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Gaza: la vita di un milione di bambini è in bilico, mentre si profila una catastrofe per la salute pubblica. Interventi chirurgici sui pavimenti, donne incinte senza cure, grave preoccupazione per la disidratazione e le malattie letali

Tutti i bambini di Gaza, ben un milione, non hanno più accesso ai servizi sanitari essenziali dopo i pesanti bombardamenti che si protraggono da quasi 14 giorni, aggravati dall'assedio imposto il 9 ottobre.

Questo è l’allarme di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, che chiede l'evacuazione immediata dei bambini da Gaza, poiché il tempo utile per salvare coloro che sono gravemente malati e feriti sta scadendo.

I tassi di mortalità a Gaza, al di là delle vittime dirette delle ostilità, sono aumentati a causa dell’impatto che le violenze in corso stanno avendo sugli ospedali, le ambulanze e gli operatori sanitari, inclusi i blackout elettrici, che stanno mettendo duramente alla prova un sistema sanitario che ha già subito 16 anni di blocco.

Le dimensioni dell'emergenza e la mancanza di forniture mediche stanno costringendo i medici a fare scelte impossibili, come eseguire interventi chirurgici sui pavimenti degli ospedali, spesso senza anestesia, e conservare i sacchi dei cadaveri nei camion dei gelati, mentre gli obitori e i cimiteri non hanno più spazio. È sempre più difficile mantenere operativi i pronto soccorso, e l’esecuzione di procedure vitali, come la sterilizzazione e la dialisi, potrebbe presto essere interrotta. 

Dall'escalation di violenza in Israele e nei Territori palestinesi occupati, il 7 ottobre, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato 59 attacchi contro il sistema sanitario a Gaza, che hanno danneggiato 26 ospedali e altre strutture sanitarie. Quattro ospedali nel nord di Gaza non funzionano più a causa dei danni subiti.

Tutto ciò, insieme alla mancanza di elettricità e di rifornimenti, ha portato alla chiusura di oltre il 60% delle strutture sanitarie primarie, proprio nel momento in cui esse sono più necessarie. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, circa 4.232 bambini sono stati feriti dall'inizio dell'escalation e 1.524 bambini hanno perso la vita. Il 17 ottobre, un ospedale nel nord di Gaza è stato colpito, sono morte centinaia di persone, tra cui molte donne e bambini che si stavano riparando dai raid aerei al suo interno.

"Mi muovo tra diversi luoghi che dovrebbero essere 'sicuri'. Ho visto anziani, persone con disabilità e con bisogni speciali che ci imploravano di restare con loro. Erano indifesi. Non ho avuto altra scelta che scappare. La situazione è disperata. Il rifugio in cui mi trovo dovrebbe ospitare 300 persone, ora ce ne sono 25.000. Ho dell'acqua, voglio condividerla, ma come posso darla ad alcuni e non ad altri?", ha dichiarato Shireen*, operatrice di Save the Children a Gaza.

Le agenzie umanitarie sono sempre più preoccupate per la disidratazione e le malattie, dato che anche i servizi idrici e igienici nella Striscia di Gaza sono distrutti. I rifugi di emergenza versano in condizioni igienico-sanitarie spaventose, con ulteriori rischi per la salute, come l'insorgere di malattie trasmesse dall'acqua, particolarmente letali per i bambini.

Secondo i media, l'unico ospedale oncologico di Gaza è stato costretto a chiudere a causa della mancanza di carburante e la maggior parte degli ospedali ha operato al minimo della capacità, mettendo in pericolo la vita di oltre 9.000 pazienti oncologici che dipendono dal trattamento chemioterapico. L'Ospedale dell'Amicizia turco-palestinese, l'unica struttura a Gaza che fornisce chemioterapia, sta lottando per rimanere operativo, facendo affidamento su un unico generatore di elettricità. 

Le continue violenze hanno avuto un impatto anche sulla salute delle donne, con decine di migliaia di donne incinte e neonati in pericolo di vita. Secondo le stime dell'UNFPA, a Gaza ci sono attualmente 50.000 donne incinte - di cui 5.500 dovrebbero partorire nel prossimo mese - che non possono ottenere i servizi sanitari di base.

Anche prima dei bombardamenti e dell'assedio su Gaza, l'accesso ai servizi sanitari salvavita per i bambini era già ostacolato da 16 anni di blocco. Secondo un’analisi di Save the Children, nei primi sei mesi del 2023, a quasi 400 bambini di Gaza – pari ad almeno due bambini al giorno - è stato negato il permesso di recarsi in Cisgiordania per ricevere cure mediche fondamentali, come subire interventi chirurgici salvavita o accedere a farmaci urgenti.

"Stiamo assistendo alla 'tempesta perfetta' per la sanità pubblica - e le vite dei bambini ne saranno l'inevitabile costo. Se prima di quest'ultima escalation, il sistema sanitario era sull'orlo del collasso, ora è al punto di rottura.  Tutti noi abbiamo visto scene orribili di feriti che giacciono sul pavimento e di bambini che tremano per lo shock in corridoi d'ospedale stipati. I bambini che hanno bisogno di cure mediche specialistiche devono essere evacuati subito o moriranno - è così semplice”, ha dichiarato Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati.

"Negare ai bambini l'accesso alle cure mediche salvavita è una violazione della più elementare responsabilità, quella di proteggere i malati e di garantire l'assistenza medica. È imperativo che le strutture sanitarie siano risparmiate dalla violenza. I bambini che hanno bisogno di cure specializzate e salvavita devono poterle ricevere fuori da Gaza", conclude Jason Lee.

Inoltre, Save the Children ha lanciato l'appello per raccogliere 55 milioni di dollari a sostegno dei bambini e delle famiglie colpite da questa escalation di violenza.

Per sostenere l’intervento di Save the Children in emergenza: 

https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze#form-start

Per informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children

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