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Adolescenti e violenza di genere onlife: le ragazze stanno bene?

ragazza adolescente con cellulare in mano

Nella vita degli adolescenti la dimensione online e quella offline sono ormai intrecciate in modo indissolubile. Tra gli adolescenti quanto sono normalizzati e accettati comportamenti violenti e di controllo nelle relazioni? Quanto pesano gli stereotipi di genere, anche negli ambienti digitali? Per rispondere a queste domande, alla vigilia di San Valentino pubblichiamo la ricerca sulla violenza onlife nelle relazioni intime tra adolescenti in Italia, realizzata in collaborazione con IPSOS “Le Ragazze Stanno Bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”. 

Insieme al report, abbiamo lanciato la campagna social #chiamalaVIOLENZAGuarda il video della campagna realizzato con la partecipazione della scrittrice Chiara Tagliaferri, insieme ai ragazzi e alle ragazze del Movimento Giovani. 

Adolescenti e violenza di genere onlife

Come vengono vissute le relazioni sentimentali nell’adolescenza? Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore. Quasi 1 adolescente su 5 pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto. E in effetti, quando si passa dalle opinioni alle esperienze, il 19% di chi ha o ha avuto una relazione intima, dichiara di essere stato spaventato dal/lla partner con atteggiamenti violenti, come schiaffi, pugni, spinte o lanci di oggetti. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dalla nostra indagine sulla violenza di genere in adolescenza, ripresi e commentati nel video della campagna #chiamalaVIOLENZA: l'obiettivo dell'azione, è quello di riflettere sulla normalizzazione di comportamenti violenti e di controllo, spesso “giustificati” come manifestazioni di gelosia e possessività, dando a questi comportamenti il giusto nome e identificandoli come forme di violenza o abuso.

Il Report contiene inoltre i risultati di un’indagine qualitativa, realizzata grazie alla collaborazione con il Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità e con il supporto delle Unità di Servizio Sociale per Minorenni e gli Istituti Penali per Minorenni. 

Violenza sessuale e colpevolizzazione della vittima

Nell’indagine Le Ragazze Stanno Bene? sono emersi dei risultati importanti, campanelli d’allarme che non possono essere ignorati: accettare forme di controllo, tollerare pratiche violente, considerare la gelosia e il possesso come segni di amore e di una relazione di coppia sana, dare la colpa alla vittima di una violenza sessuale per il modo in cui è vestita. Tutti questi esempi non possono essere considerati solo come retaggi del passato, ma sono opinioni e comportamenti diffusi tra i giovani. 

Per il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale, il modo di sottrarsi lo può trovare. La percentuale di chi lo dichiara è più alta tra i ragazzi, parliamo del 46%, ma è elevata anche tra le ragazze. Un altro dato allarmante è che il 29% degli adolescenti intervistati, ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi, mentre il 24% pensa che, se una ragazza non dice espressamente “no” vuol dire che è consensuale e disponibile al rapporto sessuale (26% tra i ragazzi e 21% tra le ragazze). Infine, il 21%, sia di ragazzi che di ragazze, è molto o abbastanza d’accordo con il fatto che una ragazza, seppur sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di alcol, sia comunque in grado di acconsentire o meno ad avere un rapporto sessuale.

Comportamenti violenti e forme di controllo 

Durante l’indagine abbiamo chiesto agli adolescenti opinioni più specifiche sulle forme di controllo o comportamenti violenti messi in atto o subiti nella coppia: nelle relazioni sentimentali per più di 1 adolescente su 2 comportamenti lesivi e violenti, dalle telefonate insistenti a veri e propri atteggiamenti aggressivi. Dal sondaggio emerge che il 65% di ragazze e ragazzi ha subìto dal partner almeno un comportamento di controllo. Tra questi atteggiamenti sono venute alla luce le seguenti richieste:

  • di non accettare contatti da qualcuno/a sui social (42%);
  • di non uscire più con delle persone (40%);
  • di poter controllare i propri profili sui social (39%);
  • di non vestirsi in un determinato modo (32%);
  • fino al sentirsi dire, in un momento di difficoltà, che il partner avrebbe commesso un gesto estremo facendosi del male (25%).

