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Voci dal Campo: Ucraina, diario di un'emergenza

Voci dal Campo: Ucraina, diario di un'emergenza

La crisi umanitaria in Ucraina, causata dal conflitto localizzato nella regione ad Est del paese, che rivendica l’indipendenza e l’affiliazione alla confederazione Russa, dura oramai da più di un anno.

Oltre 6.000 persone sono state uccise, più di un milione di civili si sono spostati all’interno della nazione, le infrastrutture sono seriamente danneggiate e anche i servizi di base sono stati interrotti.

Save the Children è attiva nella risposta alla crisi e ha stabilito una presenza operativa nel paese con due uffici, uno a Dnipro e uno a Donetsk, raggiungendo oltre 30.000 persone, proteggendole dal freddo dell’inverno e con attività di protezione ed educazione a favore dei minori.

 In questo momento stiamo aumentando l’intensità della risposta sia raggiungendo nuove aree geografiche, sia con un più intenso focus sui bambini. Francesco Vender di Save the Children Italia è nella zona teatro del conflitto, a Donetsk, dove gestisce la logistica delle operazioni, ecco il racconto del suo arrivo in Ucraina.

Finalmente, dopo quasi due settimane di attesa a Dnipro riusciamo a raggiungere Donetsk città dell’Ucraina dell’est, capitale della regione omonima, teatro del conflitto ucraino e ora sotto controllo del DPR (Dnipro People’s Republic).

Anche qui la primavera ha riportato i campi in fiore, e il nostro viaggio scorre tranquillo tra le buche della strada e il paesaggio rurale di questo immenso paese. Quando ci avviciniamo al check point però qualcosa cambia: i campi sembrano sfioriti, si possono vedere tralicci della corrente elettrica abbattuti e trincee con i carri armati di cui si vede solo la canna dell’artiglieria, palazzi colpiti dai mezzi pesanti.

I segni del conflitto scoppiato lo scorso anno si fanno evidenti. Arriviamo insieme ad un convoglio delle Nazioni Unite nel centro della città che ha visto scappare nel corso degli ultimi mesi più della metà della sua originaria popolazione di circa un milione.

Le chiese ortodosse con le loro cupole dorate sembrano l’unica cosa veramente illuminata. Facciamo provviste in un supermercato in cui molti degli scaffali sono spogli di prodotti; non è facile riuscire a reperire beni  da quando i filorussi hanno preso il comando di questa parte del paese.

Appena comincia a fare buio dalla nostra casa iniziamo a sentire rumori dei bombardamenti in lontananza. Arrivano dalla buffer zone a quasi 20 km da dove siamo noi. Malgrado il cessate il fuoco di Febbraio in seguito agli accordi di Minsk, le due forze militari si continuano a dare battaglia e con il ritorno della bella stagione oramai prossimo si teme ci saranno tentativi di spostare ancora i confini da una parte e dall’altra.

Mentre ci addormentiamo con il suono delle esplosioni, che continuerà per tutta la notte, siamo consapevoli che le stesse esplosioni le stanno sentendo anche i bambini che sono rimasti da questo lato del confine. Al mattino ci si sveglia preoccupati ma fortunatamente sentiamo il canto della primavera e il sole già alto al mattino presto,  che ci fanno riprendere il nostro lavoro con buona motivazione e speranza.

Purtroppo più tardi durante la giornata riprenderemo a sentire rumori di combattimenti armati. Speriamo di non abituarci mai. Continuo a pensare a chi è costretto a sentirlo giorno dopo giorno e soprattutto ai più giovani.

Stiamo lavorando in questo  momento per organizzare la distribuzione di materiale scolastico e higyene kits, non è facile reperire e spostare materiale, ma in coordinamento con WFP e e la base di Save the Children a Dnipro, nei prossimi giorni dovremmo farcela.