Salta al contenuto della pagina

Violenza assistita: al via a Bari l’iniziativa di sensibilizzazione “Abbattiamo il muro del silenzio”, prima tappa in Italia di un viaggio itinerante per sensibilizzare sul fenomeno della violenza assistita

In soli 5 anni in Italia 427mila minori hanno vissuto situazioni di violenza domestica commesse nei confronti delle proprie mamme[1]. Una piaga, quella della violenza assistita che nel nostro Paese non riesce ad emergere perché ancora poco conosciuta e spesso sottovalutata.

In Italia, più di 1 donna su 10, tra quelle che hanno subito una qualche forma di violenza nella loro vita (6,7 milioni)[2], ha temuto per la propria vita o quella dei propri figli e in quasi la metà dei casi i loro bambini hanno assistito in prima persona ai maltrattamenti[3]. 

Per favorire la conoscenza delle devastanti conseguenze della violenza assistita sulla vita di migliaia di minori, Save the Children – l’Organizzazione che da 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro - ha organizzato oggi alle 10.30 l’evento “Abbattiamo il muro del silenzio – La Stanza di Alessandro”, con il patrocinio dell’Assessorato al Welfare, Accoglienza e Pari Opportunità del Comune di Bari e dell’Università di Bari. L’evento si è svolto presso l’Aula Magna “Aldo Cossu” del Palazzo Ateneo dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro alla presenza di Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children; Antonella Inverno, curatrice dell’omonimo rapporto di Save the Children; Francesca Bottalico, Assessora al Welfare del Comune di Bari; Anna Fausta Scardigno, Presidente del Centro Servizi di Ateneo per l'Apprendimento Permanente dell’Università di Bari.

Durante l’incontro aperto al pubblico, si è discusso delle evidenze del dossier realizzato in collaborazione con Istat, sul fenomeno drammatico della violenza assistita e i partecipanti hanno potuto immergersi completamente nella storia di Alessandro, un bambino come tanti, costretto ad assistere ad episodi di maltrattamenti tra le mura domestiche. Attraverso la tecnologia bone conductor, i partecipanti hanno potuto provare “nelle proprie ossa” l’angoscia di un minore vittima di violenza assistita.

“La casa dovrebbe rappresentare il luogo più sicuro per ogni bambino dove crescere e sentirsi protetto. Purtroppo spesso non e cosi e proprio tra le pareti domestiche i bambini sono costretti a vivere in un perpetuo stato di ansia e angoscia. Assistere alla violenza nei confronti di un genitore può causare dei traumi profondissimi nei minori. Depressione, attacchi di panico, difficoltà nella socializzazione e nel percorso di studi, atti di aggressività sono solo alcune delle conseguenze più dirette di chi è vittima di violenza assistita. Una piaga che in Italia continua ad essere sottovalutata.  Per questo è fondamentale sensibilizzare sul tema della violenza assistita e attivare reti di prevenzione e di protezione” dice Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Secondo il dossier di Save the Children, sono più di 1,4 milioni le mamme vittime di violenza domestica in Italia. Tra queste, più di 1 su 3 è stata vittima di violenza durante la gravidanza. A sottolineare quanto il fenomeno rimanga ancora sommerso, l’Organizzazione evidenzia che ben 550.000 donne vittime di violenza domestica non abbiano denunciato i loro aggressori o non si siano rivolte a figure specializzate. Nel 57% dei casi, infatti, le violenze subite vengono considerate come “qualcosa di sbagliato”[4] e non un reato da denunciare.

“La violenza di genere, in particolare quella che si consuma tra le mura domestiche, rappresenta un fenomeno molto complesso, dagli effetti spesso dannosi non solo per la donna ma anche per i figli. La campagna "Abbattiamo il muro del Silenzio", voluta fortemente anche a Bari dall’assessorato al Welfare e dalla rete Generare culture non violente, intende accendere i riflettori su un fenomeno, e in particolare quello della violenza assistita, che rischia di passare in secondo piano ma che, invece, assume pari, se non maggiore importanza, in quanto si riversa sui minori provocando danni a livello comportamentale, psicologico, fisico, cognitivo e sociale con la compromissione dei processi di sviluppo. E spesso, purtroppo, tutto questo dolore finisce per innescare una spirale di nuova violenza una volta divenuti adulti. Diventa perciò fondamentale investire sulla formazione e, specialmente, sulla consapevolezza degli adulti affinché si possa intervenire e tutelare insieme, per quanto possibile, l'infanzia”, dice Francesca Bottalico, assessore al Welfare del Comune di Bari.

"Il C.A.P. ha, sin dalla sua costituzione, messo al centro le dinamiche di ascolto e le storie di vita delle persone, dei bambini, delle donne e degli uomini che vivono relazioni spesso difficili con il contesto sociale di riferimento. La Stanza di Alessandro è un’occasione importante che il C.A.P vuole condividere con i suoi utenti e la sua rete di attori per rimettere al centro il vissuto umano e le storie e le esperienze emotive di chi, come Alessandro, vive un’esperienza traumatica” spiega Fausta Scardigno, presidente del Centro per l'Apprendimento Permanente dell'Università di Bari

L’installazione “La stanza di Alessandro”

È possibile visitare l’installazione immersiva presso il Palazzo Ateneo dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro Ingresso di via Nicolai, martedì 5 febbraio dalle ore 13.30 alle ore 18.30; mercoledì 6 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 18.30; giovedì 7 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 18.30.

Per partecipare è necessario prenotarsi utilizzando il seguente link:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-la-stanza-di-alessandro-5491402231...

Considerata la sensibilità dei contenuti, la visita dell’installazione è sconsigliata ai minori di 18 anni.

L'evento di sensibilizzazione è stato realizzato incollaborazione con l'Assessorato al Welfare del Comune di Bari, l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e il Centro per l'Apprendimento Permanente dell'Università di Bari. L'installazione immersiva è stata ideata dall’agenzia di comunicazione The Embassy, in collaborazione con ECCETERA, BC TODAY e con il coinvolgimento degli studenti della "Scuola Politecnica di Design".

L’evento di sensibilizzazione di Bari rappresenta anche l’occasione di lancio del primo “Punto di Ascolto” all’interno dello Spazio Mamme. Il Punto di Ascolto, realizzato in collaborazione con l’associazione Mamma Happy, darà alle mamme l’opportunità di confrontarsi con personale esperto, sui temi della genitorialità e ricevere anche orientamento e supporto personalizzato. Lo spazio sarà aperto entro il mese di febbraio, con accesso gratuito a cadenza settimanale. Questo nuovo intervento si inserisce nell’ambito delle attività programmatiche con cui Save the Children sostiene le donne e i loro figli, soprattutto se in condizione di fragilità, durante la gravidanza e subito dopo la nascita di un bambino, promuovendo la loro capacità di cura e supportandole nella costruzione di percorsi di autonomia e di fuoriuscita da ogni forma di disagio. L’Organizzazione è impegnata nell’attività di supporto attraverso gli Spazi Mamme e la “Comunità Germogli” in Piemonte, affiancata dalla Fondazione De Rossi.

Immagini video dell’evento di Bari sono disponibili al link: https://we.tl/t-NQNAKpNMk0

Fotogallery dell’evento di Bari sono disponibili al link: https://we.tl/t-ujBwS3X5ST

Immagini video dell’installazione immersiva sono disponibili al link: https://media.savethechildren.it/?r=10553&k=9d5c8a7200

Immagini video dell'installazione immersiva (versione per media online) sono disponibili al link: https://media.savethechildren.it/?r=10570&k=fd6b3ebaee

Traccia audio dell’installazione: https://media.savethechildren.it/?r=10551&k=04bd9d2479

Una fotogallery dell’installazione al link: https://media.savethechildren.it/?c=2080&k=cc3a50181d

Il tour virtuale dell’installazione immersiva: https://www.savethechildren.it/campagne/abbattiamo-il-muro-del-silenzio/...

Il rapporto “Abbattiamo il muro del silenzio” è disponibile al link: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/abbattiamo-il...

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

[1] Stima Save the Children a partire dai dati diffusi dall’Istat nel 2015, relativa all’arco temporale 2009-2014. Sono state prese in considerazione solo le donne con figli dai 30 ai 54 anni (che presumibilmente avevano figli minorenni all’epoca delle violenze, considerando anche l’età media al primo figlio in Italia), che hanno subito violenza nel corso dell’ultimo anno o nel corso degli ultimi 5 anni. La stima dei figli minorenni è stata poi calcolata sul numero medio di figli per donna.

[2] Fonte: indagine Istat 2015

[3] Fonte: indagine Istat 2015

[4] Elaborazione Istat per Save the Children sui dati rilevati nel 2014