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Blue Whale: 10 consigli ai genitori per affrontare l’allarme

Nelle ultime settimane, si è parlato molto in Italia della presunta "Blue Whale Challenge" ("la sfida della balena azzurra"), un “gioco” online, forse di origine russa, che spingerebbe ragazzi e ragazze che vi partecipano al suicidio, come conclusione di un rituale composto da cinquanta sfide assegnate di volta in volta da un anonimo “tutor”.

Al di là della veridicità o no della notizia, la Polizia Postale ha individuato utili consigli sia per gli adulti sia per i più giovani per spiegare e affrontare situazioni simili o eventuali episodi di imitazione, anche in assenza del “gioco” vero e proprio. Le indagini in merito sono ancora in corso, e, al momento, non è stato accertato nessun caso collegato alla Balena Blu, tuttavia le segnalazioni sono in costante aumento.

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Alla luce dell’esperienza maturata in questi anni, ecco i nostri consigli rivolti a genitori

Prima di ogni altra indicazione, ti invitiamo a leggere i consigli pratici per genitori forniti tempestivamente dall’UACI (Unità di analisi sul crimine informatico del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni), che riportiamo qui:

  • Il Blue Whale è una pratica che può suggestionare i ragazzi ed indurli progressivamente a compiere atti di autolesionismo, azioni pericolose (sporgersi da palazzi, cornicioni, finestre etc) sino ad arrivare al suicidio. Questa suggestione può essere operata dalla volontà di un adulto che aggancia via web e induce la vittima alla progressione nelle 50 tappe della pratica oppure da gruppi whatsapp o sui social nei quali i ragazzi si confrontano sulle varie tappe, si fomentano reciprocamente, si incitano a progredire nelle azioni pericolose previste dalla pratica, mantenendo gli adulti significativi ostinatamente all’oscuro;
  • Aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in rete: parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno;
  • Prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno veglia: alcuni passi prevedono di autoinfliggersi ferite, di svegliarsi alle 4,20 del mattino per vedere video horror, ascoltare musica triste.
  • Se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sulla Balena Blu-Blue Whale parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra “roba da ragazzi” per i ragazzi sia determinante;
  • Se vostro figlio/a vi racconta che c’è un compagno/a che partecipa alla sfida Balena Blue-Blue-Whale, non esitate a comunicarlo ai genitori del ragazzo se avete un rapporto confidenziale, o alla scuola se non conoscete la famiglia; se non siete in grado di identificare con certezza il ragazzo/a in pericolo recatevi presso un ufficio di Polizia o segnalate i fatti a www.commissariatodips.it;

 

5 Domande e Risposte per gestire il confronto con tuo figlio/a

  • Devo rispondere apertamente a mio figlio/a?

Rispondi sempre alle sue eventuali domande, esplicite o no, sulla Blue Whale Challenge. Può farne un cenno evasivo, può fare una battuta velata, può sminuire, ma se lo fa ha bisogno di parlarne. Tu rispondi sempre in modo chiaro e concreto, in relazione a quello che si sa attualmente del fenomeno, come appena brevemente descritto.

  • Come posso parlarne?

Non fermarti allo scambio domanda-risposta. Ascolta e cerca di individuare la sua paura specifica, ma anche le sue curiosità. Sospendi momentaneamente il giudizio. Fa capire che ti interessa sapere veramente cosa ne pensa tuo figlio/a e, se ne parla, fatti raccontare da lui/lei di la sua versione, in questo modo capirai meglio opinioni, confusioni, dubbi, e se ci sono elementi di attrazione (avrai l’occasione per valutarli ed eventualmente ridimensionarli e mostrare le reali conseguenze).

  • Qual è l’età giusta?

Considerare l’insieme dell’età, del livello di maturità e le caratteristiche del dialogo che avete stabilito per decidere. Considerate però che la fascia di età più esposta è quella compresa tra 11 – 18 anni. Naturalmente più bassa è l’età e meno circostanziata e dettagliata deve essere la tua risposta. Con i ragazzi/le ragazze che rientrano nel range di età 15-18 si può essere più espliciti.

  •  Sono in grado di farlo?

Sì, ma non esitare a chiedere aiuto ad un esperto o ad uno specialista se ti accorgi di qualcosa di serio o se hai dei dubbi. Non hai bisogno di essere un esperto del fenomeno, per sapere che l’adolescenza è una fase complessa. Riconoscere i segnali di un disagio più profondo nel caso di tuo figlio/a non è facile, ma è importante cogliere i cambiamenti improvvisi nel comportamento e/o la comparsa di ferite da lui/lei definite “accidentali”. L’autolesionismo (cutting), una delle sfide più terribili della presunta "Blue Whale Challenge", è una pratica che può attrarre fortemente gli adolescenti. È un modo (patologico) per incanalare sofferenze, disagi e difficoltà, e l’imitazione ha un ruolo importante nel diffondersi di questo comportamento. Cerca di capire come stanno realmente le cose, senza aggredire tuo figlio/a. Fagli capire che ci sei, perché è esattamente quello che sta facendo: chiedere aiuto.

  • Comincio io?

Se l’argomento è ignorato o evitato, senza essere insistente, potresti cominciare con il chiedere se ti può aiutare a capire, se ne ha parlato a scuola, ad esempio. Oppure puoi cominciare con il parlare in generale a tuo figlio/a dell’uso delle tecnologie digitali. Puoi dire che sono degli strumenti potenti e importanti e che proprio per questo vanno saputi usare al meglio, non dare per scontato che sappia già tutto. Avviare un dialogo con i propri genitori non è facile, ma non è mai troppo presto per stimolare e rafforzare il pensiero critico e il senso di responsabilità per il proprio comportamento in internet ed il rispetto e la cura nelle relazioni online. Non sottovalutare inoltre la capacità di tuo figlio/a nel reagire alle difficoltà della vita, anche grazie al supporto del gruppo di amici, un’ottima rete di protezione durante l’adolescenza. Passa più tempo insieme e lui/lei e stimola a trovare interessi anche fuori da uno smartphone: musica, sport, amici, arte.

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