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3 milioni di bambini africani sotto i cinque anni muoiono ogni anno per cause prevenibili

“L’Africa sub sahariana resta l’area del mondo dove muoiono più bambini. Ogni anno circa 3 milioni continuano a perdere la vita prima di aver compiuto cinque anni, per cause banali e curabili, come una diarrea o una polmonite, a cui si aggiunge in quasi la metà  dei casi l’effetto dirompente della malnutrizione[1]. Nascere in Africa è per troppi bambini ancora una condanna a morte e per questo bisogna fare di più per ridurre la mortalità infantile anche in questo continente”. Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti, ricorda con questi numeri la condizione dell’infanzia in Africa, alla vigilia della ricorrenza della Giornata Mondiale del Bambino africano (16 giugno).

La riduzione della mortalità infantile nel continente africano è ancora troppo lenta: dal 1990 al 2015 il tasso di mortalità tra i bambini under 5 è diminuito del 21%, con un miglioramento importante nell’Africa del Nord che ha visto una diminuzione del fenomeno del 64%, a fronte invece di un miglioramento molto più contenuto nell’area sub sahariana, dove sono ancora circa 3 milioni i bambini che muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, solo il 18% in meno rispetto al 1990.

“La metà di questi bambini muoiono per cause legate alla malnutrizione. Sono circa 60 milioni infatti i bambini che soffrono di malnutrizione cronica che vivono in Africa e per molti di loro questa diventa concausa di morte”, continua Valerio Neri. “Alcuni Paesi, tra cui l’Etiopia, il Mozambico e il Malawi, hanno fatto significativi passi in avanti nella lotta alla malnutrizione e alla mortalità infantile, ma in altri la situazione è ulteriormente peggiorata, come ad esempio in Angola, Camerun, Ciad, Repubblica Democratica del Congo o Kenya”.

L’Etiopia, ad esempio, è uno dei paesi che ha avuto uno dei miglioramenti più significativi nella mortalità infantile, diminuendone il tasso del 56% e raggiungendo il quarto obiettivo del millennio tre anni prima della scadenza del 2015. Nonostante questo anche qui la malnutrizione continua ad essere una delle concause principali della mortalità infantile nel Paese: più di 2 bambini su 5 in Etiopia soffrono ancora di malnutrizione cronica e anche se il fenomeno è in diminuzione, il livello rimane tra i più alti nella regione dell’Africa sub-sahariana.

“Anche se l’Etiopia negli ultimi 15 anni è riuscita a tagliare la malnutrizione cronica del 30%, il numero effettivo di bambini che soffrono di malnutrizione rimane alto. Nonostante gli interventi per combattere la malnutrizione e rafforzare il sistema sanitario, c’è ancora molto da fare”, spiega Valerio Neri. “Per questo è fondamentale sostenere tutti quei paesi che si stanno impegnando nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, intensificando ancora di più gli sforzi nei confronti di quelli che stanno andando più lentamente e soprattutto focalizzando l’attenzione sui gruppi di popolazione che sono stati maggiormente esclusi dai progressi registrati”.

“I nuovi Obiettivi di Sviluppo sostenibile che verranno lanciati dalle Nazioni Unite a settembre devono mettere anche le comunità più marginalizzate dell’Africa al centro dell’impegno dell’intera comunità internazionale, anche per far sì che i passi in avanti compiuti finora non vengano vanificati”, conclude Valerio Neri. “Nascere in Africa non deve più essere per tanti bambini una condanna a morte e per questo dobbiamo sostenere il cambiamento, che deve partire proprio da questo continente, martoriato da povertà carestie, emergenze e conflitti”.

Save the Children ad Expo contro la malnutrizione infantile

Save the Children è presente in Expo con un padiglione dedicato alla malnutrizione e alla mortalità infantile, dove una serie di istallazioni interattive e sensoriali consentono ai visitatori -bambini, adulti, famiglie -  di identificarsi con la vita di un bambino nato e vissuto in  contesti di povertà o emergenza e conoscerele dure e inaccettabili  condizioni dei tanti bambini che soffrono la malnutrizione in molte aree del mondo. 

All’interno del Villaggio Save the Children è  possibile, in particolare,  conoscere e immedesimarsi – tra gli altri - nella storia di tre bambini che vivono nel continente africano:  Bayutu, 5 anni, che è nato in Etiopia o Alvira, 7 mesi, che vive in Mozambico o Mary, 18 mesi, della Liberia.

L’attore Luca Capuano al Villaggio Save the Children
In occasione della Giornata Mondiale del Bambino africano, l’attore Luca Capuano  – testimonial di Save the Children – sarà domani presente al Padiglione  e i visitatori del Villaggio potranno quindi accompagnarsi a lui nella visita e, come lui, immedesimarsi nella vita di Bayutu, Alvira o Mary che simboleggiano la storia dei tanti bambini africani sostenuti dall’intervento di Save the Children.

Save the Children è da anni impegnata in Africa con interventi di nutrizione e salute a favore di madri e bambini e nel 2009 ha lanciato la campagna Every One per il contrasto alla mortalità e malnutrizione infantile. Nel solo 2014, sono stati oltre 20 milioni i bambini raggiunti dagli interventi di Save the Children nel continente africano.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
06-48070081-63;
www.savethechildren.it
ufficiostampa@savethechildren.org

 

[1]Fonte: UN Inter-agency Group for Child Mortality Estimation (IGME), 2014.