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"Piccoli schiavi invisibili": il dossier 2015 su tratta e sfruttamento minorile

Piccoli schiavi invisibili

Sono almeno 168 milioni nel mondo i bambini e gli adolescenti vittime di sfruttamento nel lavoro minorile. In Europa, nel 2010, erano oltre 9.500 le vittime di tratta accertate e presunte e il 15% di questi erano bambini. I principali paesi di origine di questi minori sono Nigeria, Romania, Marocco, Ghana, Senegal e Albania.

Quest’anno, in particolare, desta grandissima preoccupazione l’enorme crescita del numero di persone che hanno raggiunto l’Europa attraverso il Mediterraneo per fuggire da guerre, fame e violenze, con una presenza costante di minori non accompagnati (7.357 dal 1 gennaio al 18 agosto 2015 solo in Italia) che rappresentano da subito un potenziale bacino per chi è pronto a sfruttarli speculando in vari modi sulla loro vulnerabilità: i minori migranti, infatti, rappresentano la parte prevalente degli under18 coinvolti nella tratta e nello sfruttamento.

Il dossier 2015 "Piccoli schiavi invisibili - Le giovani vittime di tratta e sfruttamento" di Save the Children, diffuso alla vigilia della Giornata ONU per il ricordo della schiavitù e della sua abolizione (23 agosto), presenta alcuni dei gruppi di minori maggiormente a rischio o coinvolti in questo fenomeno.

Tratta a scopo di sfruttamento sessuale:

  • ragazze provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est;
  • ragazze provenienti dalla Nigeria.

Sfruttamento:

  • ragazze provenienti dalla Romania o ragazze rom nate in Italia, sfruttate in attività illegali e matrimoni forzati;
  • minori afgani e minori eritrei in quanto principali gruppi di migranti in transito in Italia, lungo un viaggio estenuante di mesi o anni nel quale sono sfruttati e subiscono violenze sempre più efferate;
  • minori egiziani, che sono il gruppo più coinvolto in situazioni di sfruttamento lavorativo nel nostro Paese.

I minori vittime di tratta e sfruttamento sono accomunati dall’inconsapevolezza di ciò a cui vanno incontro: viene loro facilmente imposta, da parte degli sfruttatori, la decisione di abbandonare il paese di origine con la prospettiva di una vita migliore. Si tratta spesso, infatti, di minori che provengono da contesti culturali ed economici molto poveri e non hanno mai avuto né sperano di avere la possibilità di scegliere una vita diversa. Si confermano, inoltre, le testimonianze di tratta, sfruttamento, violenza fisica e sessuale efferata e abuso subite dai minori durante questi lunghi viaggi che possono durare mesi o anni.

Masal, 16 anni, in fuga dall’Afghanistan verso la Svezia:

Sto andando in Svezia perché è il posto migliore dove stare. Il viaggio costa almeno 6.000 euro e quindi mi sono dovuto fermare. Sono rimasto in Grecia per 2 anni, poi ho tentato la traversata da Patrasso. Con te non hai nessun bagaglio, niente di niente.

La valigia è il simbolo del viaggio legale. E’ veramente molto difficile psicologicamente non sapere che percorso stai facendo per raggiungere la tua destinazione o quale è il posto da cui sarai prelevato e portato via. Io non potevo stare in Afganistan, non avevo scelta. La maggior parte di afgani va via per motivi di sicurezza. Ci sono così tante esplosioni! Ti allontani da casa e non sai se potrai tornarci.

Non c’è libertà nel mio paese e tantissime persone se ne sono andate via già da tempo. Il momento più pericoloso del viaggio è il passaggio dalla Turchia alla Grecia perché  lo fai su dei gommoni e per me era la prima volta che ci salivo, ma anche il passaggio in Iran è difficile perché ci sono molti pregiudizi su di noi. Lì sono stato accoltellato al collo e ferito al braccio. In Iran non ti riconoscono come profugo. Non ti danno un documento o istruzione. L’unica possibilità è lavorare, ma io vorrei studiare, vorrei cambiare il mio futuro.

Cosa facciamo per proteggerli:

  • progetto “Vie d’uscita”: volto a rafforzare la protezione dei minori attraverso percorsi di recupero e reinserimento sociale, in particolare con borse di studio o lavoro, e percorsi di autonomia;
  • progetto Protection First: volto a migliorare l’identificazione di minori a rischio o vittime di tratta in Italia, Paesi Bassi e Romania, e a sensibilizzare e potenziare le capacità dei minori vulnerabili nel valutare i rischi di tratta e sfruttamento;
  • Frontiera Sud: programma rivolto ai minori in arrivo via mare in Sicilia, Puglia e Calabria. In particolare, Save the Children svolge attività di informazione, consulenza legale e mediazione culturale e identifica i loro bisogni di protezione;
  • CivicoZero: volto a fornire supporto, orientamento e protezione a ragazzi migranti in situazioni di marginalità sociale, a minori a rischio di sfruttamento, violenza e abuso (a Roma, Milano e Torino);
  • A28Centre: il centro notturno creato in collaborazione con Intersos, che fornisce protezione e accoglienza notturna ai minori migranti non accompagnati in situazione di vulnerabilità a Roma.

Per saperne di più scarica e leggi il rapporto.