Siria: a Raqqa i bambini vivono assistendo a brutali violenze

Sono migliaia, tra i 9.000 e i 12.000 circa, i minori intrappolati a Raqqa, dove sono esposti a brutali violenze e a bombardamenti. Decapitazioni e esplosioni sono entrate a far parte della loro quotidianità, in una vita di disperazione e deprivazione, come ci hanno raccontato i ragazzi sopravvissuti alla fuga dalla città della Siria settentrionale.

Dall’avvio dell’operazione “Ira dell’Eufrate”, nel novembre 2016, sono sfollate 271.000 persone, il 75% dei quartieri della città risulta oggi abbandonato, solo 6 su 24 sono popolati. Metà delle persone che li abita è rappresentata da bambini, costretti ad affrontare condizioni durissime: il ricollocamento forzato nelle aree controllate dall’Isis e la carenza di cibo e acqua sono una minaccia costante alla loro sopravvivenza e al loro benessere.

Save the Children denuncia i danni prodotti dal conflitto su questi ragazzi: le ferite psicologiche causate loro impiegheranno anni, anche decenni, a guarire. Come l’Organizzazione ha rilevato in un recente studio sulla salute mentale dei bambini in fuga dall’Isis in Iraq, le esperienze drammatiche e di violenza estrema vissute in questo tipo di contesto sono causa di stress tossico, che può avere un impatto permanente sulla loro salute mentale e fisica.

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