Salta al contenuto della pagina

Insieme a IKEA contro la violenza assistita

conferenza stampa all interno di IKEA

La casa dovrebbe essere il luogo in cui ogni bambino ha il diritto a sentirsi sicuro, protetto e ascoltato. Non dovrebbe essere un ambiente che genera paura e angoscia.

Purtroppo però, in Italia, in soli 5 anni, quasi 500mila minori hanno assistito a situazioni di violenza domestica a danni delle loro mamme. Assistere a un atto di violenza lascia in un bambino segni indelebili, soprattutto se consumato all’interno della sua stessa famiglia.

Sono inoltre più di 1,4 milioni le mamme vittime di violenza domestica in Italia e più di 1 donna su 10, tra quelle che hanno subito una qualche forma di violenza nella loro vita (6,7 milioni), ha temuto per la propria vita o per quella dei propri figli e in quasi la metà dei casi i loro bambini hanno assistito direttamente ai maltrattamenti. 

Insieme a IKEA contro la violenza assistita
 

Ed è proprio in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che lanciamo insieme a IKEA una petizione per chiedere alle Istituzioni di mettere in atto azioni concrete a favore dei minori testimoni di violenza domestica e degli orfani di femminicidio.

Firma la petizione

 

il fenomeno della violenza assistita

Quello della violenza assistita è un fenomeno ancora sommerso che rappresenta la seconda forma più diffusa di maltrattamento sull’infanzia. I bambini vittime di questa violenza silenziosa, infatti, spesso non hanno segni fisici evidenti ma conseguenze devastanti che possono accompagnarli per tutta la vita e pregiudicare il loro sviluppo. 

La campagna #PerUnaGiustaCasa
 

La campagna #PerUnaGiustaCasa mira, da un lato, a sensibilizzare tutti sull’importanza per i bambini di vivere in una casa sicura e con adulti di riferimento che garantiscano protezione e ascolto, dall’altro, a realizzare azioni concrete di sostegno a realtà familiari in cui i minori vivono in condizioni di disagio.
 
“In IKEA ogni giorno incontriamo moltissime persone e ci prendiamo cura delle case e della vita di tante famiglie, cercando di migliorarla, non solo con i nostri prodotti, ma anche con la nostra visione del mondo” dichiara Asunta Enrile, Country Retail Manager e CSO IKEA Italia “Questa relazione privilegiata ci consente di avere un impatto positivo sulle persone, proprio per questo vogliamo ispirare un cambiamento culturale all’interno della società, attivandoci rispetto a quelle che riteniamo delle vere e proprie “emergenze sociali”, come il fenomeno della violenza assistita che colpisce in Italia molti più bambini di quelli che possiamo immaginare”.


  
L’iniziativa nei negozi IKEA

Dal 20 al 24 novembre alcuni disegni, ispirati a quelli realizzati da bambini che vivono situazioni di violenza assistita, saranno collocati negli spazi espositivi di tutti i negozi IKEA. Non semplici disegni ma richieste d’aiuto che spesso passano inosservate, a cui vogliamo dare tutta l’attenzione che meritano. Alla fine del percorso un muro svelerà il significato dei disegni, sottolineando quanto sia importante cogliere i segnali che i bambini esprimono e che spesso invece rischiano di rimanere ignorati benché siano sotto i nostri occhi.
 
“È necessario un intervento ampio e capillare che ponga al centro i diritti dell’infanzia e che coinvolga le istituzioni, la società civile, le scuole e tutti gli attori del sistema di protezione per far emergere i singoli casi, far cadere il velo della reticenza e proteggere adeguatamente e immediatamente i minorenni che vivono situazioni di violenza domestica. In questa direzione va la petizione lanciata oggi che chiede alle istituzioni di sbloccare i fondi per gli orfani di crimini domestici e per i centri antiviolenza, nonché di procedere ad una mappatura e analisi di un fenomeno di cui rischiamo di avere evidenza solo in minima parte”, ha dichiarato Fosca Nomis, Responsabile Relazioni Istituzionali di Save the Children.
 
L’impegno di IKEA non si fermerà qui: l’azienda ci supporterà infatti nella presa in carico di bambini vittime di violenza domestica, attraverso l’assegnazione di 70 “doti educative”. La “dote” consisterà in un intervento personalizzato di sostegno al bambino per l’elaborazione del trauma, lo sviluppo positivo di talenti e l’offerta di opportunità formative. 

Per approfondire leggi il comunicato stampa 

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche