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Come promuovere l’ascolto attivo: 5 consigli pratici per migliorare il clima in classe

promuovere l'ascolto attivo

 “Un buon ascoltatore aiuta ad ascoltare noi stessi”. (Yahia Lababidi)

In una società caratterizzata sempre più da velocità, rumore e iperconnessione che paradossalmente allontana, vogliamo celebrare la Giornata mondiale dell’ascolto, che si festeggia ogni anno il 18 luglio, inteso come il primo passo nella relazione tra le persone. In particolare vogliamo fare riferimento all’importanza dell’ascolto nel contesto scolastico e al suo ruolo fondamentale nella crescita dei bambini e dei ragazzi.

Promuovere il benessere scolastico di studenti e docenti è uno dei principali obiettivi di Fuoriclasse, il programma di Save the Children contro la dispersione scolastica, che tra le tante attività realizza i laboratori motivazionali, finalizzati a promuovere dinamiche inclusive in classe e i consigli fuoriclasse, spazi di dialogo tra rappresentanze di studenti e docenti con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise per il miglioramento della scuola.

Tutti gli studiosi che si occupano di psicologia dell’età evolutiva pongono l’accento sull’importanza di ascoltare il minore come strumento di conoscenza, comunicazione e apprendimento. Thomas Gordon, psicologo statunitense che si è occupato di comunicazione efficace, evidenzia come l’ascolto attivo favorisca la comunicazione tra pari e con gli insegnanti, facendo in modo che bambini e ragazzi si sentano autonomi e sicuri di esprimere i propri pensieri. Questo tipo di ascolto permette agli insegnanti di promuovere gli interessi, i bisogni formativi e i punti di forza dei loro allievi, sostenendo e aiutando l’apprendimento. “Come fai a ricordare tutto?”. “Ascolto”.

Ma che vuol dire ascoltare in modo attivo? L’ascolto attivo è una tecnica di comunicazione di tipo assertivo, basato sull’accettazione e l’empatia, utile non solo a promuovere la capacità di esprimere in modo corretto ed efficace le proprie emozioni o argomentazioni, ma anche a saper ascoltare e percepire le ragioni e i sentimenti degli altri, stabilendo quel contatto autentico che può diventare base per relazioni arricchenti ed efficaci. Ascoltare in modo attivo vuol dire collegarsi all’altro attraverso la meta-comunicazione, cogliere ogni aspetto del messaggio, la postura, il tono di voce, le esitazioni e le emozioni che trapelano da quanto viene detto.

All’interno del contesto scolastico, sentirsi ascoltati e accolti aiuta ogni bambino e ragazzo a sentirsi parte integrante del gruppo, a superare possibili difficoltà e migliora il clima di classe. Ai docenti vengono richieste sempre più, oltre alle competenze culturali e didattiche, quelle emotive-relazionali. L’uso del linguaggio verbale e non verbale, la pratica di dinamiche di gruppo in classe diventano espedienti importanti per instaurare una buona relazione con gli studenti, affrontare l’espressione di emozioni forti come la rabbia, supportare il gruppo classe nel caso in cui sorgano difficoltà relazionali.

Proviamo dunque a suggerire alcuni spunti che possono essere utili agli insegnanti per promuovere un ascolto attivo, facilitando l’espressione dei sentimenti e promuovendo un clima positivo di fiducia e accoglienza in classe:

  • L’utilizzo di messaggi in prima persona per comunicare i propri sentimenti (“Io sento”, “Io provo”). È una tecnica che permette all’alunno di entrare in contatto con i vissuti personali dell’insegnante: sentendo che il docente sta comunicando il proprio stato d’animo con autenticità, non assumerà un atteggiamento di difesa.
  • Non giudizio e accettazione del pensiero altrui. Non è necessario che le idee di chi parla e di chi ascolta siano convergenti e non è opportuno fare dei tentativi perché vengano modificate. Ciò che conta è dare dignità a ogni verità, anche la più soggettiva.
  • L’uso di tecniche di rispecchiamento empatico. Si tratta di una modalità di intervento che non interpreta le parole dette dall’altro, ma riflette quanto detto senza modificare la costruzione del discorso o il contenuto emotivo espresso, come un vero e proprio specchio. Ad esempio “mi stai dicendo che…”, “se ho ben capito ti sei sentito…” utilizzando poi le stesse parole dell’interlocutore.
  • Utilizzo di segnali di contatto. Questi segnali sono fatti per lo più di sguardi benevoli, sorrisi, cenni di assenso con il capo o con il viso. Sono importanti poiché indicano una presenza incoraggiante e rassicurante, specialmente nei momenti di esitazione e incertezza, senza entrare nel merito dei contenuti della comunicazione.
  • Concedersi un tempo relazionale. Dedicare i primi minuti della giornata alle confidenze degli studenti, uno spazio dove ciascuno può esprimere i suoi vissuti, ansie, preoccupazioni, disagi che, se non comunicati ed elaborati con l’aiuto dell’insegnante e dei compagni, possono passare attraverso un comportamento negativo.

“Parlare è il modo di esprimere se stesso agli altri. Ascoltare è il modo di accogliere gli altri in se stesso”. (Wen Tzu)

L’abitudine all’ascolto, a prestare attenzione con il desiderio di capire quello che l’altro vuole dire, si sviluppa anche grazie all’esempio che l’insegnante può dare: il rispetto che dimostrerà per le parole dette sarà indispensabile per ottenere lo stesso comportamento da parte degli allievi.