Una percentuale simile di adolescenti, ovvero il 63% di chi ha o ha avuto una relazione, dichiara di aver commesso almeno uno di questi comportamenti di controllo nei confronti di altri. Riguardo i comportamenti violenti, il 52% degli adolescenti in coppia dichiara di averli subìti, almeno una volta. Tra questi rientrano:

  • essere chiamato con insistenza al telefono per sapere dove ci si trovava (34%);
  • essere oggetto di un linguaggio violento, con grida e insulti (29%);
  • essere ricattati per ottenere qualcosa che non si voleva fare (23%);
  • ricevere con insistenza la richiesta di foto intime (20%),
  • essere spaventato da atteggiamenti violenti (schiaffi, pugni, spinte, lancio di oggetti, 19%);
  • condividere foto intime con altri senza consenso (15%).

In questo caso, è il 47% a dichiarare di avere commesso, almeno una volta, questi comportamenti nei confronti del/lla partner.

Consenso, stereotipi di genere e condivisione di foto senza consenso 

Come interpretano gli adolescenti il consenso al rapporto sessuale? Il 90% ritiene necessario chiederlo sempre anche all’interno di una relazione di coppia stabile, ma per molti questa convinzione teorica non si traduce facilmente in un comportamento, visto che poi il 36% ritiene di poter dare sempre per scontato il consenso della persona con cui si ha una relazione e il 48% ritiene che in una relazione intima sia difficile dire di no ad un rapporto sessuale se richiesto dal/la partner.

Riguardo agli stereotipi di genere, il pianto, le capacità relazionali e di cura vengono chiaramente associate all’universo femminile. Quasi il 69% degli adolescenti pensa che le ragazze siano più predisposte a piangere dei ragazzi, il 64% che siano maggiormente in grado di esprimere le proprie emozioni, il 50% di prendersi cura in modo più attento delle persone. Il 39% degli adolescenti (maschi e femmine) ritiene che le ragazze siano più inclini a sacrificarsi per il bene della relazione, la percentuale sale al 51% proprio tra le ragazze.

L’ambiente digitale è parte integrante anche delle relazioni intime. In questa dimensione sempre più onlife, il 28% dei ragazzi e delle ragazze ha scambiato video e/o foto intime con il/la partner o con persone verso le quali aveva un interesse, una percentuale che sale al 40% tra chi ha avuto o è in una relazione. Altri dati preoccupanti, riguardano un adolescente su tre, cioè il 33%, riporta di aver ricevuto foto/video a sfondo sessuale da amici/che o conoscenti, e che 1 adolescente su 10 dichiara di aver condiviso, almeno una volta, foto/video intimi della persona con cui aveva una relazione senza il suo consenso esplicito. L’11% di tutti gli intervistati ha dichiarato che le proprie foto intime sono state condivise da altre persone senza il proprio consenso.

Le proposte dei giovani: sensibilizzazione e educazione affettiva

Se quelli mostrati fino ad ora sono evidenze preoccupanti e da non sottovalutare, dall’indagine condotta, si notano anche aspetti positivi, primo fra tutti l’aumento di interesse dai parte degli adolescenti verso le tematiche di genere. Il 58% degli adolescenti dichiara che negli ultimi tempi è diventato più sensibile ai temi di genere e il 43% ritiene che sarebbe utile uno sportello psicologico a scuola per sensibilizzare sul tema della violenza di genere.

Per quanto riguarda gli altri strumenti che la scuola può introdurre per sensibilizzare i ragazzi/e sulla violenza di genere, gli adolescenti indicano anche la formazione docenti in modo che siano in grado di intercettare/cogliere i segnali (40%); l’educazione sulle varie forme di violenza, le radici e le conseguenze (39%); l’educazione sessuale ed affettiva dalle scuole medie (32%). Dall’indagine condotta e dalle opinioni degli adolescenti, è evidente come sia sempre più necessario coinvolgere i giovani nel Piano nazionale antiviolenza e introdurre percorsi di educazione all’affettività nelle scuole. 

“In questo quadro, è molto importante cogliere l’attenzione e la voglia di approfondire queste tematiche che emerge dagli stessi ragazzi e ragazze per fare in modo che l’educazione alla affettività, alla sessualità e alle relazioni non violente divengano parte integrante di tutti i percorsi di crescita, con un forte impegno – come gli stessi ragazzi interpellati indicano – anche nella formazione delle figure adulte di riferimento, a partire dai docenti. È allo stesso tempo necessario diffondere a tappeto la conoscenza dei percorsi e degli strumenti di aiuto, a partire dal numero verde 1522, e promuovere nelle scuole punti di ascolto e di orientamento. È indispensabile un impegno sistematico e organico del quale gli adolescenti possano sentirsi protagonisti”, ha commentato Raffaela Milano, Direttrice Ricerche e Formazione di Save the Children. 

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