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Conflitti: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non riesce a sostenere il cessate il fuoco a livello globale e non mostra alcuna risposta alla crisi causata da COVID-19

I leader della società civile hanno condannato l'incapacità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di concordare una risoluzione su Covid-19 e di sostenere la richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite di un cessate il fuoco a livello globale.

Da quando, quasi due mesi fa, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha lanciato il suo urgente appello al quale ha fatto seguito una campagna che ha visto oltre 200 ONG, due milioni di cittadini e il sostegno di Papa Francesco e di Malala, il Consiglio di sicurezza ha finora fallito, nel corso di diversi cicli di negoziati, nel raggiungere un accordo su una interruzione globale ed immediata delle ostilità, più volte all'ordine del giorno del Consiglio di sicurezza. Inoltre, ha fallito anche nel portare avanti una richiesta di tregua umanitaria più estesa che comprenda tutti i conflitti armati per sostenere la grande battaglia contro la diffusione del virus COVID-19.

La causa principale del fallimento del Consiglio di sicurezza è da imputare agli Stati Uniti e alla Cina e al rifiuto degli Stati Uniti di accettare ogni riferimento all'Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel frattempo, il bilancio delle vittime del coronavirus nel mondo ha toccato quasi le 320.000 e continua a crescere ogni giorno.

David Miliband, CEO dell'International Rescue Committee, ha dichiarato che “la paralisi del Consiglio di sicurezza di fronte alla crisi causata dall’epidemia di COVID-19, è vergognosa. È inoltre, incomprensibile per milioni di persone. L'IRC ha dichiarato che, senza una risposta urgente, coordinata e adeguata al contesto, potrebbero essere contagiate dal virus fino ad 1 miliardo di persone. Questa è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Non è un fallimento da attribuire alla burocrazia delle Nazioni Unite. È un fallimento degli Stati membri. I leader dei vari Stati devono prendere atto che il mancato accordo su una pausa umanitaria in tutti i conflitti è direttamente imputabile a loro. Che questo sia un argomento controverso dimostra quanto ci siamo allontanati dalla nostra umanità”.

“Stati Uniti e Cina hanno trattato queste negoziazioni come un'opportunità per incolparsi a vicenda sulle origini del virus COVID-19 piuttosto che un momento chiedere una riduzione delle violenze durante la pandemia", ha affermato Rob Malley, Presidente e CEO del gruppo internazionale di crisi. “Né Washington né Pechino sembrano in grado o disposti a mostrare la leadership alle Nazioni Unite durante una crisi globale” ha concluso Malley.

Secondo Inger Ashing, CEO di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, “la combinazione mortale di guerra e COVID-19 sta facendo a pezzi le famiglie. Solo la scorsa settimana, dei bambini e delle giovani madri sono stati brutalmente assassinati in Afghanistan, e nello Yemen un bambino è stato ucciso e tre sono rimasti feriti. Questi paesi non dovrebbero contare i loro morti tra i bambini, ma concentrarsi sulla lotta contro il virus all'interno dei loro confini. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha l'opportunità storica di fermare i combattimenti a livello globale e di garantire agli operatori umanitari il pieno accesso a chi ha più bisogno”.

Inoltre, il Consiglio di sicurezza non è riuscito a rafforzare la richiesta del Segretario generale affinché donne e ragazze siano al centro di ogni risposta al COVID-19. Per Michelle Nunn, Presidente e CEO di CARE USA, “sarebbe dovuto essere facile, per il Consiglio, insistere sulla partecipazione piena, equa e significativa delle donne alla definizione e attuazione di queste risposte. Sappiamo che la loro leadership garantisce risultati più inclusivi e più sostenibili”.

Nonostante il fallimento del Consiglio di sicurezza, le organizzazioni della società civile locale ritengono che l’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite possa ancora essere un traino per il cambiamento. Nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, 139 organizzazioni della società civile hanno chiesto un cessate il fuoco globale.

Secondo Maître Olivia, coordinatore della ONG SAF (Synergy for the Empowerment of Women and Girls) “i gruppi armati continuano i loro attacchi nonostante la presenza del COVID-19, con gravi conseguenze per milioni di civili, molti in aree a cui gli operatori umanitari non possono accedere. Questa risoluzione avrebbe offerto un supporto globale ai costruttori di pace locali e alle organizzazioni della società civile che non solo gestiscono la diffusione del nuovo coronavirus ma stanno affrontando nuovi focolai di virus Ebola e i conflitti in corso. Siamo delusi dalla mancanza di azioni del Consiglio, ma continueremo a chiedere azioni globali a sostegno degli sforzi locali per porre fine ai conflitti ovunque nel mondo”.


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