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Il bilancio del 2014: la risposta alle emergenze

 Temporary Learning Center in Sindhupalchok. Photo by David Hartman

Nel 2014, come Save the Children Italia, abbiamo risposto a 58 emergenze e abbiamo raggiunto oltre 470.000 beneficiari con progetti di risposta alle emergenze.

Negli interventi umanitari in risposta alle emergenze nel mondo contribuiamo allo sforzo coordinato dell’intera Organizzazione a livello internazionale. Nell’ottica di privilegiare l’efficienza e l’impatto, l’intervento umanitario nella fase acuta dell’emergenza viene pianificato, implementato e rendicontato in maniera complessiva.

In caso di gravi disastri naturali o a seguito di guerre, carestie e tutti quei fenomeni che causano drammatiche crisi umanitarie, i bambini sono le vittime più vulnerabili. Privati di tutto, spesso devono affrontare la perdita della famiglia, possono andare incontro a fame, malattie, traumi fisici e psicologici. Save the Children è da sempre in prima linea in questi contesti, per provvedere ai bisogni primari della popolazione e ripristinare nelle zone colpite un sistema di vita quanto più possibile normale per i bambini, dando loro la possibilità di tornare a giocare, a studiare e a sentirsi protetti.

Le operazioni durante il 2014 hanno coperto diverse aree, dalla salute alla nutrizione, dai programmi di protezione dei minori ai progetti di educazione, oltre alle attività di supporto psicologico, intervenendo con tempestività a tutela dei bambini, i soggetti più vulnerabili in situazioni di emergenza.

Supportare i minori con tempestività è fondamentale per far sì che possano ritornare alla loro vita quanto prima. Un esempio di questo tipo di supporto è il recente intervento in Nepal dopo il terremoto che ha sconvolto il paese, dove oltre a rispondere immediatamente all'emergenza con beni di prima necessità, lo staff di Save the Children ha supportato la comunità con centri di apprendimento temporanei, e in seguito alla riapertura delle scuole, gli insegnanti che hanno deciso di riprendere la didattica in un modo diverso per almeno una settimana, dando priorità a sessioni di consulenza e sessioni di condivisione, per far sì che i bambini potessero condividere le proprie paure per imparare a superarle.

Ritrovare i miei amici dopo un mese è stato molto emozionante perché io non sapevo più dove fossero. A casa tutto quello che facevo erano faccende domestiche, ma ora che la scuola è iniziata posso concentrarmi di più sui miei studi.  

Per conoscere come abbiamo utilizzato i fondi nel 2014 consulta la pagina dedicata al nostro bilancio