Incendio a Moria, conseguenze devastanti sui bambini

L’incendio scoppiato questa notte nel campo di Moria, a Lesbo, è devastante. Migliaia di bambini e adolescenti sono rimasti per strada, senza riparo e ad alto rischio di violenza e sfruttamento.
I minori non accompagnati hanno abbandonato il campo in fiamme da soli e ora sono alla disperata ricerca di un posto sicuro dove andare. Sono spaventati, affamati e infreddoliti. Molte famiglie hanno perso i pochi beni che possedevano e ora non hanno cibo, acqua e nessuna protezione.
Politiche migratorie disumane
Questo incendio è il risultato di una politica disumana che ha lasciato decine di migliaia di persone in condizioni disastrose in campi sovraffollati per cinque anni, spesso senza accesso all'acqua corrente o ad altri servizi essenziali. La maggior parte di coloro che vivono a Moria proviene da zone di conflitto come l'Afghanistan, la Siria e l'Iraq e ha vissuto sofferenze inimmaginabili. Sono venuti in Europa in cerca di sicurezza, ma hanno finito per vivere nella miseria. La nostra Organizzazione ha documentato l'autolesionismo e l'abuso di sostanze da parte di molti minori che perdono ogni speranza.
Le politiche europee
La situazione di emergenza a Lesbo, nel campo di Moria, non è una problema della Grecia, è un problema europeo. Ora è il momento per gli Stati membri dell'Unione europea di intensificare gli sforzi e portare i minori in salvo. Il recente sistema di ricollocamento volontario istituito dalla Commissione europea deve essere esteso immediatamente e i Paesi europei devono garantire che queste persone possano finalmente vivere dignitosamente.
Questa tragedia mostra ancora una volta che gli hotspot in Grecia non possano rappresentare un modello per il prossimo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo. Non possiamo permettere che i bambini e le loro famiglie affrontino ancora sofferenze, paura e detenzione ai confini dell'Europa.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.
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