lasciare finalmente il campo.

Alcuni Paesi non hanno ancora deciso di rimpatriare i loro cittadini. “Mi spezza il cuore vedere i miei figli crescere in questo posto, senza istruzione e pensando che non ci sia nulla oltre questo campo. Loro e molti bambini tunisini non avranno un futuro se rimarranno qui. Guardiamo al nostro Paese per una soluzione", ha raccontato Mariam*, tunisina di 32 anni, madre di cinque figli che vivono nell’ Annex di Al Hol da oltre quattro anni.

“Le recenti iniziative di diversi Paesi per rimpatriare i bambini dimostrano che il rimpatrio è possibile. Ciò che si frappone tra questi bambini e una vita normale e sicura è la volontà dei loro governi. Gli sforzi per il rimpatrio devono essere sostenuti e intensificati", ha aggiunto Matt Sugrue.

Save the Children opera in Siria dal 2012, raggiungendo oltre cinque milioni di persone, tra cui più di tre milioni di bambini in tutto il Paese, e fornisce servizi di protezione e supporto nel campo di Al Hol, compresi spazi a misura di bambino. Save the Children fornisce anche un supporto specializzato nella gestione dei casi per i bambini con particolari esigenze, oltre a servizi di nutrizione e istruzione [2].

*nomi modificati per proteggere l’identità

Per ulteriori informazioni:
Tel. 3409367952 -3455508132 – 3389625274
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it



[1]  I media riferiscono 324 ritorni nel 2021, 281 nel 2020 e 342 nel 2019.

[2] Save the Children fornisce servizi di protezione e supporto nel campo di Al Hol e Roj, compresi spazi a misura di bambino. Questo include attività ricreative, come sport, musica, arte e narrazione, combinate con il supporto psicosociale. Save the Children fornisce anche un supporto specializzato nella gestione dei casi per i bambini con esigenze particolari, oltre a servizi di nutrizione e istruzione.