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G8, Libia: Save the Children torna ad esprimere grande preoccupazione per il rinvio di minori nel paese africano

In occasione dell’arrivo all’Aquila del colonnello libico Gheddafi, Save the Children torna a ribadire la propria forte preoccupazione in relazione alle politiche recentemente intraprese dal Governo italiano di respingere i migranti intercettati nelle acque internazionali direttamente in Libia, senza procedere a nessuna valutazione delle posizioni individuali, e inviando così in Libia centinaia di persone, tra le quali probabilmente richiedenti asilo, donne incinte e minori.

Fosca Nomis, portavoce di Save the Children, ha dichiarato:

“Prima dei recenti cambiamenti nella gestione dei flussi migratori, Save the Children forniva regolarmente assistenza ai minori migranti che arrivano in Italia sui barconi dalla Libia, attraverso un proprio team di operatori  a Lampedusa ed in Sicilia.

“Molti di questi minori – alcuni dei quali hanno meno di 14 anni – sono stati costretti a viaggiare per centinaia di chilometri, per molti giorni, spesso da soli, per sfuggire a conflitti armati e povertà da paesi come la Somalia, l’Eritrea e la Nigeria. In dieci mesi abbiamo assistito più di 2000 minori, spesso esausti, affamati, completamente disidradati e terrorizzati dopo il viaggio. Molti di essi hanno raccontato storie sconvolgenti di violenze, di aver assistito alla morte di membri della propria famiglia, gettati in mare dalla barca.

“Ora il governo italiano rinvia in Libia le barche sulle quali  probabilmente viaggiano anche minori".

Ciò viola non soltanto la normativa internazionale - in particolare la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (“CRC”) e il principio di non-refoulement, che si applica pienamente nelle acque extra-territoriali - ma anche la stessa normativa italiana che vieta di rinviare verso il paese di transito migranti intercettati nelle acque internazionali nel corso di operazioni di contrasto all’immigrazione irregolare, e obbliga le autorità italiane a garantire protezione ai cosiddetti gruppi vulnerabili, compresi i minori.

Inoltre è necessario ricordare che l’accordo Italia-Libia sottoscritto da Berlusconi e Gheddafi prevede il pattugliamento congiunto delle coste libiche ma non il divieto di accesso al territorio ed il rinvio sommario dei migranti.
Molti dei minori migranti erano stati detenuti nei centri di detenzione per adulti in Libia prima di salire a bordo delle barche per l’Italia. Le condizioni di questi centri sono notoriamente cattive: alcune tra le più importanti ONG per i diritti umani hanno riportato persistenti prove di tortura e maltrattamenti in tali centri, in un paese che non ha firmato la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati.

Save the Children esorta l’Italia ad interrompere immediatamente questo tipo di azioni, che configurano una grave violazione dei diritti fondamentali dei migranti anche minori.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia,
Tel. 06 48070023-71
press@savethechildren.it