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Minori migranti soli: opportunità e ostacoli in Italia

minori soli non accompagnati

A pochi giorni dalla Giornata internazionale del rifugiato abbiamo lanciato la seconda edizione dell’Atlante dei minori migranti stranieri non accompagnati “Crescere lontano da casa” che fotografa la situazione, dei minori soli dopo l’arrivo nel nostro Paese, le opportunità e gli ostacoli nell’accoglienza e nell’integrazione.

Nel 2017 sono giunti in Italia 18.300 ragazzi e ragazze, per molti di loro la decisione di partire e rischiare la vita è una scelta obbligata.

I minori che arrivano nel nostro Paese hanno un bagaglio di vita pesante alle spalle, costituito spesso da violenze, torture, schiavitù, privazioni e sono accomunati dall’esperienza di un viaggio lungo mesi se non anni, compiuto senza un adulto di riferimento per raggiungere un futuro possibile in Europa.

Da tempo denunciamo ripetutamente le condizioni di vulnerabilità di questi bambini e adolescenti, raccogliendo nei porti di sbarco le loro terribili testimonianze sulle violenze compiute dai trafficanti lungo tutto il percorso e la permanenza in Libia. Anche oggi, di fronte alle persone che continuano a rischiare la loro vita nel Mediterraneo e agli ostacoli frapposti ai soccorsi, l’Europa non trova una voce comune in difesa dei diritti in particolare di chi è più vulnerabile, preoccupandosi invece di rafforzare le proprie frontiere. I bambini non possono essere ostaggio delle dispute politiche e il soccorso umanitario deve essere una priorità, insieme all’apertura di canali legali verso l’Europa e agli interventi di sviluppo nei paesi di origine  e di transito dei migranti” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

I minori non accompagnati che riescono a raggiungere l’Italia e l’Europa incontrano ostacoli e difficoltà per diventare adulti in un paese che non conoscono e affrontano le sfide dell’integrazione decisive per il loro futuro, dall’apprendimento della lingua all’inserimento scolastico e lavorativo.

Come funziona il sistema di accoglienza in Italia? Quali sono gli ostacoli e quali le opportunità che i minori soli si ritrovano ad affrontare?

In Italia un sistema che viene in aiuto ai minori soli è l’affido familiare.

Al 31 dicembre 2017, però, risultano essere in affido familiare solo 567 minori stranieri non accompagnati sugli oltre 18.300 in accoglienza (il 3,1% del totale). Si tratta degli affidamenti tuttora in corso e tengono quindi in considerazione anche i provvedimenti emessi negli anni precedenti. 

La nuova legge di accoglienza e protezione dei minori migranti (legge 47/2017) incoraggia fortemente l’affido familiare, come prima opzione rispetto all’inserimento in comunità.

Un’altra categoria particolarmente a rischio è rappresentata da ragazzi e ragazze per i quali è stato segnalato dalle autorità competenti un allontanamento dalle strutture che li ospitavano: i cosiddetti “irreperibili” che al  31 dicembre 2017 risultavano essere 5.828, un numero allarmante anche se in calo rispetto ai 6.561 registrati alla stessa data del 2016 che aveva visto però un numero maggiore di arrivi.

Questi minori sono di fatto transitanti che cercano di rendersi “invisibili” al sistema dopo essersi allontanati dalle strutture di accoglienza, spesso per ricongiungersi a familiari o amici. Vivono di frequente senza protezione e assistenza, esposti a isolamento e pericoli, con l’intenzione di attraversare da soli il confine tra l’Italia e il resto d’Europa.

L’Europa non ha saputo dare una risposta a questi minori, e anche la procedura di Relocation, che prevedeva la ridistribuzione in sicurezza dei richiedenti asilo di alcune nazionalità tra gli Stati Membri dell’Unione, e che è stata sospesa il 26 settembre del 2017, ha rappresentato un’occasione perduta.

Un’altra occasione per aiutare i minori soli non accompagnati è rappresentata dalla nuova legge sui tutori volontari.

La legge 47 del 2017 ha introdotto molte innovazioni nel sistema di accoglienza e protezione dei minori stranieri non accompagnati.

Al 7 maggio 2018, sono 4.110 le candidature dei cittadini che hanno dato la loro disponibilità a diventare tutore volontario e 1.070 i nominativi trasmessi ai Tribunali per i Minorenni di coloro che, avendo già terminato il corso di formazione, sono pronti ad assumere una tutela. Quasi tutti i Garanti regionali hanno attivato corsi di formazione sul territorio nazionale, mentre le difficoltà riguardano i tempi di nomina.

“I tutori sono un tassello fondamentale del processo di integrazione, se lo intendiamo, come dovremmo, non solo nei termini di garantire risorse materiali fondamentali (un posto dove dormire, un modo per mantenersi), ma anche come ricostruzione di un legame di fiducia. La disponibilità dei tutori volontari è un segnale straordinario che viene dalla società civile e che oggi sta alle istituzioni raccogliere e non tradire” ha aggiunto Raffaela Milano.

Lo studio della lingua come opportunità di integrazione.

L’iscrizione a un corso di lingua italiana o a scuola rappresentano per i minori migranti i principali strumenti per l’inserimento nella comunità ospitante e per l’avvio di un effettivo progetto di integrazione.

Secondo l’ultimo rapporto annuale SPRAR disponibile, la stragrande maggioranza dei progetti SPRAR (94,8%) ha garantito almeno dieci ore settimanali di studio della lingua italiana a tutti o alla gran parte dei minori presenti nel corso del 2016, quasi 3.000 minori hanno quindi potuto frequentare un corso di lingua italiana.

Per approfondire leggi il comunicato

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