Salta al contenuto della pagina

Yemen: economia al collasso e crollo della moneta mettono a rischio la vita di migliaia di bambini

Nello Yemen sferzato dalla guerra, il costo dei beni alimentari di prima necessità come farina, riso, sale, zucchero e olio è quasi raddoppiato dall’inizio dell’escalation del conflitto nel 2015. Una situazione ulteriormente aggravata dal crollo della valuta locale, precipitata al suo valore più basso nella storia.

In questa situazione, le famiglie non riescono a provvedere al loro sostentamento quotidiano, saltano i pasti e non riescono a nutrire adeguatamente i propri bambini, sempre più esposti così al rischio di contrarre malattie facilmente prevenibili e curabili ma che per loro si rivelano spesso letali, denuncia Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

All’inizio della crisi in Yemen, nel 2015, 1 dollaro valeva 215 Riyal yemeniti, mentre ora ne vale 727, con un aumento del 238%. Una inflazione massiccia che ha portato all’aumento del costo anche di altri beni essenziali oltre al cibo, come acqua, elettricità, carburante e medicinali. Il collasso dell’economia e il crollo della moneta, unitamente alle conseguenze del conflitto, hanno ripercussioni devastanti sulla vita dei bambini, con oltre 400.000 minori sotto i 5 anni affetti da malnutrizione acuta grave nel Paese e 46.000 ad altissimo rischio di perdere la vita entro la fine dell’anno se non riceveranno assistenza adeguata. In base a dati recenti delle Nazioni Unite, inoltre, più di 14 milioni di persone, pari a circa la metà della popolazione, stanno attualmente soffrendo la fame in Yemen.

Il reddito medio annuo nel Paese si è poi più che dimezzato, passando da 3.547 dollari nel 2014 a 1.239 nel 2017, pari ad appena 3,39 dollari al giorno. A causa della guerra, negli ultimi tre anni, la povertà è aumentata drammaticamente, fino al punto in cui più della metà della popolazione (52%) si trova a vivere sotto la soglia di povertà, in aumento rispetto al 30% nel 2014, mentre i lavoratori del settore pubblico non ricevono lo stipendio da mesi, se non da anni.

"Non c'è più benzina qui e quando c'è il prezzo a volte supera la mia paga giornaliera. Ho enormi difficoltà a dare alla mia famiglia ciò di cui ha bisogno poiché i prezzi salgono e i beni che ci servono spesso non sono disponibili. Non sempre possiamo permetterci cibo adeguato, così come vestiti o giocattoli per i miei bambini", ha raccontato il dottor Mohammed, medico in una clinica supportata da Save the Children a Saada.

"Il collasso economico è il killer silenzioso che sta ammazzando lo Yemen. Moltissimi yemeniti stanno lottando per sopravvivere; i genitori raccontano al nostro staff che sono costretti a saltare i pasti e che vanno avanti fino a due giorni senza cibo pur di dare quel poco che hanno ai loro bambini. È una situazione molto comune qui. Molti genitori dicono che possono permettersi solo pane e tè e non riescono a ricordare l'ultima volta che hanno mangiato carne o pesce. La situazione economica sta peggiorando, il denaro vale meno e le persone non vengono pagate”, ha spiegato Tamer Kirolos, Direttore di Save the Children in Yemen.

"Chiediamo a tutte le parti in conflitto e alla comunità internazionale di lavorare per stabilizzare l'economia. Le parti in conflitto devono inoltre consentire l'accesso completo e incondizionato agli aiuti umanitari e ai beni commerciali in Yemen per contribuire a ridurre il costo della vita. Ma soprattutto, tutte le parti devono accettare il cessate il fuoco e la fine delle ostilità e devono cooperare con le Nazioni Unite per impegnarsi positivamente nel processo di pace senza condizioni preliminari", ha concluso Kirolos.

Per lottare contro la malnutrizione infantile – che ogni anno, nel mondo, contribuisce alla morte di circa 2,5 milioni di bambini sotto i cinque anni, pari a cinque ogni minuto – anche quest’anno Save the Children ha lanciato la campagna Fino all’ultimo bambino, che tutti possono sostenere la grazie al numero solidale 45533, che sarà attivo sino al 14 novembre. Ề possibile donare 2 euro inviando un SMS dal proprio cellulare oppure si possono donare 5 o 10 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa con Tim, Wind Tre, Fastweb, Vodafone e Tiscali. Sempre da rete fissa è possibile donare 5 euro chiamando con TWT, Convergenze e PostMobile.

Per ulteriori informazioni:
Tel 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it