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Ad Ali Spiegate

cinque bambine sul divano affacciate alla finestra che guardano fuori

Ad Ali Spiegate è l’intervento di Save the Children per il contrasto alla violenza di genere, domestica e assistita.

In Italia il 31,5% delle donne tra i 16 i 70 anni ha subìto una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita: si tratta di una donna su tre (Istat, 2014).

Nel 2021, sono circa 19.600 le donne che hanno chiesto supporto ad un centro antiviolenza (CAV), nel 70% dei casi dopo che per anni hanno subito violenza.  In Italia si stima che 427.000 minori, in soli cinque anni, abbiano vissuto la violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme, nella quasi totalità dei casi compiute per mano dell’uomo (stima di Save the Children sulla base dei dati Istat del 2014).

Nonostante la sua diffusione, la violenza domestica, compresa quella assistita, è un fenomeno ancora in gran parte sommerso. Molte sono le donne che non parlano con nessuno della violenza subita (il 28% se si tratta di un partner), che non denunciano (il 12,2%), che non cercano aiuto.

È fondamentale rilevare precocemente le situazioni di vulnerabilità e offrire un tempestivo orientamento ed invio ai servizi territoriali specializzati (CAV e case rifugio) al fine di garantire un’adeguata presa in carico dei nuclei mamma-bambino/a.

Ad Ali Spiegate è un intervento integrato promosso da Save the Children per contrastare il fenomeno della violenza domestica e assistita, con l’obiettivo di promuovere la presa in carico integrata delle donne e dei loro figli e figlie inseriti/e in un percorso di fuoriuscita dalla violenza e ospiti nelle strutture di accoglienza.

Nell’ambito della protezione dei nuclei mamma-bambino/a che fuoriescono dalla violenza, grazie alla sinergia con i partner territoriali, prevediamo:

  • Interventi di sostegno al benessere. La violenza domestica ha effetti anche severi sulle donne e i bambini e le bambine che ne    sono colpiti. Fondamentale è offrire loro l’accesso ad esperienze positive e di crescita, sia per migliorare il benessere personale che la relazione mamma-bambino/a. Il benessere di un singolo membro del nucleo si riverbera infatti necessariamente anche sull’altro. Per questo è prevista l’erogazione di diversi tipi di doti di protezione rivolte ai nuclei mamma-bambino/a o solo ai bambini e alle bambine ospiti nelle case rifugio.
  • Dote psicoeducativa: intervento focalizzato a supportare la relazione mamma-bambino/a sopravvissuta alla violenza promuovendo la resilienza e l’elaborazione di emozioni e vissuti (ad esempio con: pet-therapy, laboratori sulle emozioni, logopedia, musico/arte-terapia, psicoterapia);
  • Dote ludico-ricreativa: intervento focalizzato a promuovere, in un contesto di gioco, le  risorse e le potenzialità individuali del/la bambino/la (ad esempio attraverso un centro estivo o gruppo sportivo);
  • Dote formativa: intervento attraverso beni o attività per lo sviluppo del/la bambino/a da un   punto di vista formativo (ad esempio: corso di lingua, doposcuola, ripetizioni).
  • Interventi di sostegno all’ Autonomia. Per i nuclei mamma-bambino/a fuoriuscire da una situazione di violenza domestica presenta molti ostacoli, alcuni dei quali anche materiali. La fase del reinserimento sociale in autonomia, sia che arrivi dopo un percorso di protezione sia che si sviluppi come diretto allontanamento dal partner maltrattante, è spesso ostacolata da fattori economici e sociali. A tale scopo sono previsti i percorsi di reinserimento sociale dei nuclei mamma-bambino/a attraverso le doti di autonomia, contributi che possono andare a coprire le spese di affitto o altre spese materiali, di baby-sitter, servizi per l’infanzia o altri servizi di conciliazione, patente di guida, corso professionalizzante etc.
  • Inserimento lavorativo. La violenza economica è una delle forme che assume la violenza domestica. In questi casi, spesso alle donne che ne sono colpite viene impedito di lavorare o sono costrette a lasciare il proprio lavoro. L’empowerment della mamma che affronta un percorso di fuoriuscita dalla violenza passa, quindi, anche e soprattutto attraverso la possibilità di sperimentarsi in un percorso di formazione e inserimento lavorativo, di valorizzare le proprie abilità e competenze e di raggiungere un’autonomia economica. Save the Children, in sinergia con le agenzie di lavoro e i partner territoriali, promuove percorsi di formazione, tirocinio e inserimento lavorativo per donne vittime di violenza domestica
  • Allestimento di Spazi a misura di bambino/a (Child Friendly Spaces), dove accedere ad attività strutturate di gioco, apprendimento e socializzazione può portare i/le piccoli/e ospiti delle case rifugio a ritrovare una rassicurante routine, indispensabile al loro benessere psicofisico. Lo staff delle strutture di ospitalità svolge un ruolo importante nel facilitare attività strutturate di gioco, apprendimento e socializzazione all’interno di uno spazio a misura di bambino/a. Il progetto prevede l’allestimento e la riqualificazione di spazi a misura di bambino all’interno delle case rifugio, attraverso arredamento child-friendly, inserimento di angoli biblioteca e spazi morbidi per la fascia 0-6, migliorie come tinteggiature è manutenzioni, nonché la formazione di operatori/trici delle strutture di ospitalità all’utilizzo consapevole del gioco in questi spazi.

Il fenomeno della violenza di genere, in tutte le sue forme, ha origini culturali ed è il derivato di una disparità storica tra il genere femminile e quello maschile che viene prodotta e riprodotta attraverso norme, prassi e abitudini sociali. Qualunque azione di contrasto ad esso dovrebbe quindi essere innanzitutto fondata sulla promozione delle pari opportunità e sul contrasto agli stereotipi e alle discriminazioni di genere.

Il progetto prevede:

  • attività di sensibilizzazione ed educazione delle nuove generazioni, prevedendo azioni di educazione effettiva, rispetto delle differenze, parità e relazioni positive tra i generi,
  • attività di sensibilizzazione e formazione rivolte ad adulti di riferimento, insegnanti ed educatori/trici, supportandoli/e nel riconoscimento precoce del fenomeno e nel referral alle reti territoriali specializzate.

Gli interventi sopra descritti sono possibili grazie a donatori sensibili alla causa come: Fondazione Agostino De Rossi, Fondazione Stavros Niarchos, Fondazione CRT.

Per approfondire i nostri interventi nell'ambito di violenza domestica e assistita, vedi il Manuale “Ad Ali Spiegate”